Welfare

IMMIGRATI. Condizioni drammatiche nella Piana di Gioia Tauro

Intervento d’emergenza di Medici senza frontiere che chiede standard minimi di accoglienza per i lavoratori stagionali

di Redazione

Ancora una volta migliaia di immigrati si sono riversati nelle campagne della Piana di Gioia Tauro per la raccolta degli agrumi. Medici senza frontiere (Msf) è intervenuta in quest’area con un’equipe di operatori umanitari. Le spaventose condizioni dei lavoratori stagionali hanno richiesto un’intervento di Medici Senza Frontiere, intervenuta in loco con un’equipe di operatori umanitari. Rinnovata la richiesta alle autorità sanitarie locali perchè venga garantito il potenziamento del servizio sanitario dedicato agli immigrati, e alla Regione Calabria e alle autorità locali perchè vengano affettuati in tempi brevissimi, interventi di emergenza come l’installazione di latrine, docce e cisterne d’acqua potabile necessarie a garantire condizioni minime di accoglienza per questi lavoratori stranieri.

Nei comuni di Rosarno (RC), San Ferdinando (RC) e Rizziconi (RC), Msf ha individuato una popolazione di almeno 1.500 migranti che versano in condizioni spaventose. Nei primi due comuni i lavoratori vivono in due fabbriche dismesse, in quest’ultimo comune circa 700 persone hanno costruito alloggi di fortuna dentro una ex cartiera. Sfruttamento sul lavoro, scarso accesso alla salute, alloggi totalmente inadeguati ed episodi di violenza costituiscono la realtà quotidiana degli stagionali in quest’area. Per far fronte a condizioni di sussistenza inaccetabili dei lavoratori stagionali, Msf la settimana scorsa ha distribuito circa 1.500 kit igienico sanitari contenenti un sacco a pelo, sapone, spazzolino da denti e dentifricio.
Il fenomeno dei lavoratori immigrati impiegati nell’agricoltura non avviene solo in Calabria: nel sud Italia ogni anno migliaia di persone si spostano di regione in regione per lavorare come braccianti agricoli. Si tratta di un fenomeno che si ripete puntuale ogni anno e quindi sarebbe programmabile e gestibile in termini di accoglienza. Msf ha denunciato le drammatiche condizioni di vita e di lavoro degli stagionali già nel 2005 con il rapporto “I Frutti dell’Ipocrisia” e ancora nel 2008 con “Una Stagione all’Inferno” (entrambi scaricabili da: http://www.medicisenzafrontiere.it/cosafacciamo/dettaglio_missione.asp?id=20)
Quest’anno, Msf ha spinto le istituzioni locali in Puglia e Calabria a promuovere interventi di emergenza per garantire a questa popolazione di vulnerabili il diritto alla salute e condizioni minime di accoglienza. Nonostante ciò, le condizioni di vita di queste persone restano drammatiche con alloggi di fortuna privi di qualsiasi servizio.
«Il minimo che ci si possa aspettare da un paese come l’Italia», dichiara Antonio Virgilio capo missione di Msf, «è il rispetto degli standard minimi di accoglienza internazionali. Secondo le Nazioni Unite in un campo sfollati ci deve essere almeno una latrina ogni venti persone. Neanche questo avviene nei luoghi che abbiamo visitato in Calabria, per una popolazione che tra l’altro rappresenta il sostentamento fondamentale alle economie agricole locali».
«Scarsa protezione dal freddo e il cucinare e dormire in spazi non areati influisce considerevolmente sull’insorgenza di infezioni alle vie respiratorie», dichiara Cristina Falconi coordinatore del progetto di Msf in Calabria. «Le difficili condizioni di vita e di lavoro portano invece a patologie gastroenteriche e osteomuscolari. Ci troviamo di fronte a una popolazione che arriva sana in Italia e si ammala dopo l’arrivo».

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