Welfare

IMMIGRATI. «Le classi separate? Un boomerang per voi»

Intervista a Iulian Curelea, responsabile lombardo del forum delle comunità straniere

di Riccardo Bianchi

Ieri il Parlamento italiano ha approvato una mozione di indirizzo per il governo, che chiede la creazione di corsi speciali per i ragazzi stranieri (ma niente vieta che ci siano anche italiani con una parlata troppo dialettale) che non padroneggiano sufficientemente l’italiano. A proporla, ovviamente, è stata la Lega Nord. L’opposizione ha già criticato la proposta e in molti hanno parlato di “sezioni ghetto”, visto che le lezioni speciali si svolgeranno anche nelle normali ore di insegnamento, rischiando di creare delle classi che lavorano completamente separate. Ma nessuno, specie tra i politici, ha ascoltato i diretti interessati: gli immigrati
 
Iulian Curelea, responsabile lombardo del forum delle comunità straniere, è molto scettico. Per smontare le opinioni della Lega porta come esempio le sue due figlie: «Quando sono arrivate dalla Romania la piccola non parlava italiano, la più grande pochissimo. Eppure le maestre le hanno valutate più preparate e le hanno spostate avanti di qualche anno. La lingua era un problema, ma in pochi mesi l’hanno imparata, grazie anche alle insegnanti che hanno avuto la pazienza di aspettare. I bambini non ci mettono tanto».
 
I fatti gli danno ragione, visto che entrambe le ragazze ora sono in Inghilterra, una per un master e l’altra per lavorare alla Royal Bank of Scotland. «Aveva trovato un posto all’Unicredit in piazza Corvetto» continua Curelea –«Guadagnava bene, 3.500 euro. Ma ha preferito trasferirsi. Mi dispiace, vuol dire che l’Italia non ha saputo darle la possibilità di realizzarsi come voleva».
 
Alla domanda se c’è un rischio che i giovani stranieri si sentano discriminati finendo in una classe di secondo livello, la risposta è immediata: «Il pericolo di una rivolta in stile “banlieue” c’è già per i problemi burocratici che affliggono le famiglie. Lo stress per l’attesa del rinnovo del permesso di soggiorno, le difficoltà del ricongiungimento, sono tutte cose che non aiutano. Poi se il ragazzo si sente trattato come se avesse dei problemi mentali, se troverà davanti a sé sempre nuovi ostacoli che non gli permettano di realizzare i suoi sogni, è ovvio che ciò avrà ripercussioni sul suo futuro e sulle sue scelte».
 
Ma per Curelea il vero problema riguarda i giovani italiani: «Cresceranno con un’idea distorta dello straniero, come di un cittadino diverso, di secondo livello. Si creerà una divisione tra loro e gli immigrati, aumenteranno le tensioni. E nei prossimi anni la società ne subirà le conseguenze».


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA