Formazione

Immigrati. Il Meeting di Loreto al via. Almeno la Bossi-Fini

Gli scalabriniani aprono l’incontro con una proposta di padre mioli: "un anno dopo, la loro è una legge a metà"

di Antonietta Nembri

Europa, globalizzazione e migrazioni. Sono queste le coordinate del VI meeting internazionale che si apre a Loreto, promosso dagli Scalabriniani. Nella cittadina marchigiana, per la terza volta da quanto esiste il meeting sulle migrazioni, si torna a parlare di Europa: è stato già fatto nel 2000 e nel 2001, ma ora per una settimana, da lunedì 28 luglio a domenica 3 agosto, al centro dei dibatti e delle tavole rotonde ci sarà la vecchia Europa, le sue storie e la sua politica sull?immigrazione, ma anche il suo rapporto con il contenente che sta al suo sud: l?Africa. Non ci si può però dimenticare che in Italia si è a un anno dall?entrata in vigore della legge Bossi – Fini e proprio a questo tema, a un?analisi e alle proposte sull?argomento, è dedicata la tavola rotonda di venerdì 1 agosto. “è una legge che si presentava come un giro di vite, come una chiusura ermetica delle frontiere e invece dopo un anno assistiamo a una penetrazione continua sul territorio (Lampedusa non è la sola ?porta?), ma soprattutto non si può tacere la difficoltà di applicazione di questa normativa che non è andata al di là delle declamazioni”, ribadisce ancora una volta il suo pensiero padre Bruno Mioli, direttore dell?ufficio immigrati della fondazione Migrantes e tra i protagonisti dell?incontro. Ai suoi occhi appaiono evidenti le enormi difficoltà burocratiche e l?estrema indecisione che regna, “se non una vera e propria anarchia di fronte, per esempio, ai richiedenti asilo per i quali vale ancora la legge precedente; non ci sono ancora le commissioni territoriali; si stanno approntando solo ora i centri di identificazione. Ma per comprendere la situazione basterebbe pensare al fatto che non ci sono ancora i regolamenti attuativi della legge”. Padre Mioli, di esempi sui problemi ne snocciola tanti: dalle lungaggini burocratiche, “per il rinnovo dei permessi sono previsti 20 giorni e non si risolve mai nulla prima di 5 o 6 mesi, con tutte le difficoltà che questo comporta”, alla questione flussi. “Nella nuova legge si prevede che al 30 novembre di ogni anno si stabiliscano i decreti per i flussi, eppure si sono fatti dopo e solo per gli stagionali”, sottolinea padre Mioli. ” Da parte nostra non c?è alcuna intenzione di demonizzare nessuno, neppure la stessa legge, ma il fenomeno migratorio è così ampio e complesso che non basta sbraitare o minacciare di mandare i cannoni per risolverlo”. Il problema dell?immigrazione dal Sud del mondo dovrà essere affrontato a livello europeo: “la speranza è che durante il semestre italiano si arrivi a una politica comune dell?Unione europea che non parta da un minimo comun denominatore: lo sbarramento delle frontiere”, conclude padre Bruno Mioli. “Non è una risposta all?altezza della complessità del problema”.


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