Cultura

Immigrazione: la Cei auspica un’applicazione “larga” della Bossi-Fini

E i Dehoniano criticano aspramente la nuova legge

di Redazione

Una dura critica della legge Bossi-Fini, pubblicata oggi sulla Gazzetta ufficiale, e’ lanciata dal periodico dei Dehoniani ”Settimana”, diffuso soprattutto tra i sacerdoti italiani. Inoltre la fondazione della Cei, Migrantes, auspica che il kit per colf e badanti ”favorisca una interpretazione larga della legge sull’immigrazione”. La Bossi-Fini, si legge nell’editoriale di ”Settimana” e’ connotata da ”tecniche restrittive e cultura della ‘sicurezza”’ e suscita nei ”cristiani molte riserve”. E’ una legge che vuole fissare gli ingressi in modo ”unilaterale” pretendendo di stabilire ”il ‘se’, il ‘quanto’, il ‘quando’ e il ‘come’ senza troppo curarsi del perche’, cioe’ delle condizioni per cui si determinano i movimenti migratori dai paesi poveri ai paesi ricchi”. La legge, e il dibattito parlamentare che ne ha preceduto l’approvazione, per la rivista dei sacerdoti considera ”lo straniero come un intruso, da cui difendersi con ogni mezzo” e il ”tratto piu’ negativo” delle nuove norme ”non e’ nelle tecnologie giuridiche che adotta, ma nel messaggio che lancia contro una ragionevole politica di integrazione, cioe’ contro l’unico modo possibile per governare i fenomeni migratori senza esorcizzarli o subirli come calamita’ ineluttabili”. La rivista parla di ”deriva culturale” che ”consiglia di blindare non solo le frontiere, ma anche i sentimenti e i pensieri”. E, rilevato lo ”spirito di resa” di chi la pensa diversamente, si chiede se ”esistono in Italia energie in grado di rilanciare con vigore il tema culturale dell’integrazione?”. ”Se non avviene una diffusa presa di coscienza del carattere di ‘civilita” che il tema delle migrazioni suscita – e’ la conclusione – un eccesso di passivo allineamento, convinto od opportunistico che sia, puo’ offrire agli alfieri di tale cultura persino la gratuita certificazione di essere nel giusto”. Mons. Luigi Petris, direttore di Migrantes, la fondazione della Cei per i problemi delle migrazioni, in una dichiarazione al Sir, si augura che il kit per colf e badanti ”favorisca una interpretazione larga della nuova legge sull’immigrazione, a favore di una regolarizzazione non solo di colf e badanti ma di tutti quei lavoratori presenti in Italia ai quali dovrebbe essere riconosciuto tale diritto”.


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