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Impresa sociale: parla Carlo Borzaga. Benefici fiscali, ne riparleremo.

"Al non profit oggi serve una revisione generale della normativa fiscale, piuttosto che la conferma delle agevolazioni a chi già ne gode".

di Francesco Agresti

«In Italia c?è uno strano modo di legiferare: ogni volta che si fa una legge ci si mette dentro tutto, anche argomenti che dovrebbero trovare spazio altrove». È questo il primo commento del professor Carlo Borzaga, presidente di Issan – Istituto studi sviluppo aziende non profit, dell?Università di Trento, alla notizia dell?approvazione da parte della commissione Giustizia del Senato del ddl sull?impresa sociale. A lui chiediamo di approfondire il significato di questo passaggio parlamentare. SocialJob: Il testo approvato non contiene i due commi che prevedevano benefici fiscali. È un danno? Carlo Borzaga: No, poco male, direi, visto il tenore letterale del testo abrogato, il quale non diceva che il governo doveva definire le agevolazioni fiscali, ma che l?esecutivo doveva prevedere nel decreto legislativo che ci fossero delle agevolazioni fiscali. Era un passaggio a dir poco pleonastico, è come dire che il Parlamento può legiferare. Quando sarà approvata la legge sull?impresa sociale, nulla vieterà al legislatore, se ne avrà la volontà, di emanare un provvedimento che preveda delle agevolazioni fiscali. SocialJob: Quindi è andata bene lo stesso? Borzaga: In questa fase particolarmente difficile, con i conti pubblici nel caos e una riforma fiscale dagli effetti incerti, è meglio aver tolto questo articolo inutile piuttosto che bloccare l?iter della legge. Ciò che conta è che si arrivi al più presto alla definizione del provvedimento e il testo oggi all?esame del Senato è, grazie agli ultimi interventi che hanno accolto i suggerimenti del Forum del Terzo settore, una buona legge. SocialJob: Si tratta di un testo essenziale, di un solo articolo. Troppo poco? Borzaga: No, anzi, permetterà di non ripetere gli errori fatti con la legge 381 sulle cooperative sociali quando, per la smania del particolare, si è previsto un elenco tassativo di lavoratori svantaggiati che ha limitato l?attività delle coop sociali di tipo B a una sola categoria di lavoratori. Questo era un tema di competenza delle politiche del lavoro, non di una legge istitutiva di una nuova forma di impresa. SocialJob: Perché allora si insiste sulla necessità di ribadire le agevolazioni per le imprese sociali? Borzaga: Invece che sulle agevolazioni fiscali alle imprese, concentrerei l?attenzione sulle agevolazioni fiscali a favore delle donazioni. Quello che serve, come già ribadito dall?avvocato Pettinato su Vita, è una revisione generale della normativa fiscale sul non profit, non sulle organizzazioni a favore delle quali vi sono già regimi fiscali agevolati. Le donazioni, quelle sì sono fondamentali. SocialJob: In che senso? Borzaga: Non sono le poche agevolazioni fiscali che il mondo cooperativo o il non profit hanno avuto in questi anni a spiegarne il successo! Le agevolazioni fiscali sulle donazioni, invece, non si limitano ad agevolare il trattamento fiscale delle risorse che l?impresa sociale accantona da sola, ma hanno la capacità di indirizzare verso l?impresa sociale nuove risorse. E mi spingerei ancora più in là?. SocialJob: Prego. Borzaga: L?agevolazione fiscale non deve essere garantita solo in base alla natura dell?impresa, ma in base al servizio. Lo Stato cioè non dovrebbe agevolare un?organizzazione in quanto tale ma la meritorietà del servizio che eroga, altrimenti le donazioni andrebbero a beneficio delle attività che hanno più visibilità ma minore rilevanza sociale, come avviene oggi per le fondazioni bancarie, che erogano più al settore culturale che a quello sociale.


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