Economia

Impresa sociale, osservato speciale

I dati al workshop nazionale di Riva Del Garda

di Redazione

A Riva del Garda si fa il punto sull’impresa sociale. L’occasione è data dal nono workshop nazionale organizzato da Iris Network. Un fenomeno – quello dell’impresa sociale – a cui lo stesso settimanale VITA ha dedicato il dorso Cantieri del 16 Settembre 2011 in edicola (e online per abbonati).

Nonostante rimanga il settore del non profit più solido e dinamico, tuttavia, anche l’impresa sociale comincia a sentire i colpi della crisi. Per lo più, i problemi riguardano i ritardi nei pagamenti da parte della PA e le minori partnership con le aziende. A sollevare la questione due studi distinti.

Partiamao con l’Osservatorio Isnet, un rapporto curato dall’omonima associazione, che coordina una rete di 900 imprese sociali presenti. Il lavoro è stato realizzato con il supporto scientifico di Aiccon, Centro studi per la diffusione della cultura non profit, promosso dall’università di Bologna, dal movimento cooperativo e da alcune organizzazioni del Terzo settore.
L’edizione 2011, cui è stato dato ampio spazio da Il Sole 24 Ore, osserva che dal 2007, anno di prima rilevazione, la quota di organizzazioni in difficoltà è aumentata del 24% (dal 15 al 39%), mentre le realtà che si dichiarano in crescita sono diminuite di 19 punti (al 25% dall’iniziale 44%). Tra gli enti che, già nel 2010, erano in difficoltà, ben il 55,1% afferma che l’anno in corso è peggiore. Complessivamente la quota di imprese sociali alle corde tocca il 39,8 per cento, il valore più alto mai registrato.

E passiamo all’’altra indagine, anch’essa al centro di un incontro nella città trentina. Realizzata da Iris Network con Unioncamere, su un campione rappresentativo delle quasi 12mila imprese sociali censite nei database camerali, questa secondo rapporto evidenzia la marcata differenziazione che si sta creando nella galassia delle imprese sociali. Il 50%, ormai, opera in settori diversi dai tradizionali servizi sanitari e socio-assistenziali; il 19% ha introdotto innovazioni di processo e il 10% innovazioni di prodotto; il 47% coinvolge i lavoratori nella gestione, l’8% anche gli utenti; il 45%, infine, propone tariffe differenziate per favorire l’accesso ai servizi da parte di fasce deboli della popolazione. Si riscontra, dunque, una forte determinazione a uscire dalle strettoie, ma anche una certa fragilità strutturale. E non va certamente in direzione di un sostegno la manovra del Governo, che taglia il regime fiscale agevolato.


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