Non profit
Impatto zero: la scienza, il marketing
Vita esce da ottobre scorso in carta riciclata e con la confezione in MaterBi.
Buongiorno, siamo lettori di Vita da anni. Apprezziamo molto i suoi contenuti e l?approccio. Perciò chiediamo un chiarimento sulla pubblicità fatta da Vita a se stessa dicendo che il settimanale è in carta riciclata, in Mater-Bi e a impatto zero. Ricevo anche il magazine Lifegate e non capisco perché, se avete aderito alla loro, lodevole, iniziativa non lo comunicate a dovere. Impatto zero, infatti, come dice Lifegate, significa proteggere foreste, da quel che capiamo (lo si dice chiaramente anche sull?ultimo Harry Potter, nella prefazione), ma dove sono le foreste di Vita? Grazie e ancora complimenti.
Carlo e Giuseppe, email
Carissimi, un po? di chiarezza e di scienza, please. Impatto zero non è un logo, e soprattutto non è, solo, il nome di un marketing simpatico e azzeccato, quello di Marco Roveda con la sua filiera di aziende new age e olistiche, dalla radio alla clinica o ai prodotti per il benessere. Impatto zero non è una fascetta in carta patinata (altro che impatto zero!) da mettere come sovracoperta a un libro, magari Harry Potter, per vendere un po? di più e con meno sensi di colpa. Impatto è un termine tecnico (che discende dal latino impingere, spingere contro) che il Grande Dizionario Garzanti definisce come: “L?incontro di un corpo mobile con una superficie”. Per estensione, lo definisce anche ?scontro? e, tra le varie esemplificazioni di questa definizione, riporta l?espressione ?impatto ambientale?, definendola come “L?azione di una causa fisica sull?ambiente naturale”.
Impatto zero, termine che compare nella ricerca e persino nella legislazione dai primi anni 80, significa ridurre questo scontro sino allo zero. Ed è quello che Vita fa dall?ottobre scorso con la scelta di una carta riclicata al 100% e con la confezione in MaterBi, un materiale idrosolubile e completamente biodegradabile. Impatto zero, per Lifegate significa ?compensare? i danni fatti all?ambiente prendendosi cura di qualche metro quadro di verde (a proposito, sarebbe comunque trasparente dare dei rendiconti economici e ambientali).
Ma questa è, appunto, una trovata. Impatto zero da sempre significa, innanzitutto, cominciare a non fare danni.
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