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Immigrati, la Cassazione alza il muro

Sentenza che divide, espulsione degli irregolari anche se i figli sono a scuola

di Franco Bomprezzi

La Cassazione smentisce se stessa, stabilisce il precedente che un immigrato irregolare va espulso anche se suo figlio studia nelle nostre scuole, e questa sentenza divide seccamente l’opinione pubblica: preoccupazione da una parte, grande soddisfazione dall’altra. In mezzo, sempre più soli, i bambini immigrati.

“«I clandestini vanno espulsi anche se hanno figli a scuola»” è il titolo che il CORRIERE DELLA SERA mette in prima pagina (sotto l’apertura dedicata ancora una volta alla politica) sulla sentenza della Cassazione. Marcia indietro della Cassazione sugli immigrati: i clandestini con figli minori che studiano in Italia non possono chiedere di restare nel nostro Paese sostenendo che la loro espulsione provocherebbe un trauma «sentimentale» e un calo nel rendimento scolastico dei figli. Secondo il nuovo orientamento della Suprema corte, che smentisce una propria recente sentenza, l’esigenza di garantire la tutela alla legalità delle frontiere prevale sulle esigenze di tutela del diritto allo studio dei minori. La notizia all’interno è trattata alle pag 12 e 13 con una doppia intervista a al vescovo Domenico Mogavero e al ministro leghista Roberto Calderoli. Sostiene il presidente del Consiglio per gli affari giuridici della Cei: «perfino i magistrati così riducono tutto a una questione di ordine pubblico, tutto ciò che ha ispirato i respingimenti e gli atteggiamenti di intolleranza culmina in questo pronunciamento giurisprudenziale con lo stesso accento: non si guarda alle persone e ai loro drammi, ma al problema di polizia». Replica Calderoli: «Finalmente. La Sentenza della Cassazione ristabilisce lo stato di diritto: non si possono usare i figli come alibi. O, peggio ancora, sfruttarli…è ovvio che gli immigrati arrivano da noi perché hanno bisogno. Perché vengono da brutte condizioni. Perché a casa loro non si trovano bene. Ma se stiamo appresso a tutto questo non ne veniamo fuori…del resto è evidente che chi non è regolare in Italia oggi è perché non ha voluto esserlo. Per comodo, per non pagare le tasse».

LA REPUBBLICA sceglie il taglio centrale: “Immigrati espulsi anche con i figli a scuola”. I servizi e il commento all’interno. Linea dura della Cassazione secondo la quale gli immigrati irregolari vanno espulsi anche se hanno figli minorenni che frequentano la scuola. È in realtà una correzione di rotta rispetto a una precedente sentenza e piace molto al governo. La sentenza è la risposta a una coppia che vive a Como e che aveva fatto ricorso: lui è un irregolare albanese, la moglie è in attesa della cittadinanza e i due figli. Vivono a Busto Arsizio. Lui chiedeva di poter restare accanto ai figli per contribuire al loro «sano sviluppo psicofisico». La Corte ha invece ritenuto che non deve «strumentalizzare l’infanzia». Sic. Per il governo, plaudono la Gelmini e Calderoli. Per il buon senso, invece, si schierano l’opposizione e il Vaticano. Monsignor Agostino Marchetto, segretario del Pontificio consiglio per la pastorale dei migranti, «si deve tener presente, anche nella situazione di irregolarità, quella che è la realtà dell’educazione dei figli». Fra le reazioni, quella delle Acli che hanno supportato la coppia di Busto: per Pino Gulia, responsabile del servizio immigrazione dell’associazione, quella della Cassazione non è una scelta corretta «perché non è giusto che il loro percorso d’integrazione si blocchi solo per colpa della contingenza economica». D’altronde, incalza l’avvocato Marco Poggi, consulente Acli, quello di irregolari con figli minorenni è un caso frequente: «sarebbe opportuno prevedere percorsi di regolarizzazioni caso per caso». In appoggio, la rivolta dei Comuni che continuano a far iscrivere alle materne. Torino è stata la prima città che ha sollevato il problema con due missive a Maroni, partendo dal presupposto che essendo un servizio che il municipio è obbligato a fare, lo si assimila alla scuola dell’obbligo (le eccezioni di legge alla verifica del permesso di soggiorno riguardano appunto la salute e la scuola dell’obbligo). Una pratica che è seguita da altre città, Roma e Milano comprese (nel capoluogo lombardo, la Moratti aveva provato a fare diversamente ma si era scontrata con il ricorso di una mamma). A Palermo, invece, i funzionari chiedono i permessi dei genitori per iscrivere i figli. La scusa? Ci sono così pochi posti… Condivisibile il commento di Gad Lerner, intitolato provocatoriamente “Family-day, non per tutti”. «Viva la famiglia, ma solo se italiana» è l’esplicito incipit. Per chi non dovesse capire, Lerner aggiunge dopo: «la vergognosa sentenza della prima sezione civile della Cassazione contraddice giudizi precedenti di segno opposto, ispirati  a un ovvio criterio di umanità peraltro contemplato dalla legge… La doppiezza del resto è ormai elevata tra noi a codice morale. In Italia si può aderire al family-day praticando con vanteria l’adulterio».

