Famiglia

Immigrati: ok confindustriale a Maroni

Sì al legame tra ingressi degli extracomunitari e contratti di lavoro. E Tognana, numero due della Confindustria, chiede che venga autorizzata la costruzione di foresterie all'interno delle aree indu

di Redazione

La Confindustria concorda con il ministro del Welfare, Roberto Maroni, sulla revisione della legge Turco-Napolitano nel senso di legare l’ingresso degli immigrati ai contratti di lavoro. A spiegarlo e’ il vicepresidente dell’organizzazione, Nicola Tognana, secondo cui quella proposta da Maroni ”e’ gia’ un’opzione, non utilizzata, della legge Turco-Napolitano. Io credo sia assolutamente condivisibile che, nel momento in cui c’e’ un contratto di lavoro, sia molto piu’ facile ottenere il permesso di soggiorno”. Tognana riconosce che c’è ”il rischio di un’espulsione per chi perde il lavoro” ma, aggiunge, ”dobbiamo tutelare da una parte la capacita’ di mantenere la produzione di ricchezza nel nostro Paese, e dall’altra di dare tranquillita’ e serenita’ ai nostri concittadini. Credo che la formula proposta sia un buon mix, che puo’ ottenere un risultato positivo”. Piu’ cauto, invece, il vicepresidente di Confindustria si e’ mostrato sulla regolarizzazione dei ‘sommersi’ proposta da Maroni: ”credo sia solo una sottolineatura politica del ministro -ha detto Tognana- E’ chiaro che l’emersione del sommerso non fa differenze ne’ di razza ne’ di sesso, ne’ di nulla. Evidentemente, quando parliamo di emersione si punta a far emergere nel medio termine gettito e pil per il Paese, e dall’altra di smontare una concorrenza non corretta”. Sui nuovi ingressi previsti dal ministro del Welfare, Confindustria invece non e’ soddisfatta: ”13 mila come richiesti contro mille, non c’e’ storia”, spiega drastico Nicola Tognana a margine della presentazione del rapporto 2001 sul Nordest. Ma per il numero due di Confindustria ”il problema e’ quello di collegare l’accoglienza ai flussi. Perche’ quello che da’ fastidio ai cittadini e’ vedere gli immigrati dormire per le strade, questo e’ di per se stesso un problema di sicurezza. Quindi dobbiamo riuscire a risolvere il problema dell’accoglienza. La soluzione molto semplice -aggiunge Tognana- e’ quella di consentire alle imprese di realizzare delle foresterie all’interno delle aree industriali, nelle fabbriche, immaginando che ci sia un massimo del 10% di lavoratori che possono essere ospitati in queste strutture”. Cosi’, il vicepresidente di Confindustria si dice sicuro che ”in tempi rapidi potremmo riuscire a realizzare queste foresterie e dare ai lavoratori-immigrati l’ospitalita’, basterebbe che ci fosse la volonta’ politica. E cioe’, dovrebbe essere modificata la legge urbanistica in modo da consentire di costruire, in automatismo, le foresterie, appunto per un massimo dell’8-10% dei lavoratori. Nello spazio di 18 mesi avremmo risolto tutti i problemi”. In ogni caso, secondo il numero due di Confindustria la ”delocalizzazione e’ obbligata: noi non abbiamo piu’ territorio. La scelta pero’ non e’ di depotenziare qui, ma di spostare fuori le attivita’ piu’ povere e tenere qui solo quelle ricche”.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA