Volontariato
Immigrazione: mille ragioni contro il disegno di legge
Commento di Livia Turco
di Livia Turco
In questi giorni il governo Berlusconi dovrebbe presentare la riforma della legge sull?immigrazione. Voglio esprimere le ragioni di una contrarietà molto netta al metodo con cui è stata costruita questa riforma, e ai contenuti che sono stati annunciati. Anzitutto il metodo, che tante volte è sostanza delle cose. Soprattutto quando si esercita il governo del paese. E? legittimo che una nuova coalizione voglia riformare una legge fatta da quella precedente. Ma, anche se espressione di un punto di vista culturale diverso, questo esecutivo avrebbe dovuto prima di tutto compiere un?attenta valutazione dei risultati applicativi della legge in vigore e chiedersi, per migliorare le cose, quanto essi siano addebitabili alle norme e quanto all?amministrazione o ai soggetti applicativi. L?immigrazione è un tema su cui molti soggetti sociali si stanno cimentando: associazioni, imprenditori, chiesa. Il loro sapere è fondamentale per fare buone norme. Il governo invece ha scelto una strada diversa. Cambierà la legge perché questo è l?impegno di quattro anni di pesante campagna contro di essa, senza guardare ai meriti e ai successi. Lo fa nel segreto delle stanze facendo trapelare solo lo scontro tra le diverse linee e senza aver ascoltato e coinvolto nessuno di coloro che ogni giorno vivono da vicino il problema.
Era stata annunciata una radicale riforma della legge Turco-Napolitano. In realtà, il disegno di legge che sarà all?esame nei prossimi giorni è solo una correzione molto negativa e di basso profilo della legge in vigore, e avrà come esito quello di rendere più difficile l?immigrazione regolare, di rendere più ?grama? la vita degli immigrati e, indirettamente, di aumentare l?immigrazione clandestina.
Le correzioni annunciate riguardano le espulsioni e l?introduzione del reato di permanenza clandestina (fino a cinque anni di galera), il permesso di soggiorno subordinato al contratto di lavoro, la riduzione dei ricongiungimenti familiari al solo coniuge o al figlio (una perfidia davvero inutile), l?eliminazione della figura dello sponsor, così importante per regolare alcune figure del mercato del lavoro, e tante altre piccole limitazioni alla vita degli immigrati.
Il messaggio della proposta del governo è chiaro: l?immigrato è solo un lavoratore ospite e non un nuovo cittadino. Chiederò all?Ulivo di contrastare questa proposta di legge, proprio a partire dalla sua efficacia, e poi dai suoi valori di fondo. Per noi, centrosinistra, l?immigrato è una persona dotata di diritti e doveri con la quale costruire un patto di cittadinanza. Per rendere chiaro questo messaggio e coinvolgere tanti cittadini, credo che sia importante lanciare una vera e propria campagna sul tema. Ai gazebo di Bossi contro gli immigrati, mi auguro si possano vedere presto i gazebo del centrosinistra che dicono nettamente che l?immigrato è una persona.
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