Formazione

Immigrazione, Ferrero: la società civile ha garantito la convivenza

Il ministro alla presentazione del libro Viaggio nell'Italia dell'immigazione, realizzato in collaborazione con Vita

di Redazione

”Se in Italia si puo’ circolare non armati e’ grazie agli enti locali e alla societa’ civile che hanno fatto politiche giuste” per l’integrazione. Con le risorse messe a disposizione per l’integrazione degli immigrati dal governo della destra ”che ha fatto una politica delirante, noi oggi avremmo una guerra civile”. Lo ha detto il ministro per la Solidarieta’ Sociale, Paolo Ferrero, presentato oggi a Roma il libro ”Viaggio nell’Italia dell’immigrazione”, una sorta di ”diario” che racconta il percorso di ascolto compiuto dal ministro e dal sottosegratario Cristina De Luca attraverso le regioni per conoscere il fenomeno dell’immigrazione. Il volume realizzato in collaborazione con Vita che lo distribuira’ gratuitamente, 30 mila copie, con il periodico in edicola da domani, propone un racconto ”in 15 tappe”, da Cerignola a Milano, da Trieste a Palermo, che ”restituisce quindici ritratti dell’immigrazione in Italia attraverso le voci di decine e decine di protagonisti. Nel suo intervento Ferrero ha ricordato che nel 2004, il 92% della spesa generale per l’immigrazione e’ stato speso dal ministero dell’Interno per controllare e contrastare l’immigrazione, ben 190.271.000 euro a fronte dei complessivi 206.622.000 euro. ”Si tratta -ha sottolineato il ministro- di circa il 20, se non addirittura il 10% di quanto spendono gli enti locali e le associazioni di volontariato che lavorano per l’integrazione sociale degli immigrati permettendo cosi’ una convivenza civile ed evitando conflitti e crisi sociali”. Il problema, secondo Ferrero, e’ quindi ”modificare la politica statale in modo che cio’ che sinora e’ stato fatto volontariamente e volontaristicamente diventi politica dello Stato”.

Per il responsabile della Solidarieta’ Sociale non servono quindi politiche specifiche per l’immigrazione, occorre, invece allargare le politiche di welfare per tutti. ”Potenziare il welfare e’ decisivo per battere il razzismo e favorire l’inclusione sociale. Il welfare -ha precisato- non puo’ essere considerato solo una spesa: e’ un investimento sociale decisivo”. Inoltre, ha aggiunto, ”occorre riconoscere ghe gli immigrati partecipano in modo piu’ significativo alla prosuzione del Pil e alla crescita della ricchezza del nostra Paese, evadono il fisco meno degli italiani e hanno, tra i regolari, un tasso minore di criminalita’. Aumentare la spesa per la loro integrazione, quindi, non e’ una carita’ ma significa qualificare la spesa pubblica”. Tre le priorita’ indicate dal ministro la casa, l’istruzione e la sanita’.


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