Economia

Impresa & sociaità, la carica dei 30enni

«E' uno dei dati più significativi, la maggior parte delle coop sono avviate da persone di quell’età». Franco Marzocchi analizza il Rapporto Cgm. E dice: «Con un nuovo Welfare sarà vero boom»

di Francesco Agresti

Prossimo obiettivo: raggiungere quota 10mila». Per niente sorpreso dai dati del Terzo rapporto sulla cooperazione sociale , Franco Marzocchi, presidente di Federsolidarietà, indica la prossima meta. Vita: Quella delle cooperative sociali sembra una crescita inarrestabile… Franco Marzocchi: Sono convinto che anche nei prossimi anni assisteremo, anche se a ritmi inferiori, a una crescita continua, accompagnata dal consolidamento delle esperienze avviate. Molto dipenderà da come sarà riorganizzato il Welfare. Attualmente assistiamo a un atteggiamento ambiguo: da una parte si favoriscono processi di privatizzazione, dall?altra il ritorno dello statalismo. Ma sono modelli antitetici allo sviluppo della cooperazione sociale che è invece centrato sul concetto di sussidiarietà e sullo sviluppo sociale ed economico della comunità locale. Vita:Il confronto con il mondo del profit è inevitabile. Chi ci guadagna? Marzocchi: Mi auguro che ci sia una contaminazione reciproca. È un confronto utile perché il profit ha elaborato dei modelli organizzativi efficienti che possono essere adottati anche dal non profit per migliorare il funzionamento di cooperative e imprese sociali. Credo che anche il profit abbia interesse a confrontarsi, perché ci si sta rendendo conto che il successo di un?impresa dipende sempre più dalla reputazione che si costruisce ponendo al centro delle politiche aziendali valori che danno vita a uno sviluppo sostenibile. Vita: Come giudica la crescita e il ruolo dei consorzi? Marzocchi: I consorzi rappresentano lo sviluppo del sistema delle cooperativa applicato alle persone giuridiche. Sono organizzazioni che danno vita a un sistema distributivo in grado di mantenere elevati livelli di partecipazione nelle scelte e attribuire un maggior peso contrattuale, rendendo sostenibile il confronto con gli altri soggetti economici. Mi auguro si possa realizzare al più presto su tutto il territorio nazionale una rete distributiva non solo di beni e servizi, ma anche della cultura della cooperazione sociale, una sorta di polo di attrazione per quelle persone che vogliono avvicinarsi alla cooperazione e che sono in grado di organizzare la promozione della qualità sociale sul territorio. Vita: Crescono anche i volontari delle cooperative sociali, segno evidente che queste strutture sono fortemente permeate di idealità … Vita: La presenza dei volontari rappresenta una cartina di tornasole, dimostra che le cooperative sociali sono anche sostanzialmente, e non solo formalmente, dei soggetti non profit: nessuno, infatti, spenderebbe del tempo, delle energie fisiche e intellettuali sapendo che verranno sfruttate economicamente a favore di qualcun altro. La loro presenza è inoltre un segnale inequivocabile della qualità delle imprese: chi impiegherebbe il proprio tempo in un?impresa che non è efficiente e che rischia di rendere improduttivo ciò che si fa? Vita: La futura legge sulle imprese sociali è un pericolo o un?opportunità? Marzocchi: Credo rappresenti un?occasione di crescita delle cooperative sociali, a patto che sia garantita la presenza di quegli elementi che ne hanno decretato il successo: la mancanza sostanziale di interessi di soggetti profit, l?autonomia dal contesto pubblico e la garanzia della partecipazione di tutti i soggetti interessati. Vita: Anche se in ritardo, nel Sud le cooperative stanno dando segnali di ripresa? Marzocchi: Un segnale positivo. I dati di alcune regioni sono però da depurare. Ci sono stati casi, come quelli degli Lsu in Sicilia, in cui vi è stata una crescita eterodiretta e la promessa di lavoro ha deformato la crescita del tessuto imprenditoriale. È invece significativo che la maggior parte delle imprese sono avviate da 30-40enni che credono alla possibilità di uno sviluppo autonomo e indipendente. Vita: Cosa accadrebbe se in Italia non ci fosse la cooperazione sociale? Marzocchi: Si registrerebbe un immediato arretramento complessivo della qualità sociale della vita. Chi sarebbe in grado di produrre beni ed erogare servizi con la stessa efficacia e agli stessi costi? Centinaia di migliaia di persone non potrebbero più godere dei servizi che invece oggi, grazie alle cooperative sociali, riescono a ricevere.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA