Famiglia

Immigrati. Le associazioni chiedono. Dov’è finito il voto?

Tante promesse, nessuna realtà. Così Sant’Egidio e Nessun Luogo è lontano hanno preparato due progetti di legge (di Chiara Ludovisi).

di Redazione

Il prossimo 28 marzo, 32.771 cittadini immigrati residenti a Roma eleggeranno 24 rappresentanti. Con funzione consultiva e non decisionale, 4 ?consiglieri aggiunti? entreranno a far parte della giunta comunale, mentre gli altri 20 saranno suddivisi negli altrettanti municipi capitolini. “Un episodio di partecipazione”, secondo il sindaco Walter Veltroni, “che smentisce, da solo, tante chiacchiere sull?agonia della politica”. L?evento è stato l?occasione per riaccendere il dibattito intorno a problemi irrisolti in tema di immigrazione. Soprattutto la questione della cittadinanza: a inaugurare il dibattito è stata la Comunità di Sant?Egidio con la campagna Bambini d?Italia per chiedere la modifica della legge 91/92, che vincola la cittadinanza al ?diritto di sangue? (cioè alla nazionalità dei genitori). Sant?Egidio, sostenuta da Udc, Margherita e Udeur, chiede che sia riconosciuto italiano chi nasce nel nostro Paese da genitori regolarmente residenti da almeno due anni, e che possa richiedere la cittadinanza ogni straniero residente da 6 anni (e non da 10, come è attualmente). L?associazione Nessun Luogo è lontano, che a Roma lavora da anni nel settore dell?immigrazione, ha invece criticato l?elezione dei consiglieri aggiunti. Il presidente Fabrizio Molina si dichiara sorpreso che la Commissione preposta “non abbia sentito l?esigenza di ascoltare le associazioni che nella città si occupano di immigrazione”. Ma soprattutto nega che l?elezione del consigliere aggiunto sia un progresso in direzione di una vera cittadinanza: “Non esistono una cittadinanza piena e una cittadinanza ?consulenziale? quale sarà quella del Consigliere aggiunto”. L?associazione ha da poco presentato una proposta di legge per riconoscere il diritto di voto tramite legge ordinaria, dopo la ratifica del Capitolo C della Convenzione di Strasburgo, che riconosce agli stranieri regolarmente residenti in uno Stato da almeno 5 anni il voto alle elezioni locali. Ma la novità della settimana è stata l?apertura di Livia Turco (Ds), che ha dichiarato la propria disponibilità “a un accordo con la destra sul diritto di voto agli immigrati”. Vedremo.

Chiara Ludovisi


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