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Immigrazione: alla Camera inizia iter Pdl sul rientro emigrati

Favorire con incentivi fiscali il rientro degli italiani che hanno lasciato il Belpaese è il senso del Pdl

di Redazione

Favorire il rientro in Italia dei nostri connazionali che dalla fine dell’Ottocento fino agli anni Sessanta hanno lasciato il Belpaese in cerca di fortuna, disperdendosi in tutto il mondo, dal Canada all’America latina fino all’Australia. E’ questo il senso di una proposta di legge che inizia oggi pomeriggio il suo iter parlamentare alla commissione finanze della Camera. Promotore dell’iniziativa e’ Giancarlo Giorgetti, segretario della Lega lombarda, responsabile economico del Carroccio e presidente della commissione bilancio di Montecitorio. ”L’idea – spiega Giorgetti – e’ quella di usare la leva degli incentivi fiscali per agevolare il ritorno in Italia degli emigrati e dei loro discendenti”. Lo strumento individuato e’ quello – gia’ usato con successo per favorire l’occupazione nel Mezzogiorno – di un credito d’imposta per tre anni pari a 800.000 lire al mese (poco piu’ di 400 euro) in favore dei datori di lavoro che assumono immigrati di ritorno. Il credito e’ aumentato di 400.000 lire a 1.200.000 (poco piu’ di 600 euro), se il datore di lavoro mette a disposizione dei dipendenti tornati in Italia dopo anni di emigrazione anche un alloggio. In alternativa sono previsti consistenti sgravi fiscali per il canone di affitto. ”Gli immigrati di ritorno – afferma Giorgetti in Transatlantico a Montecitorio – potrebbero anche andare ad assorbire le quote che Maroni definira’ di anno in anno sulla base del decreto flussi. Basta che dall’Argentina rientrino 70.000 persone”. Il riferimento e’ al cosiddetto decreto flussi, con cui il ministro del Welfare fissa di anno in anno le quote di immigrazione ammesse in Italia. Diverse amministrazioni provinciali – osserva Giorgetti nella relazione di accompagnamento alla proposta di legge – si sono gia’ messe all’opera per individuare gli emigrati interessati a tornare in Italia. Tra queste particolarmente attiva e’ la provincia di Treviso. ”Bisogna rivedere la politica di programmazione dei flussi migratori”, osserva Giorgetti, illustrando la proposta di legge (relatore di maggioranza il leghista Sergio Rossi). E’ necessario, sostiene, tenere conto dell’andamento demografico in Italia, cioe’ da una parte il progressivo invecchiamento della popolazione e dall’altra la pressione immigratoria dai Paesi extra-comunitari, che porta in Italia persone di eta’ media poco al di sopra dei trent’anni. Dal 1990 ad oggi – si legge nella relazione – il numero degli stranieri registrati in Italia e’ aumentato del 60%, da 470.000 a 1.200.000. ”La presente proposta di legge – prosegue Giorgetti – intende, dunque, favorire il fenomeno della cosiddetta ‘immigrazione di ritorno’, ovvero il rientro in Italia dei tanti cittadini costretti a lasciare le proprie case ‘in cerca di fortuna’, ma soprattutto dei discendenti di coloro che dalla fine dell’Ottocento fino a tutti gli anni Sessanta furono costretti ad emigrare all’estero con le loro famiglie per lavorare e che oggi vivono in Stati stranieri al limite dell’indigenza a causa delle gravi crisi economiche che gli stessi Stati attraversano”. Il riferimento implicito e’ all’Argentina. ”Tali ingressi – prosegue il firmatario della proposta – creerebbero inevitabilmente minori problemi da un punto di vista dell’inserimento sociale, in quanto i cittadini stranieri di origine italiana sicuramente non incontrano gli stessi problemi di integrazione socio-culturale dei tanti immigrati portatori di culture e tradizioni diverse dalla nostra”. ”Si ritiene per altro che un Paese che si definisce civile e che si prodiga per l’esercizio del diritto di voto nelle elezioni politiche da parte dei propri cittadini residenti all’estero debba promuovere anche il loro diritto al lavoro”. In dettaglio gli incentivi fiscali prevedono ”la concessione per la durata di tre anni di un credito d’imposta pari a lire 800.000 mensile in favore dei datori di lavoro che ampliano la base occupazionale, assumendo italiani residenti all’estero ovvero stranieri di origine italiana”. ”Tale credito e’ maggiorato di ulteriori 400.000 lire mensili, qualora il datore di lavoro provveda a locare ai lavoratori stranieri di origine italiana occupati l’unita’ immobiliare ove risiedere”. Per gli immigrati di ritorno la proposta prevede anche una ”detrazione per le spese di affitto della casa destinata ad abitazione, per una durata massima di tre anni”. Gli importi sono fissati in 1.920.000 lire, se il reddito complessivo non supera i 30 milioni di vecchie lire; di 960.000 lire, se il reddito e’ compreso tra i 30 e i 60 milioni. La proposta di legge stabilisce inoltre che ”le nuove assunzioni di lavoratori extra-comunitari di origine italiana concorrano alla determinazione delle quote di ingresso definite annualmente dal governo ai sensi del decreto legislativo 25 luglio 1998, il cosiddetto ‘testo unico sull’immigrazione”’.

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