Famiglia

Immigrati. Il governo ritrova l’intesa

Pace fatta in Consiglio dei ministri sulle quote di regolarizzazione degli extracomunitari tra Lega, Udc e An. Nessun tetto e proroga di un mese per i datori di lavoro

di Ettore Colombo

Fumata bianca, nella maggioranza di governo, sul problema della regolazzazione degli immigrati clandestini e le quote relative, dopo un lungo braccio di ferro tra Udc (e An) da una lato e Lega dall’altro, con Fi nel mezzo. Il ministro per i Rapporti col Parlamento Carlo Giovanardi, al termine dell’odierna riunione del Consiglio dei Ministri, illustra come a Palazzo Chigi ci sia stata oggi la ratifica di quel compromesso fra Udc e Lega a cui si stava lavorando da giorni. In pratica è passata la soluzione che consentirà anche agli immigrati con foglio di via (purché non siano recidivi e non abbiano commesso reati colposi) di avere un permesso di soggiorno. Ma, in considerazione dell’alto numero di regolarizzati che produrrà questa scelta, verrà contemporanamente ripensata la cifra degli ingressi di immigrati che il ministero del Welfare deve quantificare annualmente. Di conseguenza già a partire dal decreto sui flussi che il ministro Roberto Maroni dovrà emanare nel dicembre prossimo si terrà conto di tutti coloro che usufruiranno di questa eccezionale sanatoria. Che arriva una tantum ed e legata strettamente alla nuova legge sull’immigrazione. L’intesa all’interno della Casa delle Libertà finisce in sostanza per calmierare l’entità dei prossimi nuovi arrivi di lavoratori non-Ue, ma senza imporre a priori quel tetto di 30mila regolarizzabili che avrebbe voluto Bossi. E in questo senso oggi Giovanardi si è detto convinto che tutti gli emendamenti di maggioranza dissonanti con l’accordo appena raggiunto verranno a questo punto ritirati. A rigor di logica, cioè, la Lega non dovrebbe più portare avanti, durante l’esame del decreto legge in Senato, la sua richiesta di un tetto agli ingressi conseniti. Ma anche che al’Udc dovrebbe riporre nel cassetto una richiesta di modifica in senso opposto, quella che proponeva di abbassare fino a sei mesi (al momento è previsto un anno) la durata minima dei contratti a tempo determinato che danno diritto ad un permesso di soggiorno. Il Ministro per i Rapporti col Parlamento ha anche voluto evidenziare che il suggello all’accordo ecumenico dentro la coalizione è venuto da un chiarimento finale e ultimativo fra Silvio Berlusconi, Gianfranco Fini e Umberto Bossi, proprio durante il Consiglio dei Ministri di oggi. Ora quindi, salvo clamorosi colpi di scena, il decreto legge che corregge la normativa Bossi-Fini (ampliandone i benefici anche a chi non è una colf o un badante) dovrebbe procedere spedito verso il varo definitivo. E’ comunque ormai certo che, in considerazione dei grossi ostacoli che aveva trovato negli ultimi giorni, questo conterrà anche una proroga di un mese (11 novembre) dei termini per la presentazione delle domande di sanatoria da parte dei datori di lavoro degli extracomunitari.


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