Non profit
Impresa sociale 2.0, buone ricette per fare il salto
Parla Carlo Borzaga, presidente della rete Iris
di Redazione

«Collaborare è ormai un destino che accomuna un po’ tutte le forme organizzative che ambiscono a innovare. Mai come oggi il cambiamento, a tutti i livelli, è frutto di pratiche collaborative». Carlo Borzaga, presidente della rete Iris e principale animatore dell’evento, spiega così il tema del «Workshop sull’impresa sociale» di Iris Network che si terrà il 16 e 17 settembre a Riva del Garda.
Perché mettere al centro il tema della collaborazione?
Perché, come diciamo nel manifesto del Workshop, collaborare è la conditio sine qua non per produrre beni relazionali che rispondono a obiettivi di interesse collettivo. Gli elementi di complessità che caratterizzano questi beni richiedono l’apporto di contributi e risorse da parte di attori diversi. Questo è il messaggio che riguarda in particolare le imprese sociali.
E perché innovare nelle forme di collaborazione?
Le imprese sociali vengono da una stagione dove hanno investito soprattutto nelle reti collaborative tra esse stesse, con funzioni di rappresentanza e di coordinamento. Recentemente si sono cimentate, tra alti e bassi, nella costruzione di network con attori diversi – terzo settore, enti locali, imprese for profit – con finalità di policy making e per gestire progetti di sviluppo, in particolare a livello locale. Credo che su entrambi i fronti le sperimentazioni siano già avanzate e quindi sia necessario aprire – e chiudere – una fase cruciale che caratterizza tutti i processi di innovazione, ovvero la loro “messa a sistema”. Altrimenti si corre il rischio che lo stato di sperimentalità perenne alimenti il senso di precarietà e di incertezza.
Dove si trova allora l’innovazione nelle collaborazioni?
Abbiamo raccolto oltre 30 casi di buone prassi che si presenteranno in otto sessioni tematiche. Potremo approfondire il modello distrettuale delle forme collaborative fra imprese sociali. Molti parlano di “distretti sociali” o architetture simili, ma credo sia necessaria più concretezza, dando voce ai protagonisti. Se invece leggo le buone prassi dal punto di vista funzionale noto un’enfasi crescente sulla condivisione dell’eccellenza. Mi riferiscono a quelle modalità collaborative che rendono l’innovazione accessibile e scalabile.
Una nota finale sull’applicazione della legge sull’impresa sociale…
A Riva del Garda ci saranno due sessioni dedicate allo start-up, con i promotori di queste nuove imprese. Inoltre abbiamo previsto un question time con esperti che affronteranno i principali nodi applicativi della normativa. Insomma, non molliamo la presa. Anche perché, oltre alla cooperazione sociale che continua a crescere, sono ormai oltre 600 le imprese sociali di seconda generazione. Con buona pace di chi, ancora oggi, sostiene che la nuova legge è un flop.
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