Formazione

Immigrazione, il rapporto Caritas sull’integrazione

In Italia gli stranieri sono un milione e 600mila, la metà donne. Il 90% dei permessi di soggiorno ha carattere stabile

di Redazione

In Italia si sta assistendo ad un vero e proprio processo di radicamento in profondita degli immigrati, tanto da rendere urgente l’attuazione di politiche organiche d’integrazione: e’ questo cio’ che emerge dal ”secondo rapporto sugli indici di inserimento degli immigrati in Italia”, commissionato dalla Cnel e curato dall’equipe del Dossier statistico sugli immigrati Caritas/Migrantes.

Il rapporto, alla sua seconda edizione, sulla base di un analisi condotta utilizzando 73 indicatori organizzati in cinque griglie tematiche, consistenza, stabilita’, policentrismo etnico-culturale, inserimento sociale e lavorativo, fotografa l’ inserimento degli immigrati regione per regione, ”con l’intento -spiega il responsabile del ‘Dossier statistico immigrazione’ della Caritas Franco Pittau- di misurare l’integrazione reale dell’immigrato in Italia”.

Le principali tendenze che emergono dalla ricerca mostrano una costate stabilizzazione del fenomeno immigrazione a livello nazionale: la presenza degli stranieri in Italia, attualmente stimata intorno ad 1.600.000 secondo la Caritas. Raddoppia ogni dieci anni e si radica sempre piu’ in profondita’

Ecco i dati piu’ significativi sotto il profilo del radicamento degli immigrati: il 90% dei permessi di soggiorno sono per lavoro o per famiglia, quindi a carattere stabile, il 54% degli immigrati soggiorna in Italia da almeno 5 anni, le donne sono ormai quasi la meta’ degli immigrati e i coniugati hanno superato il numero di celibi e nubili. Inoltre aumenta l’importanza finanziaria degli immigrati: crescono le iniziative imprenditoriali, l’affitto o l’acquisto di case da parte degli immigrati.

”Si tratta di un rapporto molto importante e significativo -ha commentato Giorgio Alessandrini, presidente vicario dell’Organismo nazionale di coordinamneto delle politiche di integrazione degli stranieri- che mette a fuoco il problema dell’inserimento sociale dell’immigrato in merito a sanita’, istruzione, abitazione e lavoro.

Pertanto -ha ribadito Alessandrini- ora che l’immigrazione si sta affermando sempre piu’ come fenomeno sociale vero e proprio da incanalare nella struttura sociale italiana, la vera scommessa e’ il passaggio dalle politiche solidaristiche a una politica organica d’integrazione nel territorio. Protagonisti di questa sfida -sottolinea il presidente- sono le autonomie e le comunita’ locali perche’ solo una politica d’integrazione costruita sui territori e’ la risposta piu’ efficace alla nuova complessita’della coesione sociale per una convivenza civile ordinata”.

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