Economia

Impresa sociale 2.0 per produrre sviluppo e lavoro

Vita e Make a Change sono i promotori di un incontro sul futuro dell'impresa sociale italiana. Il 3 ottobre a Roma saranno presentate le proposte per attrezzare la normativa italiana alla Social Business Initiative europea

di Redazione

È tempo di impresa sociale 2.0. Ma per arrivare a una nuova economica per produrre sviluppo e lavoro occorre partire dalla disciplina italiana dell’impresa sociale che fino a oggi ha saputo catalizzare solo una piccolissima parte dell’imprenditorialità sociale del nostro Paese, come ha di recente sottolineato il Censimento Istat. E questo a causa anche di alcuni limiti del testo di legge in vigore e del quale viene proposta una modifica.

A farsi promotori di un momento di riflessione e proposizione sono Vita, il media del non profit e dell’economia civile, e Make a Change, il movimento per la promozione del business sociale in Italia che hanno organizzato “Impresa Sociale 2.0: Una nuova economia per produrre sviluppo e lavoro”, un incontro in programma a Roma alla Sala della Mercede (Camera dei Deputati) giovedì 3 ottobre  (particolari dell’appuntamento in Agenda)

A chiedere una nuova stagione di policy making è la stessa iniziativa europea. Le previsioni contenute nella “Social Business Initiative” riguardano, infatti, la mobilitazione di risorse sia pubbliche sia private da investire per la crescita di un ecosistema di imprese sociali “in grado di collocarsi al centro dello scenario economico in virtù dell’impatto sociale delle attività svolte e, più in specifico, come veicolo privilegiato di innovazione sociale”.

Tutti i Paesi europei si stanno attrezzando anche con apposite normative per dar seguito concreto all’invito della Commissione, e l’Italia non può rimanere indietro. Le proposte di modifica risultato di due mesi di confronti con numerosi stake holders, verranno presentate giovedì 3 ottobre a un qualificato pubblico di rappresentanti della politica, del Terzo settore e dell’economia.

Per l’impresa sociale italiana l’obiettivo è :
– essere più in linea con le previsioni dalla Social Business Initiative;  
ricevere e utilizzare i fondi strutturali europei già stanziati (oltre 800 milioni di euro dal 2014 al 2020) e i fondi di investimento privati (EuSEF);
catalizzare ulteriori capitali da investitori privati e istituzionali italiani;
applicarsi a più settori di interesse pubblico con vere finalità sociali pur remunerando, in modo moderato, il capitale investito
 

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