Volontariato

IMMIGRATI. Oltre 300mila a Roma e provincia, 45mila i nuovi nati

I dati del quinto Rapporto dell'Osservatorio Romano sulle Migrazioni della Caritas

di Gabriella Meroni

I cittadini stranieri, residenti nella Provincia di Roma ha raggiunto, al 1° gennaio 2008, le 321.887 unità, 43.347 in più rispetto all’anno precedente, con un aumento del 15,6%, di poco inferiore a quello medio rilevato in Italia (16,8%).

E’ quanto emerge dal quinto Rapporto dell’Osservatorio Romano sulle Migrazioni, promosso dalla Caritas diocesana di Roma in collaborazione con la Provincia e la Camera di Commercio di Roma, presentato questa mattina. Un rapporto organico di 45 capitoli che descrive l’immigrazione nell’area romano-laziale a partire dai dati statistici disponibili su residenti, soggiornanti e richiedenti asilo, mercato del lavoro, sia dipendente che autonomo, caratteristiche demografiche e dimensione formativa. ”Per restituire dell’immigrato un’immagine veritiera e non ridotta esclusivamente ai fatti di cronaca nera”. Dal rapporto emerge che l’incremento delle presenze straniere per il Comune di Roma e’ stato molto piu’ basso (+9,5%), la crescita, quindi, ha coinvolto soprattutto i Comuni della Provincia. L’incidenza sul totale della popolazione ha raggiunto il 7,9%, percentuale al di sopra della media nazionale (5,8%) e, oltretutto, superata in diversi Comuni.

Nel complesso, rileva la Caritas, la crescita registrata nell ultimo anno è dovuta all’arrivo di 45.934 stranieri provenienti direttamente dall’estero; a 8.325 stranieri che si sono trasferiti nel territorio romano da altri Comuni italiani; a 4.548 nuovi nati da genitori stranieri e 988 stranieri che hanno stabilito nella Provincia la loro residenza per altri motivi. Con questi numeri, la Provincia catalizza l’82,3% del totale regionale (390.993) e il 9,4% di quello nazionale, confermandosi uno tra i principali poli di attrazione dell’immigrazione italiana. Dal rapporto risulta quindi che, nella Provincia di Roma, sono 180.246 le famiglie con almeno un componente straniero, che non sempre è il capofamiglia, di queste 128.000 sono residenti nel Comune di Roma (il 71%) e 52.246 nei restanti Comuni, tra i quali si distinguono: Fiumicino e Ladispoli, con piu’ di 3.000 famiglie e circa 6.000 residenti.

Provengono da quasi tutti i Paesi del mondo, o per decisioni individuali, come avviene sovente nel caso dei romeni, o su impulso della famiglia, come nel caso dei peruviani, la cui migrazione risponde a una precisa strategia di diversificazione delle risorse in ambito familiare. I romeni, così come rilevato a livello nazionale, sono diventati il primo gruppo di immigrati per numero di residenti nella Provincia di Roma con 92.258 unità, quasi un terzo dei residenti stranieri complessivi. Subito dopo i romeni, pero’, i piu’ numerosi non sono albanesi, marocchini e cinesi, come accade nella media statistica nazionale, bensi’ una comunita’ asiatica, quella dei filippini (8% del totale), e un’altra comunita’ europea comunitaria, quella dei polacchi (5,6%). Per quanto riguarda i minori di cittadinanza straniera, 64.539 in tutta la Provincia, per quanto concentrati nella capitale per il 67,4% (quota in linea con quella dei residenti stranieri), registrano per incidenza sul totale della popolazione estera valori omogenei su tutto il territorio.

Il dato più interessante, però, rileva la Caritas, sono i 45.524 minori nati in Italia e che, quindi, rientrano a pieno titolo nella ”seconda generazione” dell’immigrazione, nonostante dal punto di vista giuridico continuino ad essere stranieri, alla pari dei loro genitori. In 33.434 risiedono nella citta’ di Roma (il 73,4% di tutti i minori stranieri nati in Provincia); nella capitale, che per prima ha costituito lo sbocco per l’immigrazione italiana, si registra la percentuale piu’ alta di nati in Italia tra i minori stranieri: ogni 100 minori quasi 77 sono nati nel nostro Paese, mentre poco inferiore risulta essere la media della Provincia (70,5%).

Dal punto di vista economico, dice il Rapporto, «i lavoratori stranieri incidono per l’8,7% sull’occupazione complessiva (due punti in piu’ rispetto alla media nazionale) con uno straordinario tasso di attività (75,1%)». La maggior parte di loro e’ impiegata nel settore dei servizi, del commercio e dell’edilizia, con alcune differenze tra i diversi gruppi culturali. Infatti, se marocchini, cinesi e bangladesi sembrano piu’ dediti al commercio, romeni, polacchi, moldavi e albanesi sembrano prediligere le costruzioni. Anche tra gli imprenditori stanieri, inoltre, la Caritas registra un certo dinamismo nelle attività delle costruzioni (4.000) e in quelle commerciali (7.000). In conclusione la Caritas rileva anche una maggiore domanda di cultura e di istruzione dei residenti stranieri, che si attestano sulle 45 mila unità nel sistema scolastico, e 7000 mila in quello universitario.


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