Politica
IMMIGRAZIONE. Slitta la blue card
Il Consiglio dell'Unione ha posticipato l'adozione della direttiva che dà libero accesso agli extracomunitari più qualificati all'8 dicembre
Temporaneo stop all’adozione della direttiva sulla carta blu che ha lo scopo di liberalizzare l’accesso di immigrati extracomunitari qualificati in Europa con un permesso di soggiorno valido in tutti gli stati per tre anni e rinnovabile per altri due. La Carta blu permetterà inoltre al suo titolare di beneficiare del ricongiungimento familiare e della protezione sociale dello Stato interessato.Secondo la proposta di direttiva, presentata dall’europarlamentare tedesca Ewa Klamt (Ppe), potrebbero avere accesso al permesso di soggiorno europeo i cittadini extracomunitari che dimostrino di svolgere nel paese d’immigrazione un “impiego altamente qualificato”. Con “lavoro altamente qualificato“, s’intende l’esercizio di un «lavoro reale ed effettivo», sotto la direzione di un’altra persona, per il quale un individuo è retribuito e per il quale sono richiesti titoli di istruzione superiore (laurea, diploma o master riconosciuti negli stati membri) e un’esperienza lavorativa di almeno 3 anni.
Il Consiglio dell’Unione, composto dai ministri dell’interno dei dei 27 stati membri e competente in materia, avrebbe dovuto licenziare domani il testo della direttiva, sul quale si è già raggiunto un accordo politico. Il voto è invece stato rimandato all’8 dicembre prossimo, per permettere al Consiglio di valutare le obiezione e gli emendamenti formulati dal Parlamento europeo nell’ultima seduta.
La strada scelta per approvare la direttiva è quella consultiva: il consiglio dell’Unione deve quindi sentire il parere del Parlamento in merito al testo del provvedimento, ma non è vincolato all’adozione degli emendamenti e delle osservazioni che emergono nel dibattito parlamentare. Si pensava dunque che, una volta raggiunto l’accordo politico a livello di consiglio, l’adozione della direttiva rappresentasse una formalità, da sbrigare all’inizio della riunione di domani.
E invece la presidenza francese ha spiazzato tutti, annunciando di voler prendere in considerazione i rilievi emersi dal dibattito parlamentare dello scorso 20 novembre. Tra i tanti punti sollevati dal Parlamento europeo, la necessità di escludere la blue card dai diritti personali dell’immigrato che ne ha diritto. Secondo i deputati, gli stati membri dovrebbero poter bloccare l’ingresso degli stranieri dotati di blue card in base alle esigenze del mercato interno, preferire loro, se ci sono, lavoratori autoctoni altrettanto qualificati. Dibattito anche sulla soglia minima di retribuzione prevista per chi possiede la blue card. La proposta originaria (del consiglio) prevede infatti che i candidati al permesso di soggiorno europeo abbiano un salario minimo pari almeno a 1,5 volte del salario medio del paese ospitante. Gli eurodeputati hanno chiesto invece che l’asticella salga all’1,7. Ma su questo, il Consiglio d’Europa ha annunciato che non ci sarà margine di trattativa.
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