Non profit
Impresa sociale: cè laccordo. Il Welfare concilia
Due dissidi nel terzo settore. quello col governo sulla legge per le imprese senza fine di lucro. e quello con la Compagnia delle Opere, su questo pronta alla rottura.
È stata una settimana importante per il Terzo settore, quella appena trascorsa. Una settimana che ha visto, nel breve volgere di una mattinata, la composizione di ben due fratture che nei mesi scorsi avevano destato non poche preoccupazioni nel settore: le divergenze con il ministero del Welfare sulla prossima normativa che regola l?impresa sociale, e lo ?strappo? consumatosi all?interno del Forum del Terzo settore con la Compagnia delle Opere, sempre sul tema dell?impresa sociale. Ricordate? All?inizio di dicembre i vertici della CdO erano arrivati al punto di minacciare una clamorosa uscita dal Forum, accusandolo di aver ?stoppato? una loro proposta di legge sull?impresa sociale. Martedì 22 gennaio, invece, la schiarita: su invito del ministro del Welfare, Maroni, una delegazione del Forum del Terzo settore, composta anche da un rappresentante della Compagnia delle Opere, si è recata nella sede del ministero per discutere proprio della prossima legge quadro sull?impresa sociale. Ad attendere Felice Scalvini (Confcooperative), Giuliano Rossi (Arci), Fabio Protasoni (Acli), Costanza Fanelli (Legacoop), Emanuele Forlani (Compagnia delle Opere) c?erano il sottosegretario Grazia Sestini e il capo dipartimento Guido Bolaffi.
«È stato un incontro positivo», commenta il portavoce del Forum, Edo Patriarca. «Il governo ha dimostrato la volontà di entrare nel merito delle questioni, discutendo serenamente la bozza che abbiamo presentato, e assicurando che quanto prima il testo definitivo approderà in Consiglio dei ministri per l?approvazione». Le stesse valutazioni vengono espresse dai partecipanti, che si dicono all?unanimità soddisfatti anche per i tempi ristretti con cui si è arrivati al colloquio: giovedì 17, Roberto Maroni aveva annunciato la costituzione di un Tavolo permanente di concertazione con il Terzo settore, e solo cinque giorni dopo il Tavolo si era già costituito, almeno per la prima riunione. «Credo di poter affermare che si è arrivati a un?intesa sostanziale», si sbilancia Giuliano Rossi, della direzione Arci. «Specialmente sul principio espresso dal primo articolo, che definisce imprese sociali tutti quei soggetti di natura privata che, indipendentemente dalla loro forma giuridica, sono senza fine di lucro e svolgono attività di interesse sociale». La nuova normativa, dunque, dovrebbe (il condizionale è d?obbligo, finché non verrà elaborato un testo definitivo) consentire a tutti i soggetti privati italiani, purché non siano singole persone, di diventare imprese sociali, ovviamente osservando due criteri fondamentali: essere non profit e operare con mission sociale nell?ambito dell?interesse generale. «C?è anche un terzo aspetto da non sottovalutare», precisa Fabio Protasoni delle Acli, «e che vorremmo fosse conservato nella proposta di legge: un?impresa sociale deve anche essere democratica, cioè prevedere al suo interno meccanismi di partecipazione che aprano al controllo sul governo dell?impresa da parte di dipendenti e utenti».
L?incontro sull?impresa sociale non è stata però l?unica novità dei giorni scorsi, che hanno anche registrato l?invio di una lettera aperta sempre da parte del Forum, oltre che dell?associazione delle ong italiane, al premier Silvio Berlusconi sul tema della politica estera e della cooperazione internazionale. Ma non solo. «Abbiamo chiesto a Berlusconi un ?patto di programma? che permetta di consolidare il rapporto tra la società civile e gli organi di governo», spiega ancora Patriarca. Quel che Patriarca non dice, però, è quando la firma dell?accordo potrebbe diventare realtà: molti sperano che l?attuale presidente del Consiglio possa sottoscrivere il patto, come fece Romano Prodi nel 1998, nel corso di Civitas, la fiera dell?economia civile di Padova, cui Berlusconi è stato invitato. Ci andrà?
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