Cultura

Impresa sociale/2. Mazzocco: dalle coop una dote di buone prassi

Intervista a Vilma Mazzocco, presidente Federsolidarietà-Confcooperative

di Redazione

Un sistema in grande e dinamica evoluzione, un radicamento diffuso in tutto il territorio nazionale ed il protagonismo della cooperazione sociale nei sistemi di welfare locale integrato». Vilma Mazzocco, presidente di Federsolidarietà – Confcooperative, legge così i dati dell?ultima rilevazione Istat sulla cooperazione sociale. «Il numero di cooperative sociali», aggiunge Mazzocco, «è uguale al numero dei Comuni italiani e si stima la presenza di circa 12,5 cooperative ogni 100mila abitanti.

Le novità principali sono da un lato la presenza di 3,3 milioni di utenti, in crescita del 37,4% rispetto al 2003, con l?emersione di utenti fasce di cittadini non mossi da specifiche necessità di assistenza; in particolare crescono i servizi alla famiglie, i progetti per il territorio e contestualmente, a livello di fonti di finanziamento, è marcato l?aumento delle fonti private. L?evoluzione dimostra la flessibilità dell?offerta dovuta alla capacità di rispondere con tempestività alla domanda di welfare emergente dalle famiglie, anche se non soggette a particolari situazioni di disagio. In sintesi la cooperazione sociale emerge quale infrastrutturazione delle moderne reti di sostegno e riesce a costruire con coinvolgimento percorsi di sussidiarietà agita».

Vita: È un fenomeno che ha tutte le caratteristiche di impresa. Nonostante questo, il governo non ha ancora completato l?iter legislativo sull?impresa sociale. C?è un calo di interesse? A livello di rappresentanza come si può portare all?attenzione dell?esecutivo questa realtà?
Vilma Mazzocco: Abbiamo condotto un costante pressing e oggi l?iter ha subito una accelerazione di cui si attendono gli esiti in tempi rapidi. Il gruppo di lavoro istituzionale, coordinato dal ministero della Solidarietà sociale, sta portando a termine la redazione dei decreti necessari. Si tratta di quattro decreti sostanziali, tra cui alcuni molto importanti a partire da quello sulle procedure di costituzione delle imprese sociali e sulle linee guida per la redazione del bilancio sociale obbligatorio. Anche gli altri due, pur avendo un profilo più tecnico, hanno ricadute sostanziali: le modalità di calcolo per il computo della percentuale del 70% dei ricavi complessivi dell?impresa sociale ai fini della rilevazione dell?attività principale e le linee guida per la realizzazione delle operazioni straordinarie.

Inoltre, sul versante interno sarà importante approfondire l?applicazione delle disposizioni sulla governance multistakeholder, il coinvolgimento dei lavoratori e degli utenti. Su questo aspetto la cooperazione sociale deve dare un contributo importante a partire dall?elemento che la caratterizza: la democraticità. Un di più della cooperazione sociale rispetto alle imprese sociali non cooperative su cui deve emergere una capacità di diffusione di buone prassi e di contaminazione. Stiamo lavorando molto nel rappresentare queste forme di economia civile ma sembra che alla nuova politica manchi la nuova analisi e il coraggio di costruire le riforme riconoscendo le nuove istituzioni civili.
Vita: Quale potrebbe essere il ruolo del volontariato, delle fondazioni e delle realtà del terzo settore in generale nello sviluppo dell?impresa sociale? Quale il ruolo delle reti?

Mazzocco: L?impresa sociale avrà successo se saprà generare processi larghi di intrapresa sociale. La cooperazione sociale in quanto impresa sociale per eccellenza ha dimostrato che ciò è possibile. Sarà necessario attivare strategie organizzate su nuove forme di collaborazione degli attori sociali a 360 gradi, non solo del terzo settore ma dell?economia e delle istituzioni. Forme sempre più innovative di sinergie tra aziende imprese profit e non profit, pubblica amministrazione, associazionismo e volontariato, fondazioni bancarie e di comunità aiuteranno a far crescere non solo in Italia, ma in Europa una nuova economia civile.
Il Forum del terzo settore e le organizzazioni di rappresentanza dovranno concretizzare un impegno straordinario sul versante culturale, della formazione e della capacità di fare sempre più rete tra reti. Proprio sul versante culturale sarà importante la chiarezza non solo formale, ma anche sostanziale, delle diversità – che sono ricchezze – delle varie componenti del terzo settore. Bisogna valorizzare il concetto di complementarietà, che vuol dire la capacità di integrarsi su azioni progettuali in coerenza con le proprie missioni e identità. La Fondazione per il Sud, ad esempio, vede tutti questi soggetti strettamente coinvolti in azioni di infrastrutturazione sociale del Mezzogiorno. È un obiettivo che non può prescindere dall?azione congiunta dei diversi soggetti, con le loro distinte peculiarità e modalità di azione, e delle reti attive nel mezzogiorno. Tutto questo è ancor più importante se riflettiamo sulla prospettiva, che la stessa legge contribuisce a delineare, di un panorama del terzo settore con due aree di attori principali: l?impresa sociale e il volontariato.

17 centesimi al giorno sono troppi?

Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.