Non profit

Immigrati tartassati

Insorgono i vescovi contro la tassa che il Governo applicherà ai permessi di soggiorno, Maroni "non si sente toccato".

di Franco Bomprezzi

 

La tassa sul permesso di soggiorno agli immigrati, nonostante la contrarietà dichiarata dal premier Berlusconi, sembra proprio che ci sarà, il ministro Maroni e la Lega tengono duro, e vengono investiti dalla dura reazione dei vescovi italiani: «inaccettabile balzello». Ecco come i giornali affrontano il tema.

 

 

Il no dei vescovi alla tassa sui permessi di soggiorno per gli stranieri è il titolo di apertura del Corriere della Sera di oggi. I servizi sono alle pagine 2 e 3. Molto chiara la scheda che ripercorre il timing della proposta della Lega: 1/la Lega presenta un emendamento al dl anticrisi per una tassa di concessione governativa di 50 euro per ottenere o rinnovare il permesso di soggiorno. 2/Il governo il 10 gennaio boccia l’emendamento leghista. 3/L’art.39 sulla tassa per il permesso di soggiorno sarà sostituito da un emendamento del governo che delega l’Interno e l’Economia a fissare per decreto la cifra. Oggi però entra in campo la Chiesa. Spiega Fiorenza Sarzanini: «Mentre al Senato passa la norma che trasforma in reato l’immigrazione clandestina – anche se punito soltanto con un’ammenda – dalla Cei arrivano critiche durissime «per l’inaccettabile balzello che rivela una aberrante criminalizzazione del fenomeno migratorio». Una posizione che «meraviglia» il ministro dell’Interno Roberto Maroni e lo fa reagire in maniera altrettanto dura: «Le polemiche non ci toccano minimamente perché stiamo facendo quanto hanno fatto da tempo i Paesi europei». Rincara monsignor Gianromano Gnesotto, direttore dell’Ufficio pastorale degli immigrati e rifugiati: «fantasie di questo genere penalizzano ulteriormente gli stranieri che, con impegno e con notevoli sforzi, cercano di integrarsi». Il Corriere nota anche che «inaspettatamente si schiera con la Cei anche famiglia Cristiana che in un editoriale definisce “il permesso di soggiorno a pagamento un colpo di mano”». Il servizio del Corriere è chiuso da un’intervista al matematico Piergiorgio Odifreddi, noto anticlericale: “L’ingerenza è inaccettabile anche quando le parole ci piacciono”.

La tassa per gli immigrati trova spazio a pagina 4 su Repubblica, sotto il titolo “La Cei: inaccettabile la tassa sui permessi”. A cotè della posizione dei vescovi, in taglio basso, Repubblica registra il duro attacco del Consiglio d’Europa (l’istituzione che si occupa di diritti umani,  che non c’entra con la Ue ndr) . Ieri il commissario per i diritti umani Tomas Hammamberg, in visita nei campi nomadi di Roma, ha usato parole dure: «Si stanno approvando leggi discriminatorie che non rispettano i diritti umani. Come quella che considera reato o comunque un’aggravante l’immigrazione clandestina. Come l’idea di far pagare il rinnovo del permesso di soggiorno. Il problema è che qui si continua a lavorare su una legislazione d’emergenza, criminalizzando il clandestino». Hammamberg attacca anche sulla questione Rom: «Al Casilino 900 ci sono condizioni inaccettabili di vita, rese ancora peggiori dalla pioggia. È vergognoso che all’interno dell’Unione europea ci siano ancora persone senza cittadinanza e senza diritti che vivono in queste condizioni di miseria»

Solo cronaca dei fatti di ieri per il Sole 24 Ore, che sottolinea la reazione di Maroni «non minimamente toccato» dalla presa di posizione dei vescovi e l’ok al Senato al reato di clandestinità.

