Famiglia
Immigrazione, se il buon senso si fa legge
Un serio tentativo di fronteggiare in modo serio un fenomeno ricco e complesso. Francamente mi sembra importante che si punti a un clima di fiducia e di cooperazione...
Un passo piccolo ma intelligente, con tanto buon senso, sulla strada dell?integrazione degli immigrati nel nostro Paese. Mi sembra importante sottolineare questa settimana il varo del disegno di legge del governo che modifica la legge Bossi-Fini.
Mi sembra che in questo caso non ci sia stato il desiderio di rovesciare i contenuti di una legge fatta dallo schieramento opposto, quanto piuttosto il tentativo di fronteggiare in modo serio un fenomeno nuovo e complesso, interpretando le istanze che arrivano dalla società civile, quella italiana, che ormai conosce e distingue, analizza e propone. Francamente mi pare rilevante tornare ad uno Stato di diritto senza se e senza ma, nel quale i reati restano reati, ma vengono puniti indipendentemente dalla provenienza geografica o etnica di chi li commette. Deve davvero crescere un clima di fiducia e di cooperazione, di solidarietà e di stima. Esistono centinaia di migliaia di uomini e di donne che giorno dopo giorno migliorano la nostra vita perché lavorano assieme a noi in un Paese che ha bisogno di tutti.
Ho la sensazione che Amato e Ferrero abbiano saputo cogliere questa speranza trasformandola in norme intelligenti e attente, sul versante sia della sicurezza che della prospettiva di medio termine. La bravura adesso deve essere quella di riuscire ad applicare le norme in corsa, passando da un regime all?altro senza vuoti e senza buchi, senza rattoppi, senza ipocrisie.
Il mondo del volontariato può essere uno strumento fondamentale per gestire questa fase assieme alle istituzioni e ai mass-media. A noi giornalisti il compito di capire e rappresentare un mondo pieno di luci e di ombre, senza infingimenti ma anche senza pregiudizi.
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