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Immigrazione: a giugno 210 morti nel canale di Sicilia

La Guardia costiera italiana ha salvato 3.758 immigranti clandestini nei primi sei mesi 2007, ma almeno 210 persone sono annegate o scomparse nel Canale di Sicilia in un solo mese, dall'1 al 29 giugn

di Redazione

Guardiacoste Italia recupera naufraghi spesso in acque maltesi —- ripetizione con correzione nel titolo —- Bruxelles, 3 lug. (Apcom) – La Guardia costiera italiana ha salvato 3.758 immigranti clandestini fra il primo gennaio e il 26 giugno 2007, ma almeno 210 persone sono annegate o scomparse nel Canale di Sicilia in un solo mese, dal primo al 29 giugno scorsi. Lo ha detto Paolo Artini, rappresentante dell’Unhcr (l’Alto commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati), durante un’audizione pubblica su “Le tragedie dei migranti in mare” svoltasi oggi al Parlamento europeo a Bruxelles. Nella prima metà del 2007, ha riferito Artini, gli arrivi di immigranti illegali in Italia (circa (5.200) sono diminuiti del 30% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, mentre sono quadruplicati gli arrivi a Malta (700). L’aumento della pressione su questa piccola isola è una cattiva notizia, viste le limitate capacità d’intervento delle squadre maltesi di ricerca e salvataggio, rispetto alla grande estensione (più vasta della superficie della Gran Bretagna) dell’area di mare sotto il controllo delle autorità di La Valletta. Fortunatamente, i guardiacoste di altri paesi, e in particolare dell’Italia, vanno anche nelle acque che non sarebbero di loro competenza a cercare e salvare le persone in balìa dei barconi dei trafficanti. Nel 2006, ha segnalato Artini, il 49% delle operazioni di salvataggio portate a termine dai mezzi dalla Guardia costiera italiana (152 su 311) è stato effettuato nella regione di mare sottoposta all’autorità maltese. Nei primi sei mesi di suest’anno, le persone salvate nelle stesse acque dai mezzi italiani sono state 1.663, il 44% del totale (3.578). “La Guardia costiera italiana è molto attiva e si è particolarmente distinta per i salvataggi effettuati non solo nelle acque di competenza maltesi, ma anche nelle acque internazionali, che sarebero di competenza libica, com’è successo nel famoso caso dei naufraghi attaccati alle reti da pesca”, ha detto Artini ad Apcom a margine dell’audizione. Malta ha limitate capacità di controllo, ma non vuole ridurre la superficie di mare sottoposta alla sua autorità per le operazioni di ricerca e salvataggio perché coincide con la Regione maltese d’informazione per l’aviazione, che genera considerevoli risorse economiche dal traffico aereo.


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