Italia Oggi invece di dedicare un pezzo ai soldi degli immigrati allo Stato, parla di soldi europei per l’impegno sulla qualità dei controlli dei flussi immigratori: “Flussi migratori, risorse dalla Ue”. Quando si tratta di immigrazione, i soldi allo Stato arrivano da tutte le parti: sia dai diretti interessati, gli immigrati, e sia dall’Unione.  La Commissione Europea ha infatti stanziato 211 milioni di euro per l’Italia  par la gestione dei flussi migratori da gestire fino al 2013.  L’Italia, si apprende dall’articolo,  è il secondo beneficiario del Fondo per le frontiere esterne, grazie al fatto di aver dato prova a Bruxelles di impegno nell’assicurare controlli alle frontiere esterne di alta qualità e un transfrontaliero flessibile. Tra le priorità strategiche del Fondo ci sono: sviluppo di una rete europea  permanente di pattuglie costiere alle frontiere meridionali; sostegno al rilascio di visti  e alla lotta  contro l’immigrazione clandestina tramite i servizi consolari degli Stati membri nei paesi terzi; istituzione dei sistemi informatici necessari all’ attuazione della normativa  comunitaria in materia di frontiere esterne e visti. Il fondo ha anche introdotto un meccanismo di solidarietà finanziaria a favore degli Stati membri che sostengono un onere finanziario pesante e duraturo conseguente all’attuazione di norme comuni in materia di controllo e sorveglianza delle frontiere esterne e di politica dei visti.
La Libia, nell’ultima riunione tecnica a Tripoli dove erano presenti le delegazioni italiane e europea, ha ammesso di non avere i mezzi logistici per fermare il fenomeno dell’immigrazione clandestina, ed ha chiesto all’Ue un finanziamento di 300 milioni di euro da investire per migliorare  e potenziare il controllo delle loro frontiere desertiche a sud del paese.

Il Giornale in prima pagina dà la notizia sull’approvazione del Decreto sicurezza. Nessun riferimento alla polemica tra chiesa e Lega, ma una notizia da Treviso: qui la Caritas per bocca di monsignor Ferruccio Sant avrebbe lanciato un appello perché gli stranieri disoccupati tornino ai loro paese. «Sono sempre di più quelli che vengono qui a bussare perché non riescono più a pagare le bollette. Non sappiamo più come rispondere a questa emergenza. All’ultima famiglia che è arrivata non ho saputo dire altro che tornate a casa».

“Fortezza Lampedusa” titola oggi La Stampa sul tema immigrazione con lo scontro lega-vescovi. Secondo il ministro dell’interno la soluzione al problema degli sbarchi è lasciarli tutti lì: «Nessuno deve più toccare la terraferma. Devono sapere che da Lampedusa torneranno solo a casa loro». Solo i minori verranno «deportati da quell’inferno» che è il Centro di identificazione ed espulsione, scrive il cronista. «Gli altri resteranno tutti lì» ha detto Maroni, «anche i richiedenti asilo». Il ministero non svuoterà più con la stessa periodicità il Cie, ma anzi si prepara a raddoppiarlo, allargandosi alla vecchia base americana, quella con i radar che Gheddafi voleva colpire con i missili. Le reazioni da Lampedusa sono discordanti. Il sindaco dice che «vogliono fare dell’isola una caserma a cielo aperto». Il vicesindaco leghista invece è d’accordo. Gli albergatori non così contrari: c’è una mezza promessa di defiscalizzare le attività economiche isolane. Durante il G8, poi, i ministri dell’Interno e della Giustizia saranno ospiti dell’isola. Una soluzione temporanea, assicurano… aspettando i pattugliamenti congiunti con i libici.

“«Immigrati, no a balzelli contro chi è già debole»” (pag. 13). Netto il giudizio della Fondazione Migrantes della Cei riportato da Avvenire: Italia, paese a rischio di inospitalità. Un pericolo denunciato alla vigilia della Giornata mondiale delle Migrazioni che verrà celebrata domenica prossima 18 gennaio. No a un «balzello inaccettabile» e no all’ipotesi di «medici gendarmi». Tanto più che l’Italia «avrà ancora bisogno di forza lavoro proveniente dall’estero». Parola di padre Gianromano Gnesotto, direttore dell’Ufficio per la pastorale degli immigrati esteri in Italia e dei profughi: «Fantasie di questo genere, che penalizzano ulteriormente gli immigrati, ci sembrano una caduta e un passo indietro rispetto a politiche di integrazione». Se Maroni si dice «francamente meravigliato» per l’analisi di Migrantes (facciamo ciò che da tempo hanno fatto gli altri paesi europei , «In Olanda c’è una tassa di 800 euro e lo stesso avviene in Inghilterra e in Germania»), l’opposizione invece si «meraviglia del fatto che Maroni si meravigli».  Ma non solo: anche L’Ugl, sindacato storicamente vicino alla destra, ha definito «vessatorie e irricevibili le proposte contenute nel ddl sicurezza».

E inoltre sui quotidiani di oggi:

GAZA
Repubblica – Parte in prima e prosegue alle pagine 2-3 il reportage dalla Striscia di Guido Rampoldi, che è entrato a Rafah: «La guerra sembra  riunificare i palestinesi della Striscia sotto le bandiere che a Rafah sventolano a ogni lampione: le verdi di Hamas, le nere di della jihad islamica. Non era così nelle prime giornate. A Rafah Hamas ha perso il municipio e le stazioni di polizia, spianati dalle bombe israeliane, ma non il suo potere di controllo».

