Famiglia

Immigrati, la politica non sa quel che fa

Integrazione. Quando prevalgono paura o schematismi

di Redazione

Un?inchiesta di «Yalla Italia» ha lanciato due questioni chiave: la riforma della cittadinanza e quella delle procedure per la richiesta dei permessi. Ecco come rispondono due esponenti delle coalizioni >>

Il numero di Yalla Italia uscito la scorsa settimana insieme a Vita, conteneva alcune analisi precise e circostanziate sui fallimenti delle politiche di immigrazione in Italia. Gli articoli di Ouejdane Mejri e di Meriem Faten Dhouib hanno portato alla luce un punto di vista che non viene preso in considerazione: quello dei diretti destinatari di quelle politiche. Non c?è preconcetto politico in queste due prese di posizione. Prevale invece la valutazione concreta dell?impatto di quelle politiche. Questa settimana due esponenti delle principali coalizioni rispondono alle contestazioni sollevate.

MARCELLA LUCIDI (Pd)
È vero, i tempi dei permessi sono troppo lunghi. Ma ora rimedieremo.

Vita: Per molti giovani immigrati l?avvento della sinistra al governo aveva comportato una grande speranza. In realtà la delusione è forte, non solo per la mancata riforma della Bossi – Fini. Prevale il problema sicurezza. Non le sembra una visione che sia ora di correggere?
Marcella Lucidi: Non credo che ci sia una visione del Pd sull?immigrazione che vada corretta, anzi. Abbiamo sempre ritenuto l?immigrazione una straordinaria risorsa per il Paese, un fenomeno epocale da governare per favorire l?accoglienza e l?integrazione. In questi mesi, il governo Prodi ha aperto una stagione di interventi coraggiosi, dalla riforma Amato – Ferrero del Testo unico sull?immigrazione alla riforma della cittadinanza, alla piena attuazione delle direttive europee in materia di asilo. Purtroppo, questo percorso di riforme è stato interrotto a metà strada e molti interventi che erano all?esame del Parlamento non sono stati tradotti in legge. Il Pd vuole ripartire da lì, per completare il lavoro fatto, per dare diritti, dignità e opportunità di integrazione ai cittadini stranieri che vivono in Italia.

Vita: Con il governo Prodi si è data attuazione alle disposizioni relative alle nuove procedure di richiesta di rinnovo o rilascio dei documenti di soggiorno. Se prima la procedura costava 14,62 euro, come documentato dalla nostra inchiesta, oggi la cifra passa a 73 euro a persona. Per gli studenti va aggiunta l?assicurazione malattia privata che vale circa 150 euro. Per di più i tempi si sono allungati. Che cosa non è funzionato?
Lucidi: La procedura per il rilascio e il rinnovo dei documenti di soggiorno è particolarmente complessa e i tempi di attesa sono troppo lunghi. In questi mesi abbiamo lavorato per migliorare le cose: siamo passati da una media di 4mila permessi di soggiorno rilasciati a settimana ad una media di 17mila. E tuttavia questo risultato non è sufficiente. Per questo, sin dalle prossime settimane, renderemo operativa una nuova procedura semplificata, con l?abbattimento dei tempi previsti e con la convocazione dell?immigrato in Questura consegnata direttamente dagli operatori degli uffici postali e degli Sportelli unici immigrazione al momento della presentazione della domanda. Inoltre, prenderà avvio una sperimentazione avanzata da parte di un gruppo di Comuni che, nei loro territori, sostituiranno integralmente Poste Italiane nella stessa procedura. Sarà il primo, vero passo, verso il completo trasferimento delle competenze in materia di rinnovo dei permessi di soggiorno agli enti locali, che rimane il nostro obiettivo principale per assicurare servizi di prossimità agli immigrati e per liberare personale di polizia da impegnare nell?attività di controllo del territorio.

ELISABETTA GARDINI (Pdl)
La cittadinanza? Non è questionedi passaporto, ma di valori condivisi

Vita: Tra le questioni più anacronistiche della legislazione italiana c?è quella che riguarda le regole per ottenere la cittadinanza. Negli Stati Uniti, i figli degli stranieri che nascono in Usa, ottengono automaticamente la cittadinanza americana. Uno di loro, tra l?altro, è in corsa per diventare presidente degli Stati Uniti. Perché la politica italiana costringe i figli degli immigrati a rimanere senza un?identità precisa e senza passaporto fino ai 18 anni?
Elisabetta Gardini: La storia americana è molto diversa da quella europea. Noi abbiamo bisogno prima di tutto di una forte spinta all?integrazione. In Europa, purtroppo, continuiamo a vedere i frutti di un multiculturalismo ?politicamente corretto? che, in nome del ?rispetto delle diversità?, di fatto ostacola l?integrazione. È di pochi giorni fa la notizia che a Londra si vogliono dare gli assegni familiari ai poligami per ogni moglie ?aggiuntiva?. In Italia l?analfabetismo tra le donne immigrate marocchine è molto più alto (80%) che tra le donne che vivono in Marocco, dove grazie all?azione innovatrice di Mohammed VI l?analfabetismo è sceso in pochi anni dall?86 al 45%. Se la cittadinanza non è una mera questione di passaporto, ma anche di valori condivisi, noi dobbiamo partire da una dose massiccia di integrazione. La cittadinanza sarà la logica conseguenza dell?integrazione.

Vita: Vorrei sottoporle un caso emblematico raccontato sull?ultimo numero di Yalla Italia.Una nostra collega (figlia di immigrati arabi) nonostante sia nata in Italia, sia sposata e abbia due figlie, oltre a non aver ricevuto la cittadinanza italiana (oggi ha 29 anni), rischia l?espulsione perché al 18mo anno di età la pratica di naturalizzazione le venne bloccata per via di un semplice viaggio all?estero. Nonostante questa ragazza abbia reso noto questa assurda situazione ad esponenti importanti sia di destra sia di sinistra, nessuno se né è occupato o ha mai alzato un dito.
Gardini: Purtroppo non è un caso unico. Basti pensare ai ragazzi che non hanno i documenti, spesso a causa di situazioni familiari problematiche, per poter sostenere gli esami di terza media o di maturità. Sono situazioni assurde che vanno a ledere i diritti fondamentali della persona. Se ne deve fare carico il Parlamento, intervenendo con tempestività. Una soluzione potrebbe essere quella di dare ai ragazzi e alle donne un permesso di soggiorno ?personale?, che li sottragga all?arbitrio del padre-marito. Si supererebbero così molte ingiustizie, compresi i matrimoni combinati ai quali ancora troppe giovani donne sono costrette. Noi vogliamo una società che si prenda veramente cura dei più deboli e garantisca pari opportunità a tutti. I bimbi vanno tutelati sempre e comunque.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA