Famiglia

Immigrati: Cia, senza agricoltura k.o.

L'organizzazione di categoria commenta i dati Inps che stimano in una percentuale del 20% gli addetti extracomunitari, fra regolari e non

di Giampaolo Cerri

Agricoltura in crisi senza immigrati. Lo sostiene la Confederazione italiana agricoltori- Cia, in relazione ai dati presentati oggi dall’Inps sugli immigrati regolari che attualmente lavorano in Italia. Otre il 20 per cento dei lavoratori dei campi, se si considera anche la quota degli irregolari, sono lavoratori che provengono dall’estero. La loro presenza in agricoltura e’ omogeneamente distribuita in tutte le regioni. Secondo la Cia e’, quindi, indispensabile aumentare la quota dei flussi dei lavoratori immigrati che quest’anno e’ stata quantificata in 60 mila unita’, delle quali presumibilmente solo il 50 per cento sara’ impiegato in agricoltura. La Cia sottolinea come tale cifra sara’ insufficiente a coprire il fabbisogno di manodopera extracomunitaria durante tutto l’arco dell’anno. Inoltre, la Cia rileva che, anche sulla base dei dati Inps, gli extracomunitari, contrariamente a quanto si possa pensare, non vengono impiegati esclusivamente per i lavori “pesanti” ma molti di essi hanno acquisito, attraverso una esperienza pluriennale fatta di rapporti costruttivi e di stima con gli imprenditori agricoli italiani, un bagaglio tecnico qualificato e che permette loro di svolgere attivita’ innovative di rilevante impatto nell’economia del settore e del Paese.


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