Famiglia

Immigrazione: sbarchi, tragedie, arresti. Una scheda

Ieri l'enesima tragedia: 12 morti e 92 dispesi al largo di Capo Rossello

di Redazione

Sono tredici i morti e 92 i superstiti – ma il bilancio e’ ancora provvisorio – della tragedia della immigrazione clandestina avvenuta ieri al largo di capo Rossello, lungo la costa agrigentina. Gli oltre cento immigrati clandestini naufragati, sono stati probabilmente sbarcati da un mercantile che si e’ fermato ad una ventina di miglia dalla costa siciliana. Lo sostengono numerosi avventori del ristorante la Playa, a pochi metri dalla spiaggia di Montallegro. Secondo una prima ricostruzione gli oltre cento clandestini, trasbordati di notte sul barcone, erano fermi a duecento metri dalla riva in attesa di sbarcare, a notte fonda. Il fortunale li ha sorpresi sulla barca, probabilmente il panico li ha aggrediti, l’imbarcazione si e’ capovolta e sono finiti in acqua. Chi sapeva nuotare si e’ salvato, dirigendosi verso la riva, altri hanno cercato di portare in salvo donne e bambini, tutti hanno tentato di aggrapparsi ad uno scoglio affiorante, la Rocca Gucciarda, unica speranza di salvezza: ma la roccia, troppo piccola per accogliere tutti i naufraghi, ha potuto far posto soltanto ad una quarantina di essi. Gli altri hanno raggiunto a nuoto la riva, riuscendo a dare l’allarme: c’e’ il sospetto, tra le forze di soccorso intervenute, che almeno nove, tra i morti, possano non avere retto la presa sullo scoglio, finendo, stremati, in acqua. I soccorritori, infatti, avrebbero recuperato attorno alla roccia affiorante i corpi di nove vittime. Altri due cadaveri erano intrappolati sotto il vano motore della barca, le ultime due vittime, due donne, galleggiavano sull’acqua e sono state individuate dall’elicottero del Sar di Trapani. Il comando dei soccorsi ritiene difficile la presenza di altri cadaveri in acqua ed ha disposto il rientro dell’elicottero dell’aeronautica militare: le condizioni di mare abbastanza calmo provocano uno scarroccio di non piu’ mezzo miglio dal luogo della tragedia, di detriti, vestiti ed altri oggetti, e la zona di mare perlustrata sin dopo l’alba dall’elicottero che si e’ abbassato fino a 200 piedi sul livello dell’acqua, illuminando l’area con una potente fotoelettrica, e’ arrivata sino a capo Bianco, ad est di Agrigento. Il problema dell’ immigrazione presenta aspetti molto diversi. Ecco alcuni dei termini del problema: – I PIU’ GROSSI SBARCHI – Dopo lo sbarco eccezionale del mercantile ”Vlora” nel porto di Bari con a bordo almeno 16 mila albanesi, avvenuto il 9 agosto 1991, si susseguono con ritmo incessante gli arrivi di clandestini in Italia. Il singolo carico più numeroso è del 1997, quando a Bari, a bordo della motocisterna ”Irini”, proveniente dall’Albania, arrivano 1223 persone. Ma anche a marzo di quest’anno 928 clandestini sono arrivati in Sicilia a bordo della ”Monica” e dall’ inizio del 2002 la Calabria ha visto almeno 14 sbarchi con un arrivo complessivo di oltre 1400 persone. – ”CARRETTE DEL MARE”, UN AFFARE PER I CLAN – Sono così chiamate le navi-rottame, vecchi traghetti, piu’ spesso mercantili, pescherecci e navi cisterna, usati per sbarchi di massa dopo traversate in condizioni drammatiche di uomini, donne e bambini stipati in ogni angolo di quelle imbarcazioni. Quei natanti rappresentano un grande affare per le organizzazioni criminali, anche perche’ il prezzo imposto ai clandestini e’ superiore a quello chiesto per la traversata in gommoni. Comprate dai clan per somme di denaro modeste, quelle imbarcazioni fruttano miliardi perche’ in grado di trasportare migliaia di persone. – MEZZI SEQUESTRATI” – L’ azione di contrasto contro l’ immigrazione clandestina si e’ sostanziata anche nella distruzione dei natanti utilizzati per fare entrare clandestini in Italia e che nell’ ultimo anno ha fatto segnare, rispetto a quello precedente, un aumento del 47%. – UNA SCIA DI TRAGEDIE – La ‘rotta dei clandestini’ e’ spesso teatro di sciagure. Quest’ anno, prima di quello della scorsa notte, e’ stato caratterizzato da un altro naufragio. Il 7 marzo, al largo dell’ isola di Lampedusa, un natante, con almeno 65 curdi, si ribalta, forse per le avverse condizioni del mare e il forte vento. Saranno recuperati 12 cadaveri. Incerto restera’ il numero dei dispersi, forse circa 40. Seguono poi altre vittime del mare, allargo di Otranto (sei morti) e nei pressi di Castro, nel leccese (quattro morti). Ma il piu’ grave, per numero di morti, tra i piu’ recenti naufragi resta quello della notte di Natale del 1996: almeno 200, ma forse piu’ di 300, clandestini muoiono annegati nel tratto di mare tra Malta e la Sicilia, dopo lo scontro tra il cargo libanese ”Friendship” e la motonave ”Yohan”. Capita, poi, che i clandestini vengano abbandonati o scaraventati in mare dagli scafisti, che, per non essere arrestati dalle autorita’ italiane, giunti a ridosso delle acque italiane, abbandonano la nave fuggendo con i gommoni dei complici. E altri clandestini sono morti soffocati negli stretti spazi ricavati sui camion con i quali tentavano di entrare in Italia. L’ ultimo anello di questa disperata catena il 31 agosto scorso, quando, su un camion proveniente dalla Grecia, muoiono soffocati quattro giovani curdi. Altri due loro compagni moriranno, in ospedale, a pochi giorni di distanza. – ESPULSIONI: da luglio a dicembre 2001, gli stranieri effettivamente allontanati dall’Italia sono stati 42.087 rispetto ai 33.361 da gennaio a giugno e sono stati intimati 28.781 stranieri contro 29.390. Nell’ ultimo anno le espulsioni effettivamente eseguite hanno registrato un incremento del 32 %. – ARRESTI: i trasportatori arrestati nel secondo semestre dello scorso anno sono stati 121 contro i 79 dei primi sei mesi (+53,2%), e i mezzi sequestrati sono stati 99 contro gli 80 del periodo precedente, con un aumento del 23,7%. Negli ultimi dodici mesi gli arresti di trafficanti di uomini sono aumentati del 50%. – IL PROBLEMA NELLE CARCERI – secondo i dati piu’ recenti, i detenuti nelle carceri italiane sono oltre 55.000, circa sedicimila dei quali (quasi un terzo) sono immigrati extracomunitari. Le colonie estere piu’ rappresentate in carcere sono quelle di Marocco e Albania. (ANSA). RED


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