IL GIORNALE riporta un richiamo in prima “Clandestini e ora diranno Cassazione razzista?”. All’argomento è  dedicata tutta pagina 13 con “Via i clandestini anche se i figli studiano”.  Il commento è di Paolo Granzotto  che sottolinea come «Una sentenza, quella numero 5856 della Corte suprema di Cassazione, cioè del vertice della giurisdizione ordinaria, che viene a rompere qualche uovo nel paniere della sempre un po’ piagnucolosa apologia multietnica». 
Granzotto continua sottolineando che «per la Cassazione l’esigenza di garantire la tutela alla legalità delle frontiere prevale sulle esigenze di tutela del diritto allo studio dei minori. Ma c’è di più: nel respingere il ricorso la Suprema corte ha inteso anche sventare quello che si sarebbe potuto rivelare un sotterfugio per aggirare la legge. Si legge infatti nella sentenza che dando per preminente il diritto allo studio si finirebbe per “legittimare l’inserimento di famiglie di stranieri strumentalizzando l’infanzia”. Ovvero per darla vinta a chi fa il furbo». A questo punto il giornalista attacca frontalmente la sinistra «Sentiremo dunque battere i tamburi di latta dei diritti umani negati e s’arriverà certamente all’accusa di “deriva razzista” rivolta alla magistratura. Nella quale si nutre sì fiducia, alla quale si mostra sì doveroso rispetto e della quale si difendono autorità, indipendenza e autonomia. Però a seconda di come tira il vento. Quelle che certo andranno a farsi benedire, nella immancabile disputa che seguirà alla sentenza della Suprema corte saranno le “regole”. Le stesse mai tanto chiamate in causa in questi ultimi tempi e usate come munizionamento di mitraglia nella vicenda della presentazione delle liste elettorali. Regole alle quali è dovere democratico attenersi, regole da rispettare nella forma e nella sostanza, regole alle quali adeguarsi senza batter ciglio a meno di non mettere a repentaglio la tenuta democratica e antifascista del Paese. In questo convulso clima regolamentista e formalista che divinizza il comma, il timbro, la copia conforme, gli stessi minuzzoli che furono demonizzati quando maneggiati da Corrado Carnevale, non a caso bollato da “giudice ammazzasentenze”, ci vorrà una solida faccia di bronzo per cambiar rotta sostenendo che c’è regola e regola. E che quella che si riferisce alla corretta interpretazione della legge non vale. Anzi, puzza di razzismo». In conclusione «una sentenza, quella numero 5856, che ci conforta. Che fa, come s’usa dire, chiarezza e contro la quale non c’è ricorso che tenga».

«Guardie di frontiera» è questo il titolo scelto dal MANIFESTO che sfonda in prima pagina la grande foto  di due giudici in ermellino e toga rossa ripresi di spalle. «Vergognosa sentenza della Cassazione: “I clandestini saranno espulsi anche se hanno figli a scuola”. La Suprema Corte, smentendo un precedente pronunciamento, dichiara che “l’esigenza di garantire la tutela delle frontiere prevale sul diritto allo studio dei bambini”. La Gelmini applaude. L’Onu: “Decisione preoccupante”. E sui campi rom di Roma accusa: “Come nel terzo mondo”. Amnesty International: Alemanno viola i diritti umani», riassume rimandando alle due pagine interne che si aprono con il titolo «Cassazione senza pietà». All’argomento è dedicato anche l’editoriale in prima di Marco Bascetta dal titolo: «Scuola clandestina» che esordisce: «Giorno dopo giorno, sentenza dopo sentenza, non finiranno di manifestarsi le conseguenze aberranti dell’aver reso la clandestinità un crimine, di aver trasformato una condizione di esistenza in reato, in quella assenza integrale di diritti che come ogni maledizione che si rispetti si estende alla progenie (…)».

