Cultura

Immigrati: Frattini, non basta la solidariet

Lo afferma il ministro degli Esteri in un'intervista a Repubblica, e premette: ''la solidarietà è un dovere morale. La politica di governo del fenomeno, pero', è altro".

di Paolo Manzo

”Di fronte all’emergenza immigrazione la solidarieta’ non basta”. Lo afferma il ministro degli Esteri, Franco Frattini, in un’intervista a ‘La Repubblica’, e premette: ”la solidarieta’ e’ una precondizione, un dovere morale. La politica di governo del fenomeno, pero’, e’ altro. In materia tanto delicata, sarebbe bello avere un’opposizione che aiuta a trovare soluzioni”. Frattini si sofferma poi sul fenomeno: ”L’Italia puo’ rivendicare di essere stata il paese che per primo ha posto la necessita’ di affrontarlo con tema europeo. Se al consiglio europeo di Salonicco, nel giugno 2003, per la prima volta l’Ue ha approvato una politica comune per l’immigrazione, e’ stato essenzialmente merito dell’Italia”. ”A Salonicco -prosegue il ministro- sono stati messi a disposizione delle prime necessita’ 250 milioni di euro. Sarebbe interessante capire quanti di quei 250 milioni la Commissione effettivamente ha speso”. E se Prodi ha tenuto a precisare che in materia di immigrazione i poteri della Commissione sono quasi nulli, Frattini risponde che ”e’ giusto ricordare i limiti ai propri poteri, ma anche le cose che si sarebbero potute fare e invece non sono state fatte. I peccatori sono tanti, l’Europa deve fare ancora molti passi avanti”. Il ministro spera pero’ che ”con Barroso le cose cambino. Specie se, come io posso immaginare, Buttiglione fara’ proprio il commissario alla Giustizia e agli Affari interni”. Per quanto riguarda l’Italia, Frattini spiega di aver convocato un vertice con Francia e Spagna ”per definire una strategia comune di governo dell’immigrazione, intanto fra i paesi piu’ direttamente interessati”. Poi, aggiunge, ”c’e’ tutto l’impegno del governo italiano per coivolgere i paesi di transito e i paesi di origine dell’emigrazione. E’ la chiave di volta di una politica seria di gestione dei flussi migratori: usare la cooperazione allo sviluppo come strumento per creare ricchezza sul posto e disincentivare le partenze. Lo abbiamo fatto con successo con l’Albania e in Egitto. Oggi lo stiamo facendo con i paesi del Maghreb. Con la Tunisia e la Libia in particolar modo”. ”La Libia -prosegue Frattini- ha un ruolo chiave anche in quella ‘cooperazione allo sviluppo ‘triangolare’ su cui mi sto personalmente impegnando”. La strada per uscirne, spiega il ministro, e’ ”una cooperazione” tra Italia, Libia e Tunisia: ”programmi triangolari, appunto, in cui noi impieghiamo le risorse, loro ci mettono la loro accettabilita’ nel continente africano, che senz’altro e’ maggiore della nostra. Naturalmente questa politica richiede una condizione essenziale”. ”Se i fondi per la cooperazione verranno tagliati, come si e’ gia’ tentato di fare lo scorso luglio, tutto il nostro impegno sarebbe vanificato. Tra l’altro, per le finanze dello Stato e’ immensamente piu’ costoso dispiegare un sistema di controllo in mare, centri di accoglienza che si moltiplicano, reiezioni e respingimenti, piuttosto che sperimentare un meccanismo che riduce efficacemente il fenomeno”.


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