Mondo

Immigrazione e cancellazione debito: la teoria di Frattini

Per il ministro, c'e' la possibilita' di usare l'ingente debito di questi Paesi nei confronti dell'Italia per ottenere una maggiore collaborazione dei governi nella lotta all'immigrazione clande

di Benedetta Verrini

Cancellazione del debito e strategie di lotta all’emigrazione clandestina: ne ha parlato oggi il ministro Franco Frattini, sostenendo in particolare che la cancellazione del debito estero che molti Paesi di provenienza dei flussi migratori hanno con l’ Italia deve essere ”negoziata” con passi avanti nelle riforme e nei processi di stabilizzazione, ma anche ”collegata a piani concreti” di questi Paesi nella lotta all’ emigrazione clandestina verso l’Italia e l’Europa. Frattini ha avuto un lungo incontro a Roma con gli ambasciatori accreditati in Italia dei Paesi dell’Africa subsahariana. Tema ”cruciale” della riunione odierna a villa Madama, e’ stato proprio quello dell’ immigrazione e dei modi per affrontare l’emergenza. Il titolare della Farnesina ha ribadito che e’ oggi necessario prevedere degli ”incentivi per i Paesi che collaborano con l’Europa” e, al contrario, ”tenere i riflettori accesi sui Paesi che non collaborano”. Quindi ”favorire, per le quote dei flussi, quei Paesi che meglio collaborano attraverso un sistema di incentivi”. Naturalmente il ministro, spiegando le priorita’ del semestre italiano di presidenza di turno dell’Unione europea, ha ribadito che l’Italia intende portare avanti ”la lotta alla poverta’ e sviluppare le condizioni economiche” di questi Paesi. Ma c’e’ anche la possibilita’ di usare l’ingente debito pubblico di questi Paesi nei confronti dell’Italia per ottenere una maggiore collaborazione dei governi che aspirano ad ottenerne la cancellazione. La cifra fornita da Frattini dimostra infatti che i crediti dell’Italia non sono pochi: il totale arriva ben quattro miliardi e mezzo di dollari, dei quali l’Italia ne ha gia’ cancellato un miliardo e mezzo. Gli ambasciatori dei Paesi africani hanno mostrato di comprendere le ragioni dell’ Italia e dell’Europa, ma, ha riferito Frattini, hanno posto in primo piano il problema della fame e della poverta’ che, ovviamente, dal loro punto di vista viene ben prima della lotta all’emigrazione. Per questo il titolare della Farnesina ha osservato che e’ ”necessario ripensare le strategie di cooperazione” modellando gli interventi ”sempre piu’ a livello bilaterale o subregionale”.


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