Alla sentenza della Cassazione il SOLE 24 ORE dedica solo un pezzo di cronaca a pagina 20 “«Via in clandestini con figli a scuola»”, che spiega i contenuti del decreto. Nessun commento o approfondimento.

Più che il contenuto dell’articolo“Clandestini espulsi”, colpisce la sua collocazione: ITALIA OGGI infatti, pubblica l’analisi della sentenza della Cassazione nella sezione Giustizia e Società. Oltre a spiegare il principio applicato dalla Corte di Cassazione, il pezzo riporta un solo commento, quello della Caritas, secondo la quale «la sentenza non rappresenta un pericolo. La Cassazione verifica caso per caso» ha detto il responsabile immigrazione Olivero Forti. «Penso quindi che in questo specifico caso, abbia verificato che non veniva pregiudicato lo sviluppo psicofisico del minore. Non ho elementi per dire che con questa sentenza viene meno il principio del sano sviluppo del minore rispetto alla posizione irregolare del genitore».

Fotonotizia in prima pagina su AVVENIRE, sotto il titolo didascalico “Immigrati irregolari espulsi anche se hanno i figli a scuola”, a cui poi è dedicata l’intera pagina cinque.  La ratio della sentenza 5856 della Cassazione, contraria a quella espressa il 20 gennaio su un caso analogo con sentenza 823, si fonda sul fatto che «la condizione di scolarizzazione è una condizione di essenziale normalità», mentre la permanenza di irregolari è concessa solo in nome di «gravi motivi». La scolarizzazione dei minori si presuppone duri fino alla maggiore età – dice la Cassazione  – e quindi dare un permesso temporaneo così lungo «equivarrebbe a legittimare l’inserimento di stranieri strumentalizzando l’infanzia». «Stupiscono queste sentenze così contraddittorie», ha detto la Turco. L’alto commissario Onu per i diritti umani, in visita in Italia, si è detta «preoccupata». Commenta la notizia Olivero Forti, responsabile immigrazione della Caritas, a margine della presentazione del rapporto Anci sui minori stranieri non accompagnati: «Direi agli immigrati di non preoccuparsi perché la Cassazione valuta caso per caso. La legge italiana dice che laddove l’allontanamento del genitore pregiudica lo sviluppo psicofisico del bambino, può essere rilasciato in via eccezionale un permesso di soggiorno temporaneo». Di spalla, quindi, sintesi del rapporto Anci: i minori stranieri non accompagnati sono 7.216, con un +30% dal 2006 al 2008. Uno su due viene dall’Afghanistan. Il 90% è maschio. Questi ragazzi scappano meno dalle strutture di accoglienza: le fughe sono passate dal 62% del 2006 al 40% del 2008. Impressionante il dato sull’accoglienza: coinvolti 1023 comuni, ma una piccolissima percentuale – solo 93 comuni – si è sobbarcata il carico dell’accoglienza dell’85% dei ragazzi. Forti commenta segnalando la necessità di sostenere i comuni più piccoli, perché se è giusto spalmare anche in provincia i minori, bisogna dotare i comuni di risorse adeguate. E appoggia la richiesta dell’Anci di concedere il permesso di soggiorno a chi, al compimento dei 18 anni, risiede almeno da tre in Italia e ha fatto un percorso di inserimento: «altrimenti tutto il lavoro fatto viene vanificato».

