Volontariato

Immigrazione: piattaforma delle associazioni per il futuro governo

Il documento, sottoscritto da circa 25 organizzazioni, chiede più facilità di ingresso per chi ha un lavoro e più diritti per i rifugiati

di Gabriella Meroni

Al dibattito tra le forze politiche sull’immigrazione, nell’imminenza delle elezioni, le associazioni di diversa ispirazione, laiche e religiose, attive nel campo dell’immigrazione e dell’asilo rispondono con una proposta operativa che faccia da base per i lavori del prossimo Parlamento. Il documento, sottoscritto da circa 25 organizzazioni – dalle Acli all’Arci, dal gruppo Abele alla Comunita’ di S.Egidio, alla Fondazione Migrantes (Cei), al CIR (Consiglio italiano per i rifugiati) – suggerisce alcune soluzioni per migliorare le norme riguardanti immigrati e rifugiati. La proposta parte dall’osservazione di come oggi l’immigrato sia di fatto ‘costretto’ a percorrere vie illegali. Le possibilita’ di ingresso ‘per chiamata nominativa’ o per ‘sponsorizzazione’ resterebbero infatti quasi completamente inutilizzate – spiegano le associazioni nel documento – se gli immigrati non entrassero in contatto, mediante ingressi e soggiorni illegali, con il potenziale datore di lavoro o con il potenziale sponsor. Dal momento, poi, che la presentazione di una domanda di asilo sospende i provvedimenti di allontanamento dal territorio dello Stato, il rischio di un uso improprio delle procedure per il riconoscimento dello status di rifugiato da parte dell’immigrato clandestino che sia sottoposto a controlli – prosegue il documento – e’ evidente; non meno evidente e’ il rischio che misure di contrasto dell’immigrazione clandestina incidano negativamente sui diritti di persone che hanno davvero bisogno di protezione internazionale. Che fare allora? Il documento delle associazioni individua come possibile soluzione la possibilita’ che al soggiorno legale di breve durata (per motivi di turismo, di visita ai familiari, di affari, ecc.), oggi consentito allo straniero che dimostri di potersi mantenere autonomamente, corrisponda la facolta’ di svolgere attivita’ lavorativa occasionale. Lo straniero dovrebbe avere poi la possibilita’ di prolungare il soggiorno sulla base degli ulteriori mezzi di sostentamento cosi’ guadagnati, e di stabilizzarlo, ottenendo un permesso di lunga durata, nei casi in cui riesca a ottenere un’occupazione o una attivita’ autonoma sufficientemente solide. Consentire un decorso legale alla fase di ricerca di lavoro dovrebbe, a parere delle associazioni, ridimensionare significativamente il problema dell’immigrazione clandestina e, allo stesso tempo, assestare un colpo decisivo ai traffici delle organizzazioni criminali. Si sgonfierebbe inoltre il rischio di un uso improprio della richiesta di asilo e di un’interferenza tra le politiche di controllo dell’immigrazione e la piena attuazione del diritto d’asilo garantito dalla Costituzione. Tra gli altri suggerimenti delle associazioni: il diritto al ricorso sul posto rispetto a qualunque decisione negativa sulla domanda d’asilo, il diritto all’assistena e/o allo svolgimento di attivita’ lavorativa per il richiedente asilo, l’adozione di misure di protezione complementare per chi, non potendo essere riconosciuto rifugiato ai sensi della Convenzione di Ginevra, non possa tuttavia essere rimpatriato a causa – ad esempio – di situazioni di violenza generalizzata.


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