Formazione

Immigrati-volontari, a quali condizioni?

DOMANDE E RISPOSTE

di Redazione

L?associazione per cui lavoro ha avviato un programma di sostegno al popolo libanese. Alcuni giovani di Beirut vorrebbero fare un?esperienza di volontariato in Italia. Quali sono le regole per farli arrivare da noi?

La materia è disciplinata dal decreto legislativo 10 agosto 2007, che attua la direttiva comunitaria 2004/114/CE sull?ingresso e soggiorno di cittadini di Paesi terzi per partecipare a programmi di volontariato.

Ed ecco cosa prevede: gli aspiranti volontari devono avere un?età compresa tra 20 e 30 anni; devono possedere apposito nulla osta rilasciato – dietro istanza dell?ente promotore – dallo Sportello unico per l?immigrazione presso la Prefettura competente per il luogo dove si svolge il programma di volontariato. L?ente promotore del programma deve essere: un ente ecclesiastico civilmente riconosciuto (legge n. 222 del 20 maggio 1985); un ente civilmente riconosciuto sulla base di intese con le confessioni religiose ai sensi dell?art. 8, comma 3, della Costituzione; una ong riconosciuta (legge n. 49 del 26 febbraio 1987); un?associazione di promozione sociale iscritte nel registro nazionale (legge n. 383 del 7 dicembre 2000).Infine, tra lo straniero e l?ente deve essere stipulata una convenzione che indichi le funzioni del volontario, l?inquadramento, l?orario, le risorse stanziate per le sue spese (viaggio, vitto, alloggio), l?eventuale percorso di formazione. È obbligatoria anche una polizza assicurativa per le spese di assistenza sanitaria e responsabilità civile verso terzi. Confinionline

Sono il presidente di una coop sociale. Un mio dipendente chiede di usufruire dei permessi per assistere sua madre invalida. Posso verificare se ne ha diritto?

L?Inps con la circolare n. 53 del 29 aprile 2008 ha fornito chiarimenti sul diritto ai permessi e ai congedi per l?assistenza ai disabili. L?istituto ha preso spunto dalla sentenza della Corte di Cassazione n. 175 del 5 gennaio 2005 che enunciò un principio per cui il datore di lavoro deve concedere tre giorni di permesso mensile al lavoratore che assiste una persona con handicap grave. In sostanza, il riconoscimento della fruibilità dei permessi – di cui all?art. 33 della legge n. 104 del 5 febbraio 1992 – emanato dall?Inps autorizza in via preventiva il datore di lavoro a compensare le somme corrisposte a tale titolo con i contributi obbligatori; il datore di lavoro ha quindi solo il diritto-dovere di verificare l?esistenza dei presupposti di legge per la concessione dei permessi, senza ulteriore discrezionalità.


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