“I bambini vengono prima”. Il “Buongiorno” di Gramellini, vicedirettore de LA STAMPA, è sulla sentenza della cassazione: «La tutela delle frontiere deve prevalere sul diritto del minore allo studio. Che dire? Comprendiamo tutto. L’applicazione rigorosa della legge e anche le reazioni di giubilo che si leggono sui blog: l’augurio è che i giubilanti siano altrettanto implacabili quando si discute di reati contro il patrimonio o di evasione fiscale». «Però la comprensione» scrive Gramellini, «si arresta davanti alla realtà della vita che, a differenza della legge, è fatta di carne». E ancora: «rimane il fatto incontrovertibile che quel bambino è un bambino. E che i diritti dell’infanzia, in una società che voglia distinguersi da un agglomerato di selvaggi, dovrebbe ancora significare qualcosa. È un pensiero buonista? No, è un pensiero umano. E mi rifiuto di credere che questi tempi spaventati ci abbiano reso così insensibili da non cogliere la differenza». All’interno LA STAMPA approfondisce con cronaca, interviste e la posizione delle associazioni, che avvertono: così si obbligano sempre più le persone a condurre una “vita da invisibili” per paura del rimpatrio, dopo gli ospedali anche le scuole rischiano di diventare zone off-limits per gli stranieri. In “due sindaci a confronto” LA STAMPA contrappone un’intervista al sindaco di Torino Chiamparino e a quello di Novara, il leghista Massimo Giordano. Il primo ha deciso di continuare a raccogliere le pre-iscrizioni alle materne dei figli di immigrati irregolari, mentre il decreto Maroni sulla sicurezza parla solo della scuola dell’obbligo, cioè elementari e medie. Il secondo, al giornalista che gli chiede se “l’invisibilità” alla quale sono costretti gli immigrati non favorisca chi cerca manovalanza criminale risponde: «Mi creda, se un uomo non può mandare suo figlio a scuola, non può avere le cure sanitarie gratis, e sottolineo gratis, per la famiglia, non ha ogni giorno la pagnotta garantita dalla Caritas, finisce per tornarsene a casa sua».

E inoltre sui giornali di oggi:

PARALIMPIADI
AVVENIRE – La fiaccola paralimpica non si è ancora accesa, ma la Paralimpiadi di Vancouver che si aprono oggi sono già un successo, a cominciare dal numero di atleti coinvolti (505) e dalla copertura mediatica (10mila media accreditati). Per la squadra italiana sono 35, molti veterani. Luca Pancalli: «In Italia si deve lavorare ancora molto per incoraggiare a fare sport i giovani incontrati negli ospedali».

CRIMINALITA’
IL SOLE 24 ORE – L’apertura della sezione economia “Il clan risarcisce le imprese” è dedicata a una sentenza che in Calabria ha stabilito che le cosche dovranno pagare i danni alla Confindustria locale. Il commento è a pagina 14: «Come a Berlino, c’è un giudice anche a Castrovillari. Nella Calabria azzoppata dalla ‘ndrangheta un tribunale impone a 38 membri delle cosche di risarcire la Confindustria regionale che si era costituita parte civile. Per narcotraffico, usura, estorsione. Il principio sottinteso, rivoluzionario come le cose più semplici, è il seguente: chi campa di crimine danneggia chi vive d’impresa. Chi deturpa vite – di chiunque siano – ammazza il mercato e uccide chi fa della concorrenza humus vitale. Da ieri questo principio plana dalla teoria economica alle aule di tribunale. È la prima volta, ci pare, che viene emessa una sentenza del genere. E che risulta riconosciuto un danno a prescindere arrecato agli operatori economici dalla ‘ndrangheta. A prescindere dal fatto che il delitto arrechi loro pregiudizio diretto. I boss, questo dice il giudice di Castrovillari, arrecano un male sociale assoluto, alle terre e al loro benessere, non alle persone fisiche. Tre anni fa le imprese siciliane e calabresi scelsero di dire no al pizzo. Collettivamente. Una svolta che oggi porta i suoi frutti. È la strada giusta».

CORRUZIONE
LA STAMPA  –  “Di Girolamo accusa e ammette: Mi hanno pagato 1,7 milioni”. Il senatore del Pdl ha fatto le prime ammissioni agli inquirenti sul caso di corruzione che vedono al centro Telecom Italia Sparkle e Fastweb. Le società avevano margini apparentemente legali di guadagno che giustificavano operazioni commerciali fittizie che hanno creato crediti Iva pari a circa 365 milioni. Di Girolamo ha ammesso di avere avuto un ruolo attivo nell’organizzazione di riciclaggio di Gennaro Mokbel.

LAVORO
CORRIERE DELLA SERA –  “L’Italia è il paese delle donne disoccupate”: In Europa i maschi senza lavoro hanno superato (in media) le femmine. Da noi ancora no. Secondo i dati eurostat, la media Ue del tasso di disoccupazione è del 9,3% per le donne e del 9,7% per gli uomini. L’Italia invece marcia al contrario: il tasso di disoccupazione fra le sue lavoratrici, oggi al 9,8%, continua a essere sensibilmente più alto di quello registrato fra gli uomini (7,7%).

AVVENIRE – Il Comune stanzia 6 milioni di euro per la rete degli incubatori di impresa “Milano crea impresa”, che in un anno di attività conta già 73 imprese, 310 persone impiegate e 25 milioni di fatturato. 

