“Imprenditorialità responsabile”, pubblicazione Ue sulla Csr

Un lavoro di ricerca e analisi realizzato da un gruppo di esperti provenienti dagli Stati dell?Unione Europea, che ha portato alla selezione di 25 casi di imprenditorialità responsabile promossi e realizzati da piccole e medie imprese (PMI) europee: è la recente pubblicazione “Imprenditorialità responsabile” curata dalla Direzione generale per le imprese che fa capo alla Commissione Europea.

?Abbiamo collaborato alla realizzazione della pubblicazione dedicata alle PMI per diffondere le best practices tra le PMI e supportare lo sviluppo di strategie, politiche e pratiche di Corporate Social Responsability (CSR)” ha spiegato Elena Biglietti, del gruppo di lavoro del Progetto CSR ? SC, del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, “Infatti questo è uno degli obiettivi del Progetto CSR – SC che è stato elaborato in quasi tre anni di lavoro dal Ministero del Welfare al fine di fare proprio l?invito della Commissione Europea di definire ed attuare azioni e strategie mirate alla promozione di pratiche di CSR. Il progetto si basa su un approccio volontario alla CSR e intende dedicare particolare attenzione al fulcro vitale dell?economia del nostro Paese, le piccole e medie imprese. Ciò è testimoniato anche dal Social Statement, lo strumento proposto per l?autovalutazione delle performance di CSR delle imprese in relazione agli stakeholder, volutamente realizzato considerando le caratteristiche e le esigenze delle PMI”.

Il concetto di imprenditorialità responsabile si esprime attraverso una strategia imprenditoriale che non trascuri i rapporti dell?azienda con i suoi numerosi interlocutori sociali, con la comunità e con l?ambiente. Ciò è in linea con il dettato del Consiglio europeo di Lisbona del 23/24 marzo 2000 che ha fissato come obiettivo strategico per l?Unione, per il prossimo decennio, quello di diventare un?economia basata sulla conoscenza più competitiva e dinamica del mondo, in grado di realizzare una crescita economica sostenibile con nuovi e migliori posti di lavoro e una maggiore coesione sociale. Le PMI rappresentano dunque elementi fondamentali per il raggiungimento di tale obiettivo, in quanto forza trainante dell?innovazione, dello spirito imprenditoriale e della competitività.

Gli esempi citati in questa pubblicazione sono un primo tentativo da parte della Comunità Europea di dar visibilità ai contributi sociali forniti dalle PMI su scala europea. Infatti, migliaia di PMI sono impegnate in cause sociali ed ambientali di cui non si ha conoscenza, poiché le aziende in questione non dispongono di sufficienti risorse economiche per provvedere a darne comunicazione.
Tra le piccole medie imprese europee analizzate nella pubblicazione c’è anche Filo diretto Onlus, società non profit del Gruppo Filo diretto, impegnato in molte iniziative a favore dell?infanzia in Italia e all’estero (come l’adozione a distanza che ha coinvolto 80 bambini di Ganda, Angola, e ristrutturazione di un edificio per il potenziamento dei servizi scolastici a favore della comunità di Ganda in collaborazione con la Diocesi di Benguela; il miglioramento delle strutture di degenza nei reparti pediatrici di alcuni ospedali italiani; l’organizzazione di un?iniziativa terapeutica inedita, una vacanza a favore dei giovani pazienti del reparto pediatrico dell?Istituto Nazionale dei Tumori di Milano).

?E? un onore essere stati inseriti in questa raccolta e, lo è ancora di più, essere stati scelti a rappresentare l?Italia come azienda che accoglie e promuove lo spirito di imprenditorialità responsabile sostenuto dall?Unione Europea” ha dichiarato Gualtiero Ventura, Presidente del Gruppo Filo diretto. “Il nostro impegno non si esaurisce, ma anzi si arricchisce in continuazione di nuove idee e di nuovi progetti che vorremmo sostenere, anche grazie all?appoggio e all?entusiasmo dello staff Filo diretto?.

www.filodiretto.it/onlus