Formazione

Immigrazione. Il ddl Bossi-Fini solo dopo le elezioni

Intanto prosegue la polemica sulla proposta delle impronte digitali per gli immgrati. La relatrice Bertolini da Santoro: "La legge? I tempi sono lunghi"

di Ettore Colombo

Prosegue la polemica sulle impronte digitali per gli immigrati, mentre la relatrice della legge, Isabella Bertolini (Fi) – ospite ieri sera della trasmissione televisiva “Sciuscià” di Michele Santoro, dedicata al tema immigrazione e a cui sono intervenuti anche il sottosegretario di An Mantovano, il leader dell’Ulivo Rutellli e il comico Giobbe Covatta – lancia la proposta di un coordinatore per le politiche dell’immigrazione presso la Presidenza del Consiglio. Intanto i tempi si fanno lunghi: “Il decreto su espulsioni e ‘carrette del mare’ sarà approvato nella prossima settimana – spiega la Bertolini – mentre il disegno di legge Fini-Bossi slitterà ormai dopo le elezioni amministrative”. La proposta di rilevare le impronte a tutti gli immigrati, anche quelli regolari, è stata avanzata dalla relatrice ed appoggiata dal governo, ma ha suscitato le critiche di buona parte dell’opposizione. Critici Prc e Verdi, aperti alle impronte solo per i clandestini Margherita e parte dei Ds, mentre alcuni esponenti di Sdi e Quercia sono favorevoli alla prosposta della Cdl. “Ho proposto un emendamento che vuole introdurre la possibilità di prendere le impronte digitali di tutti gli immigrati che arrivano in Italia con il permesso di soggiorno e anche di quelli che ne chiedono il rinnovo per consentire di essere identificati – spiega la Bertolini – E’ una norma che vuole introdurre maggiore certezza, legalità e sicurezza non solo per gli italiani ma anche garantire gli stessi stranieri che vengono nel nostro Paese in modo regolare per lavorare. La Margherita propone le impronte solo per i clandestini, ricordo a Rutelli che questo è già previsto nella Turco-Napolitano ma evidentemente non è un provvedimento sufficiente”. Margherita e Ds, invece, pensano alla possibilità di prendere le impronte solo a chi non ha documenti e non può quindi essere identificato, innanzitutto quindi ai clandestini e poi, con una apposito ed autonoma pdl a cittadini italiani e stranieri. Per Carlo Leoni, Ds, “la proposta della destra sulle impronte digitali per gli stranieri è una colossale sciocchezza, oltre ad essere grave e inquietante dal punto di vista culturale. Secondo loro a qualunque straniero, egiziano o americano che sia, che vuole lavorare in Italia, devono essere prese le impronte digitali”. Ci faremmo ridere dietro da tutto il mondo perchè in nessun Paese avviene una cosa del genere”. In soccorso della maggioranza giungono anche alcuni parlamentari di sinistra. Enrico Buemi (Sdi) e Alberto Nigra (Ds) entrambi torinesi, hanno annunciato una proposta di legge che renda possibile il rilevamento delle impronte per evitare che gli immigrati senza documenti rendano false generalità.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA