Cultura

Immigrati: don Colmegna (Caritas), problema di dignità umana

"Non solo braccia, ma persone" si apre il convegno sull'immigrazione organizzato dalla Caritas Ambrosiana

di Redazione

Un problema di diritti e di dignità umana. È stata questa la definizione del dibattito sulla legge sull’immigrazione data da don Virginio Colmegna, direttore della Caritas ambrosiana. Don Colmegna ha aperto il convegno della Caritas sul problema immigrati commentandone innanzitutto il titolo: ”Lo abbiamo chiamato appunto ‘Non solo braccia, ma persone’, ha precisato, ricorrendo poi a molte citazioni dai discorsi pronunciati dal Papa negli ultimi anni, in occasione della giornata mondiale dell’immigrazione. Discorsi, ha detto don Colmegna, ”tutti incentrati sulla necessità di far valere i diritti fondamentali dell’essere umano”. Il convegno ha visto la partecipazione del responsabile della Caritas tedesca, Roberto Alberino, che ha riportato l’esperienza della Germania, ”Paese che sta passando da una legislazione restrittiva ad un’apertura agli immigrati”. ”Dopo gli anni ’90 improntati all’intolleranza grazie (al Cancelliere tedesco Gerhard) Schroeder il governo sta elaborando proposte a favore dell’ingresso degli extracomunitari”, ha detto Alberino. ”Il rischio è che lo si faccia per aumentare l’offerta di lavori, manuali o intellettuali, trattando gli immigrati come braccia o come cervelli”. Monica Molteni, giurista e membro dell’area stranieri della Caritas, è entrata invece nel merito del nuovo disegno di legge ”che comunque avra’ breve durata, visto che nel 2004 l’Italia dovra’ adottare la normativa Ue”. La legge Bossi-Fini, ha affermato la Molteni, ”parte da presunte ingiustizie generate dalla Turco-Napolitano, che, essendo in vigore solo dal novembre ’99, non ha dato elementi sufficienti per essere giudicata”. La nuova normativa contiene invece numerose ”incongruenze, come quella di potenziare le strutture di accoglienza temporanea con i contributi versati dagli immigrati che tornano definitivamente a casa, e che perdono, con la nuova legge, il diritto di riscuoterli”. Quanto all’espulsione con accompagnamento alla frontiera, previsto dalla Bossi-Fini nella maggior parte dei casi, la Molteni lo ha definito ”una violazione dell’art. 13 della Costituzione, perché esso verrebbe disposto dal prefetto o dal questore senza l’intervento dell’autorità’ giudiziaria”. Un intervento che la legge italiana prevede per tutte le misure che limitano la libertà personale.


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