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Immigrazione, il ddl Bossi-Fini spacca la conferenza unificata
I governatori delle Regioni sono divisi in due schieramenti
E’ scontro aperto sul ddl Bossi-Fini: i governatori delle Regioni, riuniti la scorsa settimana a Roma per la Conferenza Stato-Regioni e chiamati a esprimere un parere (obbligatorio ma non vincolante) sul testo del provvedimento prima della trasmissione alle Camere, si sono divisi in due schieramenti. La spaccatura, essenzialmente politica, è tra le regioni del centrodestra, che hanno approvato il ddl (presentando però alcuni emendamenti) e undici regioni del centrosinistra, che si sono schierate nettamente contro. «Non contrasta efficacemente la clandestinità, pone ostacoli al percorso di regolarizzazione, crea nuovi vincoli all?accesso al lavoro; infine, il ruolo delle Regioni nella definizione delle quote è marginalizzato» ha detto il vicepresidente della Conferenza, Vasco Errani (Ds), che ha sottolineato al governo, assieme ad altri colleghi, che «così non si governa il fenomeno dell?immigrazione, ma si sollevano nuovi problemi». Di parere opposto il governatore del Lazio, Francesco Storace (An), che ha dichiarato: «Spero che il governo rifletta sulle proposte in tema di politica dei flussi e su quella, avanzata dal Lazio, relativa alle politiche di formazione degli extracomunitari nei Paesi d?origine».
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