Formazione
Immigrazione: le Regioni bocciano il ddl Bossi-Fini
Undici Regioni esprimono parere negativo sul testo della riforma alla legge sull'immigrazione predisposto dal governo
Bufera sul ddl Immigrazione, che oggi si trovava al vaglio della Conferenza dei Presidenti delle Regioni per il parere (non vincolante, ma certamente strategico) sul provvedimento che deve essere presentato alle Camere: undici regioni hanno letteralmente bocciato il testo.
?La proposta del Governo in materia di immigrazione merita un giudizio negativo, come ben 11 Regioni hanno motivato oggi al Governo ? ha dichiarato il Presidente Vasco Errani in un comunicato. – Non contrasta efficacemente la clandestinità, pone ostacoli al percorso di regolarizzazione, crea nuovi vincoli all?accesso al lavoro, provocando problemi al sistema produttivo. Inoltre con l?abolizione dello sponsor, la restrizione dei ricongiungimenti e altre misure ancora, il provvedimento non si armonizza fino in fondo con le norme europee, che pure rappresentano il limite che impedisce il completo stravolgimento della legge Turco-Napolitano. Infine il ruolo delle Regioni nella definizione delle quote è marginalizzato. Ho sottolineato, assieme ai Colleghi di altre Regioni, che così non si governa il fenomeno dell?immigrazione ma si sollevano nuovi problemi?.
Dello stesso parere il presidente della Regione Marche, Vito D’ Ambrosio, presente ieri alla riunione – con il vice presidente del Consiglio Fini – che ha preceduto la Conferenza dei presidenti delle Regioni e delle Province autonome dedicata all’esame del testo.
”E’ una proposta fortemente centralistica e restrittiva – ha commentato D’ Ambrosio – Il dissenso e’ di fondo, sull’impianto culturale, sociale e politico dello schema di legge. Se non mutera’ l’ impostazione, le Marche, come altre Regioni, troveranno serie difficolta’ ad assecondare le richieste degli imprenditori che hanno bisogno di nuova occupazione. Siamo una regione con la quasi piena occupazione (3,6% il tasso di disoccupazione) e se non avremo un provvedimento che agevola nuovi flussi in breve tempo – ha concluso – rischiamo di andare in crisi”.
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