Welfare
IMMIGRAZIONE. Commissione Ue: l’Europa accolga più rifugiati
«Solo il 6,7% del totale approda nell’Unione»
di Redazione
L’Europa deve accogliere più profughi aumentando il suo impegno umanitario anche su questo fronte. A sostenerlo è la Commissione Europea, in una bozza di comunicazione che sarà presentata il prossimo 2 settembre a Bruxelles.
Nel testo, preparato dal commissario alla Giustizia Jacques Barrot, si sottolinea che «le esigenze di reinsediamento globali sono molto maggiori dei luoghi di reinsediamento disponibili a livello mondiale». Il documento ricorda che l’Unhcr (l’Alto commissariato Onu per i rifugiati) «stima le esigenze di reinsediamento a circa 747.000 persone», per un periodo di sette anni.
L’Alto Commissariato, ricorda ancora la bozza di Bruxelles, «stima per il 2010 la necessità di reinsediare 203.000 persone». Nel 2008, sono state 65.596 le persone reinsediate nel modo, «di questi – lamenta il testo – 4.378 rifugiati, il 6,7%, è partito alla volta di uno stato membro dell’Ue. Il numero di rifugiati accolti nell’Ue contrasta fortemente con numeri accettati in molti altri Paesi nel mondo industrializzato». L’esempio è quel lo del Canada, che accoglie annualmente 10.000 profughi, oltre il doppio di quanto fa l’intera Ue.
«Inoltre, prosegue il documento della Commissione, una maggioranza di stati Ue non ha alcun programma di reinsediamento e dovrebbe impegnarsi in attività che creino capacità in modo da potere impegnarsi regolarmente nel reinsediamento»
Dunque, ragiona la Commissione, «il principale obiettivo di un’azione comune Ue sul reinsediamento dovrebbe essere di dimostrare una maggiore solidarietà con Paesi terzi accogliendo rifugiati, coinvolgere più stati membri nelle attività di reinsediamento e ottenere un accesso ordinato e sicuro alla protezione per chi viene reinsediato» nell’Unione. Bruxelles lamenta che «l’attuale livello relativamente basso di impegno dell’Ue nel reinsediamento di rifugiati ha un impatto negativo sulle ambizioni dell’Ue di svolgere un ruolo di primo piano nelle questioni umanitarie globali, e dunque di influenza l’Ue nei forum internazionali».
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