Volontariato

Immigrati: a Napoli una scuola per badanti

I corsi sono organizzati dall' Ancescao, l'Associazione nazionale centri sociali anziani

di Gabriella Meroni

Una scuola dove imparare a fare le badanti e dove ottenere una qualificazione professionale in grado di assicurare a centinaia di donne della ex Unione sovietica un posto dignitoso e remunerativo. Partono oggi a Napoli – e non a caso di giovedi’, giorno tradizionalmente di liberta’ per chi presta servizio nelle famiglie – i primi corsi gratuiti di formazione per badanti, una iniziativa, giurano gli organizzatori di un associazione di volontariato che e’ anche promotrice degli stessi corsi, inedita in Italia. Oggi le prime 25 donne – moldave, bielorusse e in maggioranza ucraine e in genere provenienti dall’Est Europa – si ritroveranno in ‘aula’, una saletta di un albergo della zona orientale di Napoli, per la lezione introduttiva che sara’ tradotta e resa comprensibile grazie all’ausilio di interpreti. Il corso – che si articola in quattro lezioni per complessive dodici ore – comprende insegnamenti di geriatria, psicologia,sociologia, assistenza infermieristica e elementi giuridici sulle norme che regolano il permesso di soggiorno in Italia e temi dell’immigrazione e dell’orientamento al lavoro. I corsi sono organizzati dall’ Ancescao, l’Associazione nazionale centri sociali anziani, una organizzazione di volontariato che e’ in contatto da sempre con analoghe strutture in Italia per l’accoglienza e l’aiuto alle immigrate dell’Est che a Napoli e provincia sono centinaia. ”Il corso – spiega il Mario Capozzi, presidente regionale dell’Ancescao – e’ rivolto alle cittadine e ai cittadini stranieri che svolgono l’attivita’ di badante presso famiglie napoletane e che sono in possesso di regolare permesso di soggiorno. Aldila’ di quelle che possono essere le attitudini delle cittadine e dei cittadini stranieri, intendiamo fornire loro una professionalita”’. Coinvolta nell’organizzazione dei corsi e’ anche l’Associazione aiuto ai cittadini ex Urss la cui presidente, Ioulia Minsker, spiega che si tratta ”di un’iniziativa che oltre ad offrire un’opportunita’ di crescita professionale, tende a definire anche i confini della professione di badante dando anche un’occasione di stare insieme e condividere problemi sociali e familiari che la stessa professione di badante deve affrontare”.


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