SOCIAL CARD
Repubblica – Si parla di “grande beffa”. Antonella Caporale racconta i casi sollevati da Mi manda Raitre, con anziani alla cassa del supermercato per pagare con la tessera che si sono visti dire che non potevano, perché la tessera era senza credito. La cosa riguarda 200mila persone, un terzo delle tessere distribuite. Quindi dopo tutta la trafila per ottenerla, in 200mila si ritrovano con una tessera scarica…  In Parlamento scatta un’interrogazione in proposito.

SBARCHI RECORD
Corriere della Sera – Il quotidiano focus dà conto del record di sbarchi sulle coste italiane registrato nel 2008: 37mila clandestini. Gli approdi? Non solo Lampedusa, la nuova meta è la Sardegna. Il prefetto Mario Morcone, responsabile del dipartimento immigrazione del Viminale:«Per la prima volta le avverse condizioni climatiche non fermano gli arrivi».

CINA
Corriere della Sera – “Cina e diritti umani. «Traditi gli impegni»”. Secondo il rapporto di Human Rights Watch, Pechino non ha mantenuto le promesse fatte in vista delle Olimpiadi.  

Avvenire – La crisi cinese è la vetrina di pag. 3. Aziende chiuse (670mila stabilimenti chiusi nel 2008) e disoccupazione alla stelle. Cresce la protesta dei lavoratori: nel paese del dragone è allarme sociale. Lo sottolinea Padre Bernardo Cervellera, nel preannunciare l’arrivo di un esercito di 33 milioni di nuovi disoccupati. Nel 2008 ci sono già stati 85mila casi di scioperi e manifestazioni: il governo prevede un aumento dei disordini e teme per la stabilità del paese.

OSPEDALI USA

La Stampa – Il corrispondente da New York Maurizio Molinari anticipa la notizia del “crack della sanità”: le bancarotte degli ospedali e delle strutture sanitarie si stanno moltiplicando a catena, con reparti e interi ospedali che chiudono, pazienti messi in strada e dottori e infermieri senza più lavoro. Un meccanismo innescato anche dalla crescente disoccupazione: chi rimane senza lavoro non può più pagare l’assicurazione sanitaria, e così diventano sempre meno i fondi, un fenomeno già in corso da cinque anni e che si è accelerato negli ultimi mesi a causa dell’1,5 milioni di americani rimasti senza lavoro. La California tra gli stati più colpiti.

DI PIETRO

Il Giornale – Interessante intervista a Giuliano Spazzali, avvocato della sinistra milanese, che spiega le analogie tra Craxi e Di Pietro: «Più che un partito ha messo in piedi un principato. Ma invece della grandeur craxiana qui ci sono affari da botteguccia».

FAMIGLIA

Avvenire – Primo piano di pag. 6 al Vi incontro mondiale delle famiglie che si è aperto ieri a Città del Messico. Al via le prime riflessioni sul tema della formazione ai valori umani e cristiani. Hanno partecipato 30 cardianli, 200 vescovi, studiosi, delegati di associazioni e movimenti. Ma soprattutto una folla di genitori e figli.

ETICA

Avvenire – «Offese e umiliate»: così si definiscono le associazioni di familiari «di matrice laica, cattolica e di altre religioni che rappresentano persone in stato vegetativo  e con gravissime cerebrolesioni acquisite», dopo aver letto l’articolo di Luisella Battaglia, membro del Comitato nazionale di bioetica, pubblicato sul Secolo XIX e rilanciato dal sito dell’Associazione Luca Coscioni, nel quale si nega che Eluana sia una disabile grave ma semplicemente una vita «bilogica» e non più «biografica». Replicano Gli amici di Luca e Federazione associazioni trauma cranico: «Parlare di persone “diversamente vive”» è solo «un goffo tentativo di fare ironia sul termine “diversamente abili”. Chi è sano non dovrebbe mai arrogarsi il diritto di giudicare il valore della vita di chi sano non è». Nell’inserto “è vita” Lucia Bellaspiga sostiene che «i dati riferiti da numerosi studi scientifici confermano ciò che suggerisce il buonsenso ma che qualcuno continua a negare: la volontà di “essere lasciati morire” espressa quando si è ancora sani quasi sempre si capovolge dopo la malattia o il trauma» (“Rifiuto delle terapie? Da malati si cambia idea”). Si citano i due studi del prof. di Harvard Ezekiel Emanuel e dello psichiatra William Breibart pubblicati su Jama (Journal of american medical association) e l’oncologa Carla Ripamonti dell’Istituto dei tumori a Milano.

 

 


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