Formazione
Imparare sì, ma senza fretta
In una primaria statale ligure si adotta il metodo naturale che porta i bambini ad apprendere le materie tradizionali in modo più dolce e meno schematico. Così si valorizzano le abilità e si rispettano i tempi di ciascuno. Le maestre: «Resistiamo alla pressione di una società troppo competitiva»
Qui la matita rossa e blu è abolita, non esiste il concetto di primo o ultimo della classe e la lavagna si usa solo per spiegare, non per metterci dietro il bambino che "disturba". Lo chiamano "metodo naturale" di apprendimento, ed è in uso da anni alla scuola primaria statale di Belaso, sui monti della Val di Magra in provincia della Spezia. Una scuola conosciuta in zona per aver istituito una sezione speciale, quella naturale appunto, che stimola la cooperazione e non la competizione tra bambini, rispettandone i tempi e le esigenze e valorizzando la diversità rispetto alla standardizzazione dell'apprendimento. Un esempio tanto interessante da essere stato inserito nella Mappa dell'Italia che cambia nella sezione educazione.
Che questa scuola sia diversa si capisce subito, anche solo dando uno sguardo agli ambienti: non solo aule tradizionale ma anche altri spazi in cui i bambini possono giocare, una biblioteca ben fornita e aperta agli altri istituti del territorio, oltre alla “Casa dei Suoni”, un ambiente dedicato ai bambini diversamente abili dove produrre in libertà suoni e ritmi.
Ma la vera novità sta nel metodo. Niente conoscenza calata dall'alto, ma la creazione di una serie di stimoli mediante i quali ciascuno, in base ai propri tempi, arriva autonomamente alla conoscenza, sviluppando gli strumenti che ha già dentro di sè e che sono necessari per arrivare a strutturare il linguaggio in forma scritta. Prima di imparare l’ortografia, dunque, i bambini comunicano attraverso proprie forme di espressione non convenzionali, e l’insegnante non punta a correggerli ma ad affiancarli nel processo che li porterà al risultato finale. “Ci facciamo spiegare i concetti che hanno riprodotto nel loro codice personale”, spiega Donatella Mezzani (nella foto è a scuola!), una delle insegnanti, “per poi tradurlo nella nostra scrittura convenzionale”.
Altro pilastro del metodo naturale è l’apprendimento cooperativo. I bambini vengono incoraggiati ad aiutarsi vicendevolmente e lavorano in piccoli gruppi di tre o quattro che si trovano a vari livelli di apprendimento, in modo che si possano correggere e stimolare tra loro. In questo modo l'apprendimento è più lento di quello convenzionale, chiariscono le maestre, convinte che “affidarsi alla lentezza in un’epoca che ci impone di produrre sempre di più e più in fretta è una sfida importante”. Ma ne vale la pena. Il tutto sempre con il sostegno dei genitori, la cui fiducia e approvazione si sono ottenute attraverso un dialogo costante e la capacità da parte delle insegnanti di “reggere l’ansia da prestazione in una società che ti chiede continuamente di fare presto e bene”.
Foto di Erica Canepa tratta dal sito Italia che cambia
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