Nel mondo ce ne sono diverse, anche se sono quattro le principali e tutte nate da poco non senza obiettivi alti e difficoltà pratiche. Forbes dedica loro uno speciale, ghiotta occasione per fare il punto su queste istituzioni, che secondo la definizione del periodico “mobilizzano capitale privato per il bene pubblico”. Eccole:
1 – SSE – Social Stock Exchange di Londra
Nel giugno del 2013 venne lanciata questa piattaforma dedicata all’impact investment. Non una vera e propria Borsa, quindi, ma un sito in cui vengono fornite informazioni economiche ed azionarie sulle aziende, quotate nella Borsa tradizionale, che rispettano i criteri fissati dalla SSE e che quindi ne fanno parte: perseguire e realizzare un “impatto sociale” o ambientale misurabile e dimostrabile. Al momento sono 12 le imprese che hanno superato la selezione, e si spera che molte altre si aggiungeranno in futuro.
2 – IIX – Impact Exchange di Singapore
Nata nello stesso periodo della cugina londinese, gemellata con la Stock Exchange of Mauritius (che attinge anche ai mercati africani), attualmente è l’unica Borsa sociale propriamente detta in funzione al mondo. Peccato che per ora non abbia neanche un’azienda quotata, ma i promotori hanno annunciato l’apertura ufficiale dei listini, e quindi degli scambi, per metà 2014. I requisiti richiesti alle imprese sono ambiziosi e più stringenti rispetto ad altri mercati: avere come core business una causa sociale e dimostrare un impatto reale a favore dei poveri e delle comunità vulnerabili.
3 – SVX – Canada Social Venture Connexion
Aperta da settembre 2013, è un portale che connette gli investitori accreditati a imprese sociali a caccia di finanziamenti. Per ottenere l’accredito gli investitori devono essere fondi venture sociali, impact investing fund o altre organizzazioni non profit che possano dimostrare responsabilità sociale e ambientale. Al momento gli investitori della SVX sono 12 e tutti canadesi, ma l’iniziativa ha solo sei mesi di vita. Il portale collabora anche con il governo al fine di esaminare e certificare la responsabilità sociale di investitori tradizionali.
3 – MM – Mission Markets di New York
E’ la più “anziana” (quattro anni di vita): un sito dedicato agli scambi e investimenti di capitale privato nelle “social enterprises” americane. In pratica è un hub dove potenziali investitori e imprese sociali si incontrano, si scambiano documenti e due diligence (realizzati dallo staff di MM) e concludono le transazioni attraverso broker. La differenza con le altre tre istituzioni è che MM è privata e intende restarlo, il governo e le istituzioni pubbliche ed economiche sono completamente estranee alla sua attività, il che significa sicuramente meno controlli, ma anche più velocità ed efficacia, almeno immediata. Da sottolineare infine che i criteri per essere considerati “impresa sociale” da MM sono meno stringenti che altrove.
Oltre a queste quattro “borse sociali” consolidate, aggiunge Forbes, altre iniziative simili – o con obiettivi simili – sono sorte in altri paesi del mondo.
In Brasile per esempio c’è la Bolsa de Valores Sociais, un progetto che intende sostenere e sviluppare il non profit raccogliendo donazioni e investimenti dalla Borsa tradizionale;
in Sud Africa la Johannesburg Stock Exchange ha creato fin dal 2004 uno speciale indice dedicato alle imprese quotate “ad alto valore sociale”, il
Socially Responsible Index;
in Kenya il Social Investment Exchange, fondato nel 2009, promuove investimenti in aziende kenyote che dimostrino responsabilità sociale e ambientale. Da tenere d’occhio, infine, un’altra idea carioca che vedrà la luce nei prossimi mesi:
si chiama BRIIX e promette di indicare alle imprese quotate la strada migliore per fare impact investing di qualità. Staremo a vedere.
Nessuno ti regala niente, noi sì
Hai letto questo articolo liberamente, senza essere bloccato dopo le prime righe. Ti è piaciuto? L’hai trovato interessante e utile? Gli articoli online di VITA sono in larga parte accessibili gratuitamente. Ci teniamo sia così per sempre, perché l’informazione è un diritto di tutti. E possiamo farlo grazie al supporto di chi si abbona.