Economia

Imprenditori da combattimento

Il caso del consorzio Goel: cooperatori sociali antimafia.

di Redazione

A Gioiosa Jonica, nel cuore della Locride, le 12 cooperative sociali del consorzio Goel (sigla che vanta un fatturato aggregato di 862mila euro e aderisce al circuito Cgm), danno lavoro a 650 ragazzi in una terra di 140mila abitanti, dove per tre giovani su quattro l?unico futuro possibile è la disoccupazione. Vincenzo Linarello, 35 anni, è il presidente di Goel. «Qui il primo compito della cooperazione sociale è proprio spargere il seme della legalità e della cittadinanza attiva, il resto viene dopo», spiega a Vita. Per questo a Gioiosa stanno addirittura attrezzando un ufficio legale a disposizione dell?imprenditoria sana che si occuperà di vigilare sul sistema degli appalti, «che oggi è il principale rubinetto da cui attingono le casse dei clan mafiosi», dice Linarello. Ma non solo. Per Goel anche il turismo può diventare uno scudo efficace contro la mafia. Ancora Linarello: «Due volte l?anno, una in estate, l?altra in inverno, organizziamo itinerari turistici di una settimana per far conoscere ai nostri ospiti i luoghi della ?ndrangheta che noi abbiamo restituito alla legalità». Un?ultima domanda, Linarello, quanto è pericoloso fare l?imprenditore sociale in Calabria? «Se mi chiede se ho paura, le rispondo di sì, che ne ho moltissima. Ma noi siamo nati per sottrarre i giovani dalle file della criminalità e non abbiamo alcuna intenzione di fermarci proprio adesso».

Info: Consorzio Sociale GOEL


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