AMBIENTE
AVVENIRE  -Vivere in città fa male alla salute. Lo certificano i dati di Legambiente presentati a Parma durante il meeting europeo “Ambiente e salute”. Vivere in una grande città significa dormire 30 minuti meno a notte, per via dei rumori del traffico; passare 74 minuti i coda al giorno a Roma, 63 a Napoli, 60 a Milano; più ovviamente i danni dovuti all’inquinamento atmosferico e alla scarsa attività motoria che aumenta il rischio obesità. 

ENERGIA
IL SOLE 24 ORE – “Maxicentrale solare a Rovigo”. L’americana SunEdison realizzerà il più grande parco fotovoltaico d’Europa. Una struttura grande come 120 campi di calcio con 285mila pannelli, con l’obiettivo di produrre 300 megaWatt. Partner è il banco Santander (la Spagna è leader nel settore).

STILI DI VITA
LA STAMPA – “Un giorno da eco-famiglia”. LA STAMPA raccolta la giornata-tipo di una famiglia ipotetica che vive dal mattino alla sera attenta a risparmio energetico, sostenibilità e magiare sano e biologico. A guidare il giornalista in questo viaggio ideale è Giovanni Petrini, responsabile di “Fa’ la cosa giusta”, la fiera ecosostenibile cha apre questo week-end a Milano, con 620 espositori che presentano idee e prodotti che vanno dal cibo all’arredo al turismo ai servizi sostenibili alle imprese.

CONDONI
LA REPUBBLICA – Sarebbe pronto un altro condono edilizio, esteso fino al dicembre 2010. La proposta di un gruppo di senatori della maggioranza prevederebbe la possibilità di sanare abusi anche commessi in aree sottoposte a vincolo ambientale e paesaggistico. «Una nuova legge vergogna» commenta il presidente dei Verdi, Angelo Bonelli. Dura la condanna di Wwf e Fai che si preparano a dare battaglia. Per il Wwf  «questo disegno di legge compromette la certezza del diritto e rimette in discussione atti di rigetto già decisi. Non solo. Estende il condono del 2003 ad aree vincolate e apre la strada a una sanatoria postuma di costruzioni illegali fino a oggi considerate insanabili».

MALATI CRONICI
AVVENIRE – Presentato ieri il rapporto di Cittadinanzattiva sui malati cronici, che sono in Italia il 38,8% dei residenti, cioè più di un italiano su tre. Queste persone pagano ogni anno di tasca propria una cifra vicina ai 16mila euro, tra farmaci non rimborsabili ma indispensabili e badanti che vanno ad integrare la scarsa assistenza domiciliare, considerata insoddisfacente dal 70% della associazioni coinvolte nello studio. Prioritario, per Cittadinanzattiva, approvare i nuovi Lea con l’aggiornamento del nomenclatore tariffario, l’introduzione di 109 nuove malattie rare e l’aggiornamento delle patologie invalidanti.

ISRAELE/PALESTINA
IL MANIFESTO – Piccolo richiamo in prima per la pagina dedicata allo stop ai negoziati. L’articolo intitolato «I negoziati fermi, le case no» che nel catenaccio segnala la causa: «Annunciati 50.000 nuovi alloggi per i coloni a Gerusalemme est». «(…) La costruzione di insediamenti resta un punto fermo del programma della maggioranza israeliana. E andrà avanti senza soste, con o senza i “proximity talks” con l’Anp di Abu Mazen (…) Tra Washington e Tel Aviv è già pace fatta dopo le polemiche degli ultimi giorni (…) Come ha previsto Gideon Levy, passate le polemiche sulle colonie, le pressioni torneranno a schiacciare di nuovo Abu Mazen (…). Intanto di Gaza che da 1000 giorni fa i conti con un embargo durissimo, nessuno parla (…)».

INDIA
ITALIA OGGI – “Parlamentari indiani, un terzo sarà donna”.  Un breve articolo pubblicato nella sezione “Le Notizie Mai lette In Italia” sul principio della quota di un terzo dei seggi riservato alle donne  approvato dal parlamento indiano. La riforma deve essere ancora votata, ed anche se i rappresentanti  delle caste inferiori sono totalmente contrari, secondo l’articolo la legge ha buone possibilità di passare. 

GOOGLE
IL SOLE 24 ORE – “Pressing dell’antitrust su Google”. Sotto accusa Adsense, la piattaforma per la raccolta pubblicitria online. Secondo il Garante manca trasparenza e verificabilità nell’attività di intermediazione. 


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