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Impresa sociale: da Nova Spes una proposta al Governo
Si chiede una modifica del ddl sull'impresa socile e una modifica del libro V del Codice Civile
Dal Convegno di Nova Spes una proposta al Governo a proposito del ddl sull’impresa sociale.
Il ddl può rappresentare un passaggio storico per la vita del Paese, ma così come è formulato rischia di creare nuovi equivoci e di creare una casa a metà per una forma di imprenditorialità non capitalistica che il nostro codice ancora non prevede.
La fondazione che raccoglie un gruppo di autorevoli studiosi ed economisti, da Fazio a Zamagni, da Mathieu a Olivetti, chiede che l’articolato del governo preveda un secondo articolo in cui sia definita non solo l’impresa sociale ma anche l’impresa civile (si è fatto riferimento a Scuole, Università, Ospedali, Musei, Teatri, ecc), e chiede che un provvedimento, come ilddl governativo che ha una natura civilistica, preveda anche una modifica del Codice Civile, nello specifico dell’art. 2247 del libro V.
Un articolo che ad oggi prevede che l’impresa sia costituita solo “allo scopo di dividerne gli utili”, si chiede che si aggiungano poche parole: “o per il perseguimento di fini di utilità sociale e di perseguimento di un bene collettivo”.
Sottolineano gli studiosi di Nova Spes, “non è possibile che il nostro Paese preveda solo un’impresa di tipo capitalistico”.
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