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Impresa sociale partita aperta sulla delega

Il professor Giorgio Fiorentini, ha analizzato i punti chiave della bozza “riassuntiva” al ministero del Welfare.

di Benedetta Verrini

La definizione del disegno di legge sull?impresa sociale passa a un comitato interministeriale. Tecnici dei ministeri del Welfare, Attività produttive ed Economia saranno incaricati di coordinare le varie istanze del settore e stendere un provvedimento definitivo. Il professor Giorgio Fiorentini, docente di economia della cooperazione e delle organizzazioni non profit alla Bocconi, ha analizzato i punti chiave della bozza ?riassuntiva? predisposta la scorsa settimana al ministero del Welfare. Dopo diverse settimane di confronto, il tavolo tecnico tra ministero del Welfare e rappresentanti del Terzo settore ha prodotto una bozza di legge delega sull?impresa sociale. Come anticipato), la stesura di questo ddl, ancora in fase di perfezionamento, ha marcato i diversi orientamenti emersi nel settore, in particolare tra Forum e Compagnia delle opere. Il testo di mediazione predisposto al tavolo tecnico sottolinea, ad esempio, la necessità dell?esclusione di soggetti pubblici (o di imprese private con finalità lucrative) dal controllo della struttura proprietaria dell?impresa sociale (art. 2, comma 1, lett. b); limite non condiviso dalla Cdo che, una volta stabilita la finalità mutualistica esterna o interna dell?impresa e il divieto di ridistribuzione degli utili, aveva optato per una struttura più libera. «La soluzione proposta nel testo riassuntivo dà una maggiore autonomia al non profit» spiega Fiorentini. «Sganciandolo da filiazioni di tipo pubblico o privato, riconosce alle organizzazioni non profit la capacità di stare in piedi da sole e le invita a strutturarsi in modo da rendere possibile questa autonomia. Un controllo di quel tipo rischierebbe, a mio avviso, di far perdere quella forte e originale caratterizzazione che fino a ora ha permesso a queste organizzazioni di percepire i bisogni degli utenti e di soddisfarli efficacemente». Tutto questo, sottolinea Fiorentini, fermo restando che al settore pubblico rimane attribuito, in un altro passaggio, un ruolo di controllo, di governance, sulla qualità dei servizi.
Altro punto critico del testo è l?imposizione di limiti alla remunerazione dei fattori di produzione, compreso il capitale conferito e l?attività di amministratori, lavoratori e collaboratori, in modo da «garantire il carattere non speculativo della partecipazione all?attività d?impresa» (art. 2, comma1, lett.c). Anche sotto questo punto di vista, la proposta elaborata dalla Cdo non aveva posto limiti. «Se noi partiamo dal presupposto che l?impresa sociale potrebbe essere una copertura di forme ?patologiche?, allora è chiaro che le remunerazioni devono essere ingabbiate» prosegue Fiorentini. «Ma in questo modo portiamo l?acqua al mulino di chi considera con sospetto il Terzo settore. Se invece crediamo che in esso ci sia una fisiologia sana, allora non capisco perché si debba mantenere questa impostazione pauperistica. I lavoratori e i dirigenti del non profit hanno diritto ad avere una remunerazione coerente agli standard di mercato e alla complessità del loro ruolo. In caso contrario, si rischia di tenere lontane dal settore forze valide e di pregio. Da un altro punto di vista, questa indicazione può anche essere l?invito ad avviare nel settore quel quadro contrattuale complessivo che ancora manca».
Da tenere sotto controllo, secondo il professore, anche il punto 6 dell?art. 2: «Gli obblighi di tenuta della contabilità economica e sociale sollecitano le imprese a iniziare un?analisi costi-benefici delle proprie attività, facendo emergere anche il proprio valore sociale. L?invito alla trasparenza e al bilancio sociale permettono invece di far percepire questo valore all?esterno, e far nascere un meccanismo di accreditamento nell?opinione pubblica».

I “nodi” del ddl nelle bozze concorrenti
Controllo pubblico o privato
Forum: «Escludere la possibilità che soggetti pubblici o imprese private con finalità lucrative possano detenere il controllo»
Cdo: non prevede questo limite
Limiti alla remunerazione
Forum: «Limiti alla remunerazione dei fattori di produzione (?) tali da garantire in ogni caso il carattere non speculativo della partecipazione all?attività d?impresa»
Cdo: non prevede questo limite
Partecipazione di terzi
Forum: «Assicurare la partecipazione al governo dell?impresa anche a lavoratori e beneficiari»
Cdo: non prevede questo limite

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