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Immigrati al lavoro, corsa a handicap

Ecco il percorso amministrativo per assumere un lavoratore extracomunitario fra uffici, questure ed ambasciate

di Redazione

Ogni giorno centinaia di persone cercano di entrare in Italia più o meno legalmente, per avere la possibilità di trovare lavoro e quindi denaro, e quindi migliori prospettive. È bene, allora, chiarire come funziona l?ottenimento di un permesso di soggiorno per motivi di lavoro, e come si deve agire per far entrare in Italia un extracomunitario cui si vuole offrire un impiego. Queste e altre regole sono contenute nella legge 40 del 6 marzo 1998, il cui enunciato è completato, per certi aspetti, dal decreto che annualmente stabilisce i flussi d?ingresso. Nel 2000, in particolare, saranno ammessi in Italia 63 mila extracomunitari (dipenderà dalle quote provinciali) i cui elenchi sono disponibili presso le questure. È bene precisare subito che un extracomunitario può ottenere il permesso di soggiorno per diverse ragioni, tra le quali motivi religiosi, artistici o sportivi, cure mediche o turismo, studio o ricongiungimento familiare, lavoro subordinato o autonomo. Lavoro e studio, quali possiblità Nel caso del permesso di studio il soggetto che ne è in possesso può avere solo, eventualmente, un lavoro di 20 ore settimanali, corrispondente a un part-time; nel caso di ricongiungimento familiare si può, invece, cercare e ottenere un impiego come qualsiasi normale cittadino. Da ciò si deduce che uno straniero che si trovi in Italia senza permesso di soggiorno per motivi di lavoro, per ottenere un impiego regolare dovrebbe prima far ritorno nel proprio Paese d?origine e aspettare l?espletamento della procedura prevista. Un datore di lavoro che volesse assumere un extracomunitario residente all?estero deve muoversi come segue: prima di tutto deve recarsi all?ufficio provinciale del lavoro e consegnare i documenti che attestino la disponibilità di alloggio per la persona che si vuole assumere (il Comune di residenza ne predispone di appositi); copia del regolare contratto di lavoro (intestato alla persona interessata con i riferimenti ai contratti collettivi nazionali, comprendenti le mansioni, le ore di lavoro, ecc.); la documentazione fiscale che accerti la posizione del datore di lavoro (deve dimostrare, in pratica, di poter pagare un dipendente). In base ai flussi d?ingresso dell?anno in corso e alla specifica quota provinciale, si ottiene il primo nullaosta, con il quale occorre recarsi in Questura ove si compilano altri moduli per permettere il controllo della fedina penale del datore di lavoro e del dipendente. Una volta ottenuto il nulla-osta Entro 90 giorni si ha la risposta e il nullaosta definitivo, di cui una copia viene inviata al datore di lavoro e un?altra all?ambasciata italiana nel Paese d?origine del futuro dipendente. A questo punto il datore di lavoro può spedire il nullaosta allo straniero il quale ha sei mesi di tempo per presentarsi all?ambasciata italiana del suo Paese e richiedere il visto . Appena in Italia deve presentarsi, entro 8 giorni lavorativi, in Questura a chiedere il permesso di soggiorno per motivi di lavoro, che ha la durata di 2 anni. Almeno 30 giorni prima della scadenza può essere ottenuto il rinnovo: verificate le condizioni di rilascio, il permesso di soggiorno è normalmente rilasciato per una durata doppia a quella iniziale. Lo straniero regolarmente soggiornante in Italia da almeno 5 anni, titolare di un permesso per motivi di lavoro, dimostrando di avere un reddito sufficiente per il sostentamento proprio e dei familiari, può richiedere al questore il rilascio della carta di soggiorno, per sé per il coniuge e per i figli minori conviventi. Questo documento è a tempo indeterminato. Se il contratto di lavoro stipulato termina, quando ci si ripresenta per il rinnovo del permesso di soggiorno di otterrà un permesso di soli 6 o 12 mesi in attesa d?occupazione, dopo essersi iscritti all?ufficio di collocamento. Esiste anche la possibilità di ottenere un lavoro stagionale: anche in questo caso il datore di lavoro o le associazioni di categoria interessate presentano un?apposita richiesta nominativa all?ufficio provinciale del lavoro e all?ufficio della previdenza sociale competente per territorio. Nei casi in cui non ci sia la conoscenza diretta di un extracomunitario, la richiesta può essere effettuata facendo riferimento alle apposite liste previste dagli accordi bilaterali fra Italia e altri Paesi, liste in cui sono registrati i nominativi dei lavoratori che intendono fare ingresso nel nostro Stato per motivi di lavoro subordinato, anche stagionale. L?ufficio provinciale del lavoro e della previdenza sociale rilascia un?autorizzazione, eventualmente tenendo conto dei diritti di precedenza maturati dai lavoratori, che può durare dai 20 giorni ai 6 mesi, salvo periodi di 9 mesi per alcuni tipi di impiego che lo richiedono. Se la richiesta è individuale A volte può essere un cittadino italiano o uno straniero regolarmente soggiornante a chiamare in Italia un congiunto o un amico per consentirgli l?inserimento nel mercato del lavoro. In questo caso occorre presentare, entro 60 giorni dalla pubblicazione dei flussi d?ingresso, apposita richiesta nominativa alla questura, la cui autorizzazione permette il rilascio del visto d?ingresso. Occorre però dimostrare di poter effettivamente assicurare allo straniero alloggio, copertura dei costi di sostentamento e assistenza sanitaria, quindi deve sottoscrivere un?assicurazione privata o presso l?Asl sulla salute (200 mila lire all?anno), quindi aprire un conto corrente, presso una banca o un?assicurazione, intestato allo straniero su cui verserà ogni mese 600 mila lire (importo pari alla pensione sociale), il tutto finché questi non troverà un impiego. In questi casi la Questura rilascia permessi di un anno in attesa d?occupazione.


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