Politica

Immigrazione, bloccato il decreto su lavoro nero e caporali

E' stata affossata in consiglio dei ministri ieri la proposta del ministro della Solidarietà Sociale, Paolo Ferrero.

di Chiara Sirna

Affossato, almeno per il momento. E rinviato a un non meglio definito disegno di legge. Il governo ha rinviato la lotta ai “caporali” e messo uno stop al progetto di istituire un permesso di soggiorno speciale per i lavoratori clandestini sfruttati, ridotti in condizioni di schiavitù. Il decreto legge contro lo sfruttamento, in nero, della manodopera immigrata infatti si è arenato ieri in Consiglio dei Ministri. Lunghissima la serie di veti posti dai colleghi dell’esecutivo al testo redatto dal ministro della Solidarietà Sociale, Paolo Ferrero e inevitabile, al termine della riunione, il rinvio della questione a un futuro disegno di legge. Due ore di muro contro mutro hanno visto il ministro di Rifondazione isolato a sostenere la tesi dell’urgenza di un decreto per risolvere la piaga dello schiavismo nelle campagne e non solo. Dall’altra parte della barricata, a fare battaglia, Antonio di Pietro, Emma Bonino e lo stesso ministro dell’Interno, Giuliano Amato, che pure nei giorni scorsi aveva espresso dubbi sull’efficacia di un provvedimento che favorisse la regolarizzazione dei lavoratori clandestini e sull’ipotesi “di delazione” da parte degli immigrati stessi al fine di ottenere il permesso di soggiorno. “Il vero dramma”, ha precisato Amato, “sta nell’esistenza di un caporale della stessa etnia del clandestino che gestisce i lavoratori irregolari, vendendoli al lavoratore agricolo e portandogli via fino a metà del salario”. La conclusione finale, al termine del Consiglio, su volere del presidente Prodi, è stata quella di arrivare, in data non precisata, a un prossimo disegno di legge che dovrà necessariamente nascere dal comune accordo dei due ministri che si occupano di immigrazione (dunque Amato e Ferrero) e del loro collega titolare del dicastero del Lavoro, Cesare Damiano. Conclusione che comunque a qualcuno ha lasciato l’amaro in bocca. “E’ un grave errore politico non varare un decreto legge, rimandando ad un disegno di legge sulla lotta al super sfruttamento dei lavoratori migranti clandestini e la loro regolarizzazione”, ha sbottato Paolo Ferrero. “Di fronte alla tragica situazione che si è registrata nelle campagne del foggiano, denunciata più di un mese fa da inchieste giornalistiche”, ha aggiunto il ministro, “l?assenza di un provvedimento di urgenza che eviti ai migranti che già hanno subito una pesante violazione della loro dignità umana, anche la beffa dell?espulsione, risulta francamente incomprensibile. Tanto più che nel programma con cui l?Unione si è presentata alle elezioni vi è scritto a chiare lettere: “Per contrastare la tendenza al lavoro nero, riteniamo occorra garantire il permesso di soggiorno a ogni immigrato che denunci la propria condizione di lavoro irregolare”. L’ipotesi disegno di legge invece allungherà notevolmente i tempi di attesa e risoluzione.


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