Mondo
Immigrati, sorprese dal voto segreto
Il Governo battuto tre volte sul decreto sicurezza. L'irritazione di Maroni.
Oggi la rassegna stampa si occupa anche di:
- ELUANA
- IL RITORNO DI ZAVOLI
- SCANDALO CLINICHE
- LEFEBVRIANI
- INGLESI CONTRO ITALIANI
- CRISI AUTO
- OBAMA
- KOUCHNER
Il CORRIERE DELLA SERA titola: “Immigrati, il governo sotto. Ira leghista”. Il governo e la maggioranza sono stati battuti al Senato sul disegno di legge sicurezza. La bocciatura- spiega il CORRIERE – riguarda una delle parti più calde del provvedimento: la permanenza di 18 mesi nei centri di identificazione per stranieri. Per ora quindi si torna, come previsto dalla Bossi-Fini a una permanenza massima di 60 giorni. Maroni sbotta e ieri una nota del Viminale ha parlato di «grave errore» che «indebolisce la strategia di contrasto all’immigrazione clandestina». E ancora: «Questa bocciatura sconfessa la direttiva europea sui rimpatri». Ma di chi è la responsabilità di questo voto inaspettato. Il leghista Castelli guarda a destra: «Le opposizioni sono 122. Noi eravamo 136. La contabilità è facile da fare». Chi sono? «I voti erano sulla destra». Fin qui l’asettica ricostruzione dei fatti. Ma la contrarietà al provvedimento del CORRIERE emerge tutta nel pezzo di Gian Antonio Stella, che si chiede: «Che fine ha fatto Sandro Bondi?». Proprio l’esponente azzurro nel 2005 presentò una proposta di legge «in tutela socio assistenziale degli extracomunitari». L’esatto contrario di quello che oggi comporterebbe l’approvazione del ddl sicurezza. E allora via Solferino ha gioco facile a titolare: “Quando Bondi difendeva le cure ai clandestini”.
Curiosamente LA REPUBBLICA unisce crisi e immigrazione: “Incentivi per auto e lavatrici” è il titolo seguito da un occhiello che recita “Sicurezza, schiaffo alla Lega: maggioranza battuta 3 volte”. L’apertura centrale è invece dedicata a “Lazio, scandalo sanità agli arresti Angelucci”. A pagina 9 Liana Milella riferisce del no del Senato alla permanenza nei Cpt fino a 18 mesi. 3 sconfitte nel giro di 10 minuti per il decreto sicurezza. A votare contro (lo scrutinio era segreto) sarebbero stati tre senatori del Pdl: ex democristiani, giura Castelli. Al terzo voto, che riguardava la tassa sul permesso di soggiorno, finisce in parità (129 a 129, ma in questo caso prevale il no secondo il regolamento del Senato). Il commento di Maroni: «la bocciatura è un grave errore perché sconfessa la direttiva europea sui rimpatri e indebolisce il contrasto del governo all’immigrazione». Voto bipartisan invece (ovvero sì di Pd e Idv) per abolire la custodia cautelare per chi fa stupri di gruppo o comunque violenza sessuale: non avrà più benefici di alcun tipo e finirà diritto in carcere. Interessante l’intervista di Vladimiro Polchi, “«Medici contro clandestini? Rischio di catastrofe sanitaria»”. È il parere di Giancarlo Galan, governatore del Veneto (Forza Italia). Afferma il politico: «rischiamo di creare delle malattie clandestine, perdere il controllo sanitario del nostro territorio e mettere in pericolo la salute di tutti». Curare gli immigrati anche clandestini è nel nostro interesse insomma, se si fa un ragionamento pratico e non ideologico.
“Immigrati, governo battuto” è il titolo abbastanza freddo de IL SOLE 24 ORE che in effetti sui temi sicurezza-immigrati non si scalda mai molto. Di spalla, si sottolinea invece con un po’ più di entusiasmo che potrebbe esserci un accordo bipartisan sulla riforma della giustizia, con l’apertura di ieri di Fassino che ha detto: «Siamo pronti a discutere», «purché l’obiettivo sia l’efficienza della giustizia, non dare un colpo ai magistrati». Un po’ presto per cantare vittoria, in effetti, ma meglio di niente. Il vero nodo, come si sa, sono le intercettazioni. Sul fronte della riforma penale che va domani in Cdm si segnala una novità che riguarda le misure alternative: secondo il ddl Alfano non ci sarà più la messa in prova per due anni ma, dopo la condanna, per avere la libertà vigilata bisognerà svolgere lavori socialmente utili.
IL GIORNALE ha un richiamo in prima con foto di Maroni e il titolo sentenzia “Onorevoli assenteisti. Il governo va sotto”. E poi sempre in sottotono a pag. 12 si fa la cronaca della serata di ieri in cui non sono passate le norme care alla Lega per via del fuoco amico in Senato. Maroni ha fatto sapere che la norma sui 18 mesi di permanenza nei centri di accoglienza sarà riproposta alla Camera.
Su AVVENIRE il decreto sicurezza è trattato con taglio molto cronachistico, il commento è praticamente zero: “Inasprimento del 41 bis. Sì unanime al Senato. Ma opposizione e franchi tiratori battono il governo sull’immigrazione” sono il titolo e l’occhiello di pag. 11.
“Immigrati, governo battuto” è il titolo diretto del MANIFESTO sui sette franchi tiratori che “mettono in crisi il disegno di legge sulla sicurezza”. «La politica immigratoria di governo e maggioranza frana sotto il voto del Senato» è l’incipit dell’articolo di cronaca politica dove si sottolinea come le accuse di Pisanu a Maroni di ascoltare troppo le osterie padane fosse un segnale del malumore nel Pdl. Tra le novità del decreto sicurezza l’inasprimento del trattamento degli stupratori. Grazie a un emendamento della Lega, votato anche dall’opposizione sono aboliti i domiciliari e inoltre gli stupratori non potranno usufruire dei benefici della Gozzini per i detenuti.
LA STAMPA mette in evidenza nel titolo l’inasprimento nei confronti dei reati di stupro: “Stop ai domiciliari per gli stupratori”. E in modo schematico esamina quattro questioni chiave contenute nel pacchetto sicurezza: Intercettazioni; Obbligatorietà dell’azione penale; Separazioni di ordini e carriere; Il nuovo Consiglio superiore della magistratura. Per ciascuno di questi argomenti riferisce le posizioni del governo, del magistrati, degli avvocati e dell’opposizione. Ma a far cadere il governo sono state le tre norme che riguardano gli immigrati. «C’è un malessere montante nella maggioranza» ha detto Anna Finocchiaro (Pd). Un malessere, secondo Nicola Latorre, dovuto all’insofferenza nei confronti dei «condizionamenti della Lega».
E inoltre sui giornali di oggi:
ELUANA
CORRIERE DELLA SERA – Anche oggi due pagine sul caso della Englaro. “Il premier su Eluana: lavoriamo per intervenire”: nel governo sono sempre più numerose le voci che chiedono il varo di un decreto che blocchi per 60 giorni ogni decisione in attesa che il parlamento voti il testo di legge sul testamento biologico oggi al voto in Senato. Un’ipotesi che non piace né a Bossi «Il Parlamento non può decidere sulla vita e sulla morte», né al ministro dell’Ambiente Prestigiacomo: «No a una legge, la politica scelga la via del silenzio». Intanto 200 persone provenienti dalle case famiglia di don Benzi sono arrivati a Udine per protestare. Tutti segnati da malattie e gravi handicap.
IL SOLE 24 ORE – Salvatore Carrubba risponde alle tante mail dei lettori sul caso Eluana. La maggior parte dei messaggi è pro-padre, ma Carrubba dice: «la decisione cui si sta dando attuazione in queste ore non mi convince. Da liberale (…) ritengo aberrante che sia una sentenza a decidere dell’esistenza di una persona». E perché, conclude, il principio di precauzione che «si applica a topi e pannocchie» per Eluana non vale?
IL GIORNALE – Apre su Eluana con la testimonianza dell’amica più cara. Anzi le amiche e compagne di scuola (5 anni al liceo) che dicono «Si parlava di feste, di amici, discussioni di adolescenti». IL GIORNALE sottolinea che le testimonianze davanti al tribunale sono state a senso unico perché non sono state sentite tutte le amiche, le compagne di classe e i professori della scuola. Alle pagine 4 e 5 due interviste, al fratello di Terry Schiavo: «Spero che il padre di Eluana cambi idea» e a Pietro Crisafulli, che conosce Beppino Englaro a Porta a Porta nel 2005 sul tema del testamento biologico. Diventano amici e Crisafulli dichiara di avere ricevuto una confidenza da parte di Englaro, a proposito del desiderio di morire espresso da Eluana: «Si è inventato tutto. Eluana era una ragazzina. Beppino era stanco di vedere la figlia ridotta in quelle condizioni». A pag. 7 l’annuncio che il Governo è pronto a fermare tutto con un decreto. La dichiarazione è del Premier, mentre il sottosegretario al welfare Roccella si muove sul piano legale «la clinica non ha i requisiti per attuare la sentenza». In prima pagina due fondi. Mario Cervi “Io sto con gli italiani: lasciatela andare” e Carlo Freccero “Su di lei tanti dubbi e una certezza: soffrirà”.
AVVENIRE – Le prime otto pagine sono dedicate al caso Englaro. Non usa mezzi termini Suor Annalisa Nava, la superiora delle Misericordine che per 15 anni hanno accudito la donna, nel mostrare il suo sdegno (e forse anche un po’ di scetticismo) dopo le parole di De Monte, il medico che ha accompagnato la Englaro a Udine: «Si è detto addirittura devastato. Descrive Eluana più o meno come un corpo inguardabile. Un anestesista della sua esperienza dovrebbe aver visto ben altro nella sua carriera, come può scioccarsi per Eluana? Ma soprattutto come può ritenerla morta? Che medico è?». Eluana infatti, appare come una donna forte e anche piuttosto «florida», che sta bene e «le bugie dette ai media, e che i media riportano immediatamente senza approfondire sono anche peggio di quell’atto di toglierle il sondino».
LA REPUBBLICA – “Berlusconi studia un decreto per fermare i medici”. L’assessore regionale veneto, Wladimir Kosic, si sarebbe incontrato (a titolo personale) con il sottosegretario Roccella. L’obiettivo dichiarare che la struttura di Udine non ha le condizioni per attuare la sentenza. Nel frattempo ieri sera Berlusconi, raggiunto ieri telefonicamente «da un altissimo prelato», ha detto «interverremo» (in un altro pezzo, Claudio Tito spiega che la sua preoccupazione è non «disattendere le istanze della Chiesa», ma mentre Sacconi pensa a un decreto amministrativo il Quirinale avrebbe molti dubbi).
ITALIA OGGI – Il ministro Sacconi, riferisce Italia Oggi, ha pronto il testo di un nuovo decreto ministeriale per impedire alla residenza sanitaria La Quiete di privare dell’alimentazione e dell’idratazione Eluana Englaro. La firma sarà posta in calce oggi o domani solo se lo stesso obiettivo non sarà raggiunto dall’assessorato alla Sanità della Regione Friuli Venezia Giulia. Il caso, oltre a dividere l’opinione pubblica, sta provocando un terremoto nella maggioranza di governo nel Pdl nazionale e friuliano di cui fa parte anche l’Udc. L’ultimo atto della vicenda Englaro è infatti stato organizzato in silenzio da uno dei leader della vecchia Forza Italia friuliana, ora senatore del Pdl, Giuseppe Ferruccio Saro, in accordo con il presidente della Regione a statuto speciale Renzo Tondo. Fini e Bossi sono contrari a un intervento diretto dell’esecutivo, ma molto ministri sono a fianco della scelta di Sacconi. Per cui, azzarda Franco Bechis che ha firmato il pezzo, alla fine la strada che meno ferite politiche aprirebbe è proprio quella di un nuovo decreto ministeriale con la sola firma di Sacconi. In molti parlamentari ci si rende conto di come l’eventuale applicazione del dispositivo giudiziario e la conseguente morte di Eluana possano compromettere il percorso della legge e costituire il precedente giuridico per una legge sull’eutanasia.
LA STAMPA – “Lasciamola morire in pace come facemmo con Giovanni Paolo II” dice in un’intervista l’arcivescovo Giuseppe Casale. «Mi sento vicinissimo a papà Beppino. Quella di Eluana non è più vita, porre termine al suo calvario è un atto di misricordia» afferma il vescovo che prende le distanze dall’«accanimento contro un povero corpo martoriato, tenuto artificialmente in un limbo». «Si è creato il “caso Eluana” agitando lo spettro dell’eutanasia, ma qui non si tratta di eutanasia». «Dovremmo smettere di agitarci contro i mulini a vento e e chiederci se quella della Englaro sia realmente vita. Una vita senza relazioni, alimentata artificialmente non è più vita. Come cattolici dovremmo interrompere tutto questo clamore e dovremmo essere più sereni affinché la sorte di Eluana possa svilupparsi naturalmente. I trattamenti medici cui è stata sottoposta non possono prolungarle una vera vita ma solo un calvario disumano». «Eluana non c’è più da tanto, da molto tempo prima della rimozione del sondino che simula un’esistenza definitivamente svanita».
IL RITORNO DI ZAVOLI
MANIFESTO – “Il cilindro sulla Rai” è il titolo dell’editoriale di Norma Rangeri che osserva: «Come un elegante cilindro su un abito logoro, Sergio Zavoli è il nuovo, prestigioso, neopresidente della Commissione parlamentare di vigilanza (…) Giovani e vecchi non coincidono con buoni e cattivi, né in politica né in altri altri ambiti pubblici. Ma l’elezione di Zavoli racconta e fotografa un paese condannato all’eterno ritorno».
SCANDALO CLINICHE
LA REPUBBLICA – Tre pagine dedicate all’arresto del re delle cliniche Giampaolo Angelucci (nonché editore, con il padre deputato Pdl, di “Libero” e “Il Riformista”). Una truffa sanitaria per 170 milioni di euro fra 2004 e 2007. Contestata l’associazione a delinquere. In tutto sono 20 gli indagati, fra cui 6 dirigenti regionali. Gli Angelucci avrebbero usato i giornali di loro proprietà per fare pressioni. Nell’intervista di Giovanna Vitale, Giampiero Marrazzo, governatore del Lazio, si dichiara amareggiato ma deciso a continuare l’operazione di pulizia nella sanità.
MANIFESTO – Sanitopoli ha un richiamo in prima pagina “Arrestato Gianpaolo Angelucci. Richiesta di autorizzazione anche per il padre, deputato Pdl”. «Si annuncia come un vero terremoto l’inchiesta della Procura di Velletri sulla sanità privata nella provincia di Roma» attacca l’articolo a pagina 5 “Sotto inchiesta i «re della cliniche». Nel mirino dei magistrati di Velletri la Tosinvest degli Angelucci, ras della sanità romana”. Nell’articolo si raccontano alcune vicende del centro di riabilitazione San Raffaele «Dietro la modernissima hall si cela il business della famiglia Angelucci, la riabilitazione per i tanti pazienti che provengono dalle strutture pubbliche. L’ambiente apparentemente confortevole e moderno cela però storie di indifferenza e servizi approssimativi.(…) «Qui si mangia male non ce la facciamo più. È vero che hanno arrestato Angelucci?», commenta un signore anziano, arrivato da pochi giorni”. Sull’impero Angelucci di spalla un articolo in cui si nota che «Angelucci non è prevalentemente un editore, è appunto il re delle cliniche assieme al papà Antonio. Il suo core business è quello ma è certo che negli ultimi anni con l’editoria ci ha preso gusto tanto che sarebbe stato disposto anche a tenere sotto lo stesso tetto Vittorio Feltri, Antonio Polito e l’Unità sia pure depurata da Antonio Padellaro e Furio Colombo. Ora detiene anche il 7,1 % di Cai».
LEFEBVRIANI
LA REPUBBLICA – “Shoah,lo stop di papa Ratzinger «Williamson deve chiedere scusa»”. Riferisce Marco Politi che è arrivata l’ora della retromarcia. Il Papa non avrebbe conosciuto le posizioni dei negazionisti. Dopo l’intervento di ieri della Merkel, il Vaticano ha deciso di correggere la rotta con una Nota della Segreteria di Stato, pubblicata oggi su L’OSSERVATORE ROMANO, in cui si sottolinea che i 4 prelati non hanno alcuna funzione canonica nella Chiesa e che WIlliamson dovrà appunto prendere in modo netto le distanze dal negazionismo.
INGLESI CONTRO ITALIANI
IL SOLE 24 ORE – Si va verso un compromesso in quel di Lindsey: il sidnacato strappa alla Total la promessa che gli operai saranno per metà inglesi e metà italiani (102 inglesi su 198, per la precisione); ogi gli operai dovranno decidere, ma le Unions «consigliano» caldamente di accettare. Il SOLE dà grande spazio alla vicenda come ha sempre fatto in questi giorni, e di spalla sente la Irem, l’azienda vincitrice dell’appalto, che ovviamente non fa salti di gioia: «Assumere 102 operai non previsti non è facile, ma valuteremo» dice l’ad, che intanto però per i cinque giorni di fermo sta quantificando le perdite.
CRISI AUTO
ITALIA OGGI – “La gente vuole meno auto. Dobbiamo fargliele ingoiare?”: ecco alcuni passaggi dell’analisi di Pierluigi Magnaschi. “La crisi che ha investito il settore automobilistico è una crisi di sovra-produzione. Non occasionale, ma strutturale. Ad essa si può reagire efficacemente solo riducendo la produzione di auto – sostiene Pierluigi Magnaschi – Ma questa decisione comporta la scomparsa di un tale numero di posti di lavoro che determina delle conseguenze economiche e sociali deflagranti. Per evitare questa situazione, sarebbe bastato vedere come stavano evolvendo da anni le tendenze sul mercato mondiale dell’auto e provvedere ai necessari aggiustamenti che, se fossero stati diluiti negli anni, sarebbero anche stati più facilmente metabolizzati. Invece, pur con tanti cervelli a disposizione, nessuno, al top delle grandi case automobilistiche ha visto niente, per il semplice motivo che tutti hanno tutti hanno fatto finta di non vedere. Ed ora l’industria automobilistica si sta schiantando contro il muro dell’insipienza globale e gli interventi che i governi si stanno apprestando a fare, saranno destinati a consolidare una situazione incompatibile con il mercato….Nei paesi sviluppati il mercato delle auto è saturo. I nuovi acquisti sono quasi tutti di sostituzione di veicoli. E la sostituzione delle auto è sempre meno dovuta a necessità. Certo ci sarebbe la valvola di sfogo della domanda inevasa dei paesi in via di sviluppo. Chi vive in queste zone vorrebbe acquistare un’auto ma, troppo spesso, non ha i soldi per pagarsela. Ma l’economia lavora solo per chi ha dei desideri di acquisto accompagnati dai mezzi economici per acquistarli. I soli desideri, purtroppo, non fanno funzionare le fabbriche”.
MANIFESTO – Alla nuova rottamazione il quotidiano dedica l’apertura con una grande foto del Palazzo e il titolo “Autosalone” «Il governo Berlusconi “affronta” la più grande crisi economica e industriale dopo quella del ’29 con una promozione di mercato. Mille euro di abbuono sulle automobili nuove, per svuotare un po’ i magazzini, e niente bollo per tre anni. Piccoli saldi anche per gli elettrodomestici” è il sommario in prima che riprende il titolo di pagina 4 “I saldi del governo”. Al tema un commento di Loris Campetti “Gli aiuti truccati di Berlusconi” «Siccome la crisi è straordinaria, la risposta del governo italiano non poteva che essere ordinaria. Anzi banale» e si spiega come Obama leghi gli aiuti a rivoluzioni in campo ambientale, o Sarkozy leghi i finanziamenti alla salvaguardia di stabilimenti e occupazione. «Da noi il massimo che Berlusconi riesce a pensare è una bella rottamazione. A Berlusconi sta più a cuore la possibilità di svuotare qualche piazzale di automobili invendute che non salvare una fabbrica con gli annessi posti di lavoro (…) L’Italia fa il peggio di tutti e insieme alle auto usate rottama cultura, saperi, salari, futuro. Pensando di aiutare il dio mercato e i suoi chierichetti confindustriali, in realtà fa male agli uni e agli altri».
OBAMA
IL GIORNALE – Un’intera pagina esteri (pag.15) al “Mea culpa di Obama: «Ho fatto un casino»”. Maria Giovanna Maglie commenta la débacle di Barack, re dei lobbisti e Marcello Foa riporta il caso americano apertosi dopo le dichiarazioni, in linguaggio informale, del neo presidente sugli errori dei primi giorni di governo. A partire dalla conduzione della vicenda dei ministri dimissionari.
KOUCHNER
CORRIERE DELLA SERA – Intervista al ministro degli esteri francese e fondatore di Medici senza frontiere Bernard Kouchner che si difende dagli attacchi contenuti in un libro “Le monde selon K.”, in cui sono espressi sospetti sui suoi legami con il regime ruandese, sulle sue consulenze sanitarie in Africa e sui suoi dossier sul lavoro forzato in Birmania. Ribatte il ministro: «Contro di me un attacco scandaloso». Il copyright è del Nouvel Observateur.
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