Cultura

Imam di Milano: tanti giovani chiedono di andare in Iraq

Ad affermarlo, in un'intervista a 'L'Espresso' domani in edicola, e' l'Imam della Moschea di Viale Jenner a Milano, Abu Imad

di Paolo Manzo

”C’e’ gente che viene in moschea e dice: io voglio andare. Ma se vai, e’ la mia risposta, dev’essere una tua decisione. Non e’ la decisione della moschea di viale Jenner o di via Quaranta. Perche’ ciascuno e’ responsabile delle proprie scelte. Perche’ se qualcuno sente che in Iraq la popolazione e’ annientata e si arrabbia tanto da decidere di partire, questa e’ una sua scelta personale. E sono molti quelli che vorrebbero andare a difendere i fratelli che soffrono”. Ad affermarlo, in un’intervista a ‘L’Espresso’ domani in edicola, e’ l’Imam della Moschea di Viale Jenner a Milano, Abu Imad. ”Io suggerisco loro di non andare, comunque. Perche’ adesso non e’ chiaro. Ci sono troppi interessi oscuri in Iraq”, spiega l’Imam, che, dopo gli arresti di alcuni frequentatori della moschea per aver inviato combattenti in Iraq, assicura: ”Forse c’e’ qualcuno che li organizza, ma senza il nostro permesso. Comunque, vanno senza dire niente a noi”. ”Nella sharia e’ un dovere -sottolinea Abu Imad- Un musulmano deve andare a difendere i fratelli attaccati da una forza straniera”. L’imam di viale Jenner non giustifica la guerra, perche’, dice, ”il terrorismo e’ un’azione da portare in tribunale”, ma, nello stesso modo, non giustifica le azioni dei terroristi, come gli attacchi alle Torri gemelle e a Madrid, che giudica pero’ ”azioni individuali”. La sharia, afferma, ”dice che dobbiamo prima dialogare”. Dunque, sottolinea, ”se esistono onesta’, giustizia e rispetto delle forme di governo e nell’organizzazione della societa’ ci sarebbe spazio per libere elezioni anche sotto la sharia”. ”Non e’ giusti uccidere civili -aggiunge-, non e’ giusto rapire,. Ma dopo che gli americani hanno ucciso 100mila persone, ed e’ l’ultimo bilancio, diventa una guerra sporca”.


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