Formazione

Immigrazione: le rimesse per progetti di sviluppo

E' la proposta di Microfinanza srl e la ong Cospe che oggi lanceranno l'idea in un convegno a Torino

di Redazione

Nel 2001 le rimesse degli immigrati in Italia hanno toccato un nuovo livello record: 749 milioni di euro, il 27,4% in più dell’anno precedente. Per trasferire questo risparmio senza taglieggiare gli immigrati e per valorizzarlo come risorsa per lo sviluppo dei paesi di provenienza, Microfinanza srl e la ong Cospe hanno avviato un progetto con la Comunità marocchina di Livorno e l’organizzazione di microfinanza marocchina Amos, con la collaborazione del Monte dei Paschi di Siena. Di questo e di altre iniziative analoghe, in particolare di un altro progetto a Scutari in Albania, si parla oggi a Torino al seminario di lavoro “Migrazioni e cooperazione allo sviluppo” organizzato dal Cespi, Centro Studi di Politica Internazionale di Roma, con la collaborazione dell’organizzazione non governativa Lvia, Associazione Internazionale Volontari Laici, nell’ambito del Programma Migraction (Sala “Domenico Carpanini”, Comune di Torino). Il seminario ha l’obiettivo di identificare ipotesi di azione della cooperazione allo sviluppo, e in particolare della cooperazione decentrata, per la valorizzazione delle migrazioni e delle rimesse dei migranti ai fini dello sviluppo locale dei paesi di origine. Nel 2001, secondo i dati dell’Ufficio Italiano Cambi resi pubblici dal Bollettino della Banca d’Italia, le rimesse degli immigrati nel nostro paese hanno raggiunto la cifra record di 749 milioni di euro, poco meno di 1.500 miliardi di vecchie lire. Nel 2000 ammontavano a 588 milioni, dunque l’incremento è stato del 27,4%. Le rimesse degli emigrati italiani invece decrescono: dai 389 milioni di euro del 2000 a 359 milioni nel 2001. Una parte crescente di questo risparmio è destinato a paesi in via di sviluppo. Secondo la ricerca dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (Ilo) e della Caritas di Roma, presentata l’anno scorso, nel 2000 il 52% delle rimesse andavano verso paesi dell’Asia, dell’Africa e dell’America Latina e un altro 2% a paesi dell’Est Europa. All’inizio degli anni ’90 ai paesi in via di sviluppo andava appena il 12% delle rimesse. Gli ultimi dati mensili dell’Ufficio Cambi, riferiti al febbraio 2002, danno il Sud del mondo al 54%. In ascesa è, in modo particolare, la destinazione Asia. Il mercato delle rimesse è dominato oggi, a livello internazionale e anche in Italia, da due aziende: Western Union (gruppo First Data) e MoneyGram (gruppo Viad Corporation). Le caratteristiche operative peculiari di questo mercato sono rappresentate principalmente dalla velocità di trasferimento del denaro e dalla sicurezza. In nome di esse ? e di una mancanza di alternative che non siano i trasferimenti informali a mezzo di conoscenti o di ?intermediari non formali specializzati? ? gli immigrati accettano costi per il servizio molto consistenti che talora superano il 20% della somma da spedire. In Italia Western Union e MoneyGram sono per il momento le uniche presenti sul mercato con una diffusione e capillarità notevole. Gli sportelli della Western Union si trovano anche in bar e supermercati e sono gestiti da una società italiana ? la Angelo Costa spa che unisce anche altri servizi per gli immigrati (telefonia, spedizioni di pacchi, ecc.). MoneyGram ha stipulato un accordo con Poste Italiane e si avvale pertanto dei suoi 14.000 sportelli in tutta Italia. Le rimesse degli emigrati sono, per molti paesi del Sud del mondo, una delle poche voci che evita il tracollo della bilancia dei pagamenti con l’estero. Ma potrebbero diventare anche una vera risorsa per lo sviluppo locale? Certo, se si considerano a pieno titolo risparmio disponibile per sostenere gli investimenti, che in molte realtà del Sud del mondo significa microcrediti alle microimprese locali. È questa la sfida lanciata da Microfinanza srl e dall?organizzazione non governativa Cospe di Firenze con il progetto di gestione delle rimesse degli immigrati marocchini della provincia di Livorno. Il meccanismo del progetto coinvolge la Comunità marocchina della provincia di Livorno, l?istituzione di microfinanza Amos di Khenifra (Marocco), il Monte dei Paschi di Siena e le filiali marocchine del Crédit Agricole. Il primo obiettivo di questo progetto è la trasmissione a costi ridotti e con tempi certi della rimessa. Inoltre vi è la non secondaria questione della accessibilità del servizio a tutti i familiari degli emigranti, anche se residenti in località rurali o montane. Sotto questo profilo, il ruolo della microfinanza è assolutamente indispensabile poiché, in molte realtà rurali dei paesi in via di sviluppo, l?unico ?sportello? bancario è rappresentato proprio dalle microbanche di villaggio. Il passaggio decisivo sarà poi l’utilizzo delle rimesse sul posto, attraverso l’organizzazione locale di microfinanza, per il finanziamento delle piccole attività economiche agricole e artigianali. Non è questo il primo caso di intervento della microfinanza nel mercato delle rimesse degli emigranti. Tra le altre principali esperienze avviate negli ultimi tempi ricordiamo: – Fie/Ffp (istituzione di microfinanza boliviana) che gestisce le rimesse della comunità boliviana in Argentina; – Banco Solidario (istituzione di microfinanza ecuadoriana) che gestisce le rimesse della comunità ecuadoriana in Spagna. La trasparenza nei trasferimenti delle rimesse e il loro utilizzo per lo sviluppo attraverso le organizzazioni del microcredito sono anche elementi di chiarezza rispetto ai rischi di riciclaggio e di utilizzo da parte della criminalità organizzata. Negli ultimi mesi da più parti si è parlato del trasferimento di denaro attraverso canali informali anche come fonte di risorse per organizzazioni terroristiche come Al Qaeda di Osama Bin Laden. Sgombrare il campo da dubbi sulla destinazione del denaro è quindi necessario. Organizzarne un utilizzo efficace per lo sviluppo è il modo più limpido per farlo arrivare a chi ne ha veramente bisogno.


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