Cultura
Immigrazione: Blair vuole navi e aerei contro clandestini
Tony Blair pensa di mandare la Royal Navy nel Mediterraneo
di Redazione
Prima il ministro degli interni David Blunkett ha parlato dei bambini degli immigrati che ‘invadono’ le scuole britanniche; poi il ministro per l’Europa Peter Hain ha criticato i paesi del Sud del continente per il loro approccio ‘morbido’ al tema. Ed ora Tony Blair ha preso in mano le redini della situazione e pensa di mandare la Royal Navy nel Mediterraneo. La linea dura del governo britannico sull’immigrazione clandestina e sull’intero sistema di gestione del settore ha fatto un altro passo avanti dopo il successo riscontrato nei giorni scorsi quando il premier e’ riuscito a convincere il presidente di turno della Ue, Jose Maria Aznar, a inserire all’ordine del giorno dell’incontro di Siviglia il tema degli immigrati, della gestione del traffico umano, del diritto di asilo. La Gran Bretagna da tempo si sente ‘assediata’ dai fuggiaschi di mezzo mondo: da quelli che cercano di passare attraverso il tunnel sotto la Manica nascondendosi nei carri merci e da quelli che sbarcano in mille modi nel Regno Unito, causando tensioni sociali, razziali ed anche politiche. Ma il problema per il governo non e’ solo quello di Sangatte e dei tanti centri di raccolta che ospitano i rifugiati, il problema e’ la frontiera esterna, la scelta di non farli arrivare sul continente. Di qui l’ipotesi di una task force da inviare per bloccare nel Mediterraneo orientale i convogli con i disperati. Un documento fatto arrivare al ‘Guardian’ mostra l’intera articolazione delle ipotesi che il governo Blair si propone o ipotizza e mostra nello stesso tempo la preoccupazione della struttura politico-amministrativa nell’identificare strumenti efficaci. ”Bozze di lavoro’ dice il portavoce di Blair che non rappresentano scelte politiche ma diverse opzioni. Alcune – dice- verranno considerate, altre no. Resta comunque l’azione concertata voluta da Blair che ipotizza anche accordi bilaterali, sia come Regno Unito sia come Unione europea, per spingere paesi come Somalia, Sri Lanka e Turchia a riprendersi indietro gli immigrati clandestini. Sono previsti incontri e negoziati in particolare con la Turchia per facilitare il rinvio di iracheni e afghani mentre si pensa anche a sanzioni per quei paesi che non accettano di collaborare. Potrebbero, ad esempio, essere negati i visti e bloccati gli aiuti, anche se su questo punto vi sarebbero le resistenze e le proteste del ministro per lo sviluppo internazionale Clare Short. Parte integrante del progetto e’ anche quello che riguarda l’uso di aerei militari della Raf per riportare a casa quelli che comunque sono riusciti a superare la prima rete e che non hanno visto riconosciuto il diritto di asilo. Per di piu’ ai militari e’ stato chiesto di studiare un modo di rinviare a casa quanti provenienti da paesi considerati ‘difficili’ come Somalia e Sri Lanka. Nelle scorse settimane il governo laburista aveva depositato in Parlamento un progetto di legge per sconfiggere l’immigrazione clandestina, restringendo le maglie di un sistema di accoglienza che e’ da piu’ parti accusato di eccessiva generosita’. Un lavoro a ‘tutto campo’ quello del governo britannico che sta affrontando con la Francia anche il problema del centro di Sangatte, oggetto di polemiche infinite tra i due paesi. I giornali avevano oggi parlato di negoziati in corso e di condizioni pesanti per la chiusura: prendersi tutti o in parte i 1300 ‘ospiti’. Ma i ministri degli esteri e degli interni, Jack Straw e David Blunkett, hanno negato i negoziati ed hanno confermato le discussioni. Le decisioni saranno prese probabilmente dopo le elezioni politiche in Francia, la quale ‘e stata sollecitata dal’Unione europea a trovare una soluzione